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Garrisi: “Il Governo non si basa su studi scientifici ma sui likes di Facebook, pronti alla battaglia legale”

Giovanni Garrisi, uno dei manager più esperti nel settore delle scommesse e dei giochi in Italia ed in Europa, nonché storico amministratore delegato del bookmaker anglo-maltese StanleyBet, in passato ha vinto importanti battaglie legali con il Governo italiano. Stanleybet ha visto prevalere le sue ragioni più di una volta davanti alla Corte di Giustizia Europea ed ha promesso, in queste settimane, una nuova e dura opposizione all’applicazione del Decreto Dignità appena sarà convertito in Legge, entro 60 giorni, a seguito della votazione favorevole delle due camere.

Il decreto va a colpire in maniera grave tutti gli operatori online e Stanleybet si sente chiamata in causa, considerando che ha una regolare concessione online per il mercato .it ed inoltre ha partecipato al bando di gara di marzo per l’assegnazione delle nuove concessioni.

“Stanleybet farà una battaglia per il ripristino della legalità”

Garrisi ha fatto una promessa ai microfoni di Agimeg: “Stanley, se il decreto dovesse essere approvato senza modifiche, si impegna in favore di tutti, per una battaglia di ripristino della legalità attraverso i tribunali della Repubblica”.

“La parola ‘dignità’ fa pensare a concetti come ‘responsabilità, ‘senso della misura’, ‘equilibrio’, ‘proporzionalità’, ‘ragionevolezza’: principi assenti dal decreto, denominato ‘dignita’ proposto dal governo”.

Una attività legittima non può subire un taglio totale della pubblicità. Si tratta di una scelta che viola il principio di legalità. La mia esperienza mi consente di dirgli che questa scelta non reggerà all’impatto dei tribunali, a cui necessariamente le aziende del settore dovranno rivolgersi” 

Tar Liguria: “agenzie scommesse non soggette ai limiti dai luoghi sensibili”

“Io riconosco che in linea di principio il divieto di pubblicità al gioco d’azzardo non può che essere condiviso. Tuttavia il TAR Liguria, ad esempio, ci ha appena detto, con sentenza di 2 giorni fa, che per le agenzie di scommesse non valgono i limiti di vicinanza ai luoghi sensibili”.

Scommesse gioco d’abilità

“Infatti le scommesse che vengono offerte nei negozi dello stato sono considerate giochi di abilità, non giochi di azzardo. Quindi un primo passo di ragionevolezza potrebbe essere di non assoggettare al divieto di pubblicità anche le agenzie di scommesse sportive, che sono Concessionari dello Stato con licenza di polizia, non delinquenti.

La pubblicità per i negozi di scommesse o per il gioco online su concessione ADM non comporta alcun rischio per l’utente, ed è soggetto a stringenti controlli per impedire l’infiltrazione della criminalità e attività di riciclaggio.

Da ultimo una riflessione: impedire l’attività lecita può avere gravi riflessi sulla legalità del settore che una volta era completamente fuori dal controllo dello Stato. Oggi tutto e’ fortemente controllato.

“Un divieto al 100% assoggetterà la norma ad una bocciatura futura al 100%”

“Il divieto di pubblicità – afferma Garrisi – dovrebbe essere proporzionale alla pericolosità effettiva delle single attività. Un divieto al 100% assoggetterà la norma ad una bocciatura futura al 100%. Perché sottoporre un’industria che tanto ha contribuito alle entrate dello Stato ad una simile immeritata punizione. E’ un’ingiustizia e il settore non se la merita, in questa forma totalitaria che è stata proposta”.

“Il Governo non si basa su studi scientifici ma solo sui likes di Facebook”

Garrisi ha rilasciato un’interessante intervista qualche giorno fa anche a PressGiochi e il suo giudizio è negativo sul Decreto Dignità: “Il divieto in quanto tale ha profili e deficit di compliance con norme importanti di diritto interno ed esterno. Staremo a vedere come il testo verrà approvato dal Parlamento”.

La sua opinione sul governo è parecchio critica: “Di Maio parla di poteri forti scatenati contro il decreto. Io vedo una incapacità totale di chi lo ha proposto di giustificarlo in modo scientifico. Si parla per sentito dire, sia nel gioco che nelle altre materie. L’Italia affronta uno dei periodi più bui della sua storia e l’esigenza di cambiamento che sale dagli italiani sembra non trovare accoglimento nelle forze che gli italiani hanno eletto per traghettare il Paese verso questo cambiamento.

Se i principi di base che ispirano il nuovo Governo possono essere condivisi – io li condivido senz’altro – la loro realizzazione ha deficit di cultura e di comprensione dei fenomeni che dovrebbe regolare che sono allarmanti.

Anziché basarsi sugli uffici studi ci si basa sui social e sulla forza dei likes di Facebook”.

