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Jeff Lisandro: “Cosa devo fare per avere uno sponsor?”

Jeff-LisandroHa vinto il suo quinto braccialetto in carriera a Londra, nelle sue vene scorre anche sangue italiano e negli ultimi due anni è stato il player più vincente delle World Series (con quattro tornei vinti). Stiamo parlando di Jeff Lisandro che nel 2009 è stato eletto Player of The Year WSOP. Nonostante i risultati strepitosi, nessuno sponsor ha bussato alla sua porta.

A Londra, durante il Main Event delle WSOPE, Jeff si sfoga: “Stavo pensando come sia difficile vincere a poker. Ed ho notato come giocatori più giovani riescono ad ottenere stipendi da 300.000$ l’anno, senza aver ottenuto risultati all’altezza”.

“Non mi sarebbe – racconta – dispiaciuto neanche a me avere un partner commerciale. Così ho deciso di andare in giro a chiedere cosa dovevo fare effettivamente per diventare un giocatore sponsorizzato. Nessuno mi ha risposto. L’indifferenza nei miei confronti è stata uno stimolo importante. Ai miei amici ho rivelato che avrei vinto tre braccialetti negli ultimi anni”. La promessa però non è stata mantenuta, perché Lisandro ha fatto ancor meglio, vincendone quattro tra il 2009 e il 2010, arrivando a quota cinque in carriera.

Secondo l’italo-australiano non sempre è necessaria la fortuna per vincere un braccialetto: “Nel Seven Card Stud (è la sua disciplina preferita, ndr) devi davvero lavorare sodo per ottimizzare al massimo il tuo gioco e spingere centimetro dopo centimetro in tuo favore. Con una concentrazione massima si riesce ad ottenere il risultato desiderato, contrariamente ad altri giochi”.

Jeff, nonostante i notevoli risultati ottenuti nei tornei, rimane comunque uno specialista di cash game: “Il mio obiettivo nel poker è sempre stato quello di guadagnare un milione all’anno. Ho giocato cash nei casinò di Londra, Parigi e al Bellagio. A Las Vegas gioco principalmente Big Game contro Phil Ivey e Eli Elezra”.

Jeff-LisandroA Londra, in questi giorni, un giornalista di PokerPlayer ha avanzato in modo provocatorio un consiglio al giocatore originario di Perth: perché non farsi consigliare o raccomandare dall’amico Phil Ivey (azionista di Full Tilt Poker) in fatto di sponsorizzazioni? Lisandro ha sbottato: “Non parlerei mai con un altro player di sponsorizzazioni e contratti. Non voglio passare per accattone. Se una poker room mi vuole come testimonial, deve venire da me, valutando i miei meriti”.

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I braccialetti però non sono sufficienti? “Dopo aver vinto il secondo evento alle WSOP, ero convintissimo che qualcuno avrebbe alla fine bussato alla mia porta. Ma nessuno si è presentato. Nulla di nulla. Così mi sono promesso: vinci il terzo e poi arriverà tutto! Ed invece niente”.

Questione di età? Gli esperti marketing fanno sempre valutazioni in base al ritorno di immagine. Lisandro non ci sta: “Allora perché investono in questi giovani giocatori sconosciuti? Che ritorno possono garantire alla poker room? Io non sono geloso di loro, gli auguro buona fortuna, ma non capisco perché non venga sponsorizzato qualcuno con un nome”. Come Jeff Lisandro ad esempio…

La politica del giocatore di Perth di sparare a salve contro il sistema rischia però di allontanare gli sponsor: “E’ un rischio che ho calcolato. D’altronde voglio che tutti sappiano che là fuori ci sono dei bravi giocatori che però non sono sponsorizzati”.

Si considera un giocatore più live che online:  “Mi piace guardare i miei avversari nel viso, in questo modo riesco a fare una lettura attenta del tavolo. Naturalmente se trovassi uno sponsor, giocherei regolarmente anche online”. Troppo tardi?

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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