Nonostante non sia riuscito a sovvertire le sorti di un tavolo finale delle WSOP che lo vedeva fra i meno papabili per il titolo, il 2009 che va a concludersi sarà comunque un anno da incorniciare per il giovane inglese James Akenhead.
A soli 21 anni e con già la sponsorizzazione di Full Tilt Poker sulle spalle, Akenhead ha raggiunto il tavolo finale alle WSOP, alle WSOPE ed al Full Tilt Poker Million. Quest'ultimo riuscendo a vincerlo, il tutto nell'arco di un solo anno.
Si trattava di uno speciale torneo televisivo a più tappe in versione Shootout, che prevedeva la partecipazione di 72 selezionatissimi partecipanti, tutti rigorosamente invitati. Il primo premio, 500.000 $, come fetta più golosa della torta da spartirsi.
Con queste premesse, era evidente che anche il tavolo finale sarebbe stato spettacolare, come infatti è avvenuto. Seduti, oltre a due giocatori qualificatisi online dopo selezioni durissime su Full Tilt Poker, c'erano Luke “_FullFlush1_” Schwartz che si presentava chipleader, Akenhead che partiva secondo in chips ed altri importanti nomi quali Taylor “Green Plastic” Caby, Juha Helppi e Dag Martin Mikkelsen. Per una volta, se i partecipanti non sapevano chi fosse il pollo al tavolo un motivo pareva dunque esserci.
Ad andarsene per primo era lo short Taylor “Green Plastic”, che mandava i resti dal bottone con coppia di sette, chiamato da Mikkelsen che girava K-4! Ma il board sbriciolava il vantaggio di Taylor, quando un K al flop ed uno al turn lo facevano uscire prematuramente, pur con 50.000 $ di premio.
Ad andarsene erano quindi i giocatori qualificatisi online. Prima Peter Vasiliou, sempre per mano di Mikkelsen, poi poco dopo era il turno di Crage Wakeham, che perdeva il coinflip decisivo con Helppi.
A quel punto – rimasti in quattro – tutti i protagonisti più attesi della finale a parte “Green Plastic” erano ancora in gioco, ma la struttura complice forse la natura televisiva del torneo collassava paurosamente, costringendo i superstiti a lottare per le posizioni di testa di fatto in modalità push o fold.
Il primo a soccombere era Luke Schwartz, che dopo essersi attratto la cordiale antipatia di almeno la metà della comunità pokeristica mondiale deve essere riuscito anche nell'obiettivo di inimicarsi perfino le carte. Chiama infatti un push di Akenhead con 8-8, mentre il suo connazionale può mostrare solo A-7 suited. Ma a volte anche carte come quelle possono bastare. Il flop è infatti 10-9-8, che consegna sì il set a FullFlush1 ma anche progetto di scala e colore per Akenhead. Colore che si materializza come uno spettro sul turn, senza che il river possa far niente per esorcizzarlo. FullFlush1 rimane quindi molto corto, e nonostante un rapido double up deve infine arrendersi a Mikkelsen, quando il suo A-5 cede al K-Q suited del norvegese.
Era tuttavia proprio Mikkelsen ad andarsene in terza posizione, quando un redivivo Helppi prima doubleuppa ai suoi danni e poi lo finisce, guadagnandosi così l'heads-up contro Akenhead, per di più come chipleader.
Ma i bui molto alti rendevano tutto più complicato, così James riusciva prima a guadagnare la testa e poi a chiudere la pratica quando la coppia di dieci dell'inglese teneva contro la coppia di sei del nordeuropeo.
Un ennesimo successo per il suddito di Sua Maestà la Regina, per quanto nessuno dei partecipanti potrà dirsi insoddisfatto visto il payout:
1) James Akenhead $500.000
2) Juha Helppi $250.000?
3) Dag Martin Mikkelsen $200.000?
4) Luke “FullFlush” Schwartz $150.000?
5) Craig Wakeham $100.000?
6) Peter Vasiliou $75.000?
7) Taylor “Green Plastic” Caby $50.000
Akenhead sigilla così il suo anno magico con un'ennesimo traguardo prestigioso, ma nello stesso tempo lancia anche un avvertimento al mondo del poker: non tutti i giovani sconosciuti che ben figurano nel WSOP Main Event arrivano in fondo per caso. Di certo, l'inglese pare avere le carte in regola per tornare a far parlare di sé.