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Un coach segreto per Joe McKeehen: "cambierò approccio preflop!"

Se foste chipleader del tavolo finale al WSOP Main Event, con più del doppio delle fiches sul più vicino degli 8 inseguitori, cosa fareste per prepararvi al grande momento? Joe McKeehen ha scelto la più ovvia: il relax assoluto. A questa ricetta, tuttavia, il professionista statunitense ha aggiunto anche un nuovo ingrediente: un coach segreto.

Lo ha svelato in una recente intervista a Pokernews.com, in cui Mckeehen accenna a molte delle sfaccettature che dovrà tenere in considerazione tra qualche settimana, quando si ritroverà a fronteggiare il nostro Federico Butteroni e gli altri 7 avversari nella lotta al titolo più ambito che si possa immaginare in questo gioco.

Riserbo assoluto sull'identità del suo personal coach per questo evento speciale. "Lo conosco da anni, e ci siamo cercati a vicenda", è l'unica cosa che Joe si lascia sfuggire, parlando di questo misterioso aiutante.

Ma non pensiate a strategie personalizzate su ciascuno dei rivali, perchè sareste fuori strada: "Non ho fatto nulla di questo genere con nessuno, perchè ciascuno di essi si starà facendo coachare a sua volta per cambiare il proprio approccio, quindi preparare piani specifici non avrebbe alcun senso."

E come si può preparare un super-chipleader a questo tavolo finale? "Sto cercando di guardarlo come un torneo del tutto nuovo, con 8 nuovi avversari. E' una sorta di sfida nella sfida", ammette. Soprattutto, Joe è consapevole di un fatto: "starà a loro provare a trovare le contromisure su di me, perchè qualsiasi cosa succeda al final table, dovrà passare da me. Ne sono certo". E forse lo saremmo anche noi, con la chiplead più ampia che si sia mai vista da quando sono stati inventati i November Nine.

Saranno dunque gli altri a dover fare la prima mossa, per cercare di cambiare il proprio destino nell'appuntamento più importante nella vita di un poker player. Ma qualcuno degli aspetti su cui si focalizzerà McKeehen lo svela.

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In primo luogo, l'approccio preflop. Dopo avere giocato con statistiche da maniac durante gli ultimi due tavoli, McKeehen è convinto che sarà proprio nel preflop che dovrà effettuare gli aggiustamenti più importanti, anche in considerazione dell'altro aspetto destinato a diventare decisivo: gli scalini dei premi.

Se da un lato infatti il final table rappresenta già un traguardo e - insieme - un punto di partenza per ciascuno, sarà molto più difficile "bullare" come avvenuto nel day 7 di luglio. Basta guardare le differenze monetarie tra le varie posizioni, per notare come il payout diventi molto più orizzontale in alcune parti. La differenza tra 10° e 9° posto è più o meno la stessa che ci sarà tra 9° e 7°, e tra il 9° e il 6° balleranno "appena" 425mila dollari. Questo significa sostanzialmente una cosa: nelle prime fasi del final table, i giocatori avranno molta meno paura di venire eliminati.

Joe Mckeehen lo sa bene, ed è su questa prima fase che sta concentrando tutti i suoi sforzi. Naturalmente, la nostra speranza è che qualcuno rovini i suoi piani...

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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