Avv. Agnello: “Decreto in contrasto con importanti principi costituzionali e dei Trattati UE”

Dello stesso avviso l’avvocato, esperto di gaming, Daniela Agnello che qualche giorno fa ha dato le sue personali valutazioni sul Decreto a Gioconews.  Si tratta del legale che ha ottenuto importanti e storiche sentenze alla Corte di Giustizia Europea nel settore delle scommesse. Ecco alcuni passaggi dell’intervista:

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L’avvocato ha le idee chiare sulla strategia considerando che il ban assoluto della pubblicità è  in contrasto con il diritto interno e con il diritto eurounitario. Dalla lettura della norma appaiono mortificati diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana quale ad esempio la libertà di iniziativa economica e principi comunitari tutelati dal Trattato sul Funzionamento Ue.

“Operatori possono presentare ricorso chiedendo di sollevare questione di legittimità costituzionale”

Gli operatori, pertanto, a seguito della concreta applicazione dell’articolo 0, titolo III del ‘decreto Dignità’, potranno presentare un ricorso giurisdizionale di diritto interno per la tutela dei diritti acquisiti, chiedendo di sollevare la questione di legittimità costituzionale e il quesito di compatibilità comunitaria delle norme. Vi possono essere, inoltre, altri mezzi di tutela comunitaria contro gli eventuali deficit tecnici dell’emananda legge. Confidiamo in un approfondito esame tecnico da parte del Parlamento durante l’iter di conversione in legge”. Fatto che non è accaduto alla Camera.

“Gioco è il 4,4% del PIL. Perdite gravi per erario e occupazione”

“Il volume d’affari del gioco è cresciuto nell’arco degli ultimi quattro anni in maniera esponenziale e rappresenta il 4,4 del prodotto interno lordo dello Stato Italiano. Oltre alle ingenti entrate erariali, intorno a tale settore, gravitano migliaia e migliaia di posti di lavoro. Dalla Relazione illustrativa del decreto emerge che il divieto è giustificato dalla finalità di rafforzare la tutela del consumatore e dei soggetti più vulnerabili di una dipendenza socioeconomica con veri e propri effetti patologici e per un più efficace contrasto alla ludopatia.

“Probabile aumento del debito pubblico che è già a livelli imbarazzanti”

Mantenendo il rispetto per i malati di gioco e per i soggetti deboli, ritengo che il divieto totale di pubblicità in tale settore, arrecherà un grande danno per l’economia nazionale, con conseguente ulteriore depauperamento del patrimonio dello Stato e un ovvio aumento del debito pubblico italiano, che già oggi ha raggiunto cifre imbarazzanti“.

“Intervento che mortifica la libertà di iniziativa economica”

“Un intervento così restrittivo mortifica certamente la libertà di iniziativa economica e scoraggia gli investimenti e la produttività, con conseguenti gravi ripercussioni sulle casse dell’Erario e sul settore lavoro, generando sempre più disoccupazione, il cui tasso in Italia è arrivato a livelli massimi storici”.

“Se si vuole realmente e concretamente contrastare la ludopatia, si dovrebbe vietare il gioco nel senso più ampio del termine, si dovrebbe eliminare definitivamente il ‘settore gioco’, con tutte le inevitabili, gravissime e irreparabili conseguenze in termini di perdite erariali e occupazionali per lo Stato e per i suoi cittadini”.

“Il divieto della pubblicità delle sigarette non è servito a nulla”

“Una misura simile a quella in oggetto è stato realizzata relativamente al mercato delle sigarette. Anche in questo caso, è stata vietata qualsiasi forma di pubblicità. Occorre però rilevare che in questo settore, il divieto di pubblicità non ha in alcun modo disincentivato l’uso della sigaretta. La percentuale di fumatori in Italia, ancora oggi, è elevatissima.

Anche tale precedente, relativo al mercato del tabacco e delle sigarette, dimostra che il divieto di pubblicità non è lo strumento idoneo a contrastare l’abuso o la ‘patologia’ in qualsiasi settore“.

“Ripercussioni sulla sopravvivenza del sistema calcio”

“L’introduzione del divieto assoluto di pubblicità nel settore del gioco è certamente inefficace per soddisfare i dichiarati obiettivi del Governo italiano, appare una misura inutile e dannosa per l’economia italiana globale. Pensiamo a quanti ‘official betting partners’ della seria A scompariranno con ripercussioni anche sulla sopravvivenza del ‘sistema calcio’. Pensiamo a quante multinazionali del gioco fuggiranno dal nostro Paese!”.

“Stato italiano esposto a contenziosi e rischio risarcimenti danni”

“La riserva per i contratti pubblicitari attualmente in vigore e per le lotterie nazionali, così come la proclamazione che non sono ammessi nuovi accordi con scadenza oltre un anno, appaiono misure che esporranno lo Stato ad un contenzioso con rischio di risarcimento dei danni in favore delle società private. Un Governo che si è insediato con apprezzabili prospettive di cambiamento non dovrebbe predisporre misure che potrebbero esporre lo Stato a contenziosi contro società con diritti acquisiti o misure che si potrebbero convertire in un male per il paese, le imprese e l’occupazione”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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