Nelle ultime ore si era diffusa con forza la voce che l’acquisto di Full Tilt Poker fosse già stato perfezionato dalla cordata francese formata da Laurent Tapie e il gruppo Partouche, supportati da un anonimo fondo di investimento europeo.
Rumors alimentati dalla sparata di ieri del player Adam Schwartz su Twitter: “Full Tilt Poker è stata venduta. La mia fonte è molto affidabile”. Nessun accordo è stato ancora formalizzato, ci assicurano nostri contatti.
Secondo fonti di Assopoker, nelle prossime 24 ore, i manager francesi voleranno a New York dove incontreranno i legali della room per proseguire nelle trattative ma non solo: ad inizio settimana sono attesi dai procuratori del Dipartimento di Giustizia; sarà una tappa chiave per il futuro di Full Tilt Poker.
In Francia sostengono che senza l'accordo con i procuratori di Manhattan, la trattativa non proseguirà. Per questo motivo, Laurent Tapie e soci hanno deciso di affidarsi ad uno dei migliori legali sulla piazza, molto stimato nel mondo del gaming online.
Vi è un cauto ottimismo dopo l’incontro di Tapie con l’AGCC ma la prudenza non è mai eccessiva in una vicenda molto complicata con parecchie parti in causa e con una situazione debitoria rilevante.
I francesi incontreranno nella Grande Mela anche Jeff Irah, avvocato della red room, impegnato in queste ore nel difendere gli azionisti nella prima class action promossa dai players americani Steve Segal, Nick Hammer, Robin Hougdahl e Todd Terry.
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