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Maurizio Guerra: “Poker fenomeno di massa, ma crea modelli di nicchia”

L’annuncio del nuovo palinsesto di People’s Poker è il primo segnale forte mandato da Maurizio Guerra al mercato del poker, nel suo nuovo ruolo di responsabile Skill Games di Microgame. Come promesso, però, non ci siamo accontentati: ecco allora una serie di domande che abbiamo sottoposto al manager barese.

Al tempo fosti il primo a parlare di errori storici del poker italiano, ma se hai accettato questo ruolo è perchè sei convinto che la barca del settore si possa ancora raddrizzare. Come?
Quando abbiamo fatto quell’intervista il poker era al suo massimo storico sia come numero di giocatori attivi che come spesa totale, eppure si potevano già intravedere alcune delle cause del futuro calo. Da allora si è passato da più di mezzo milione di giocatori attivi al mese a meno di 250.000 e qualche domanda bisogna farsela. Cos’è successo? Perchè la gente si è disamorata al gioco? Perchè i giocatori preferiscono altri giochi a quello del poker?

E poi ci sono altre domande sul mercato: com’è possibile che il tasso di alfabetizzazione informatica sia ai massimi storici grazie alla diffusione dei device mobili, che i volumi di vendita dei digital contents siano decuplicati mentre il gioco on line è stabile da quattro anni? Problemi complessi richiedono soluzioni complesse e strumenti di analisi adatti, e sicuramente è impossibile sintetizzarli qui. Se c’è però un aspetto su cui focalizzerei particolarmente l’attenzione è quanto poca Business Intelligence si faccia nel nostro mondo.

Ti faccio un esempio con dei numeri non troppo lontani dalla realtà: se l’85% dei giocatori ha una spesa media mensile di 100 Euro, una media ore giocate di 15 e si logga in media 6 volte in un mese io devo costruire un’offerta tarata sulla sua esigenza. Non posso pensare che un giocatore possa moltiplicare x5 o x10 la sua spesa media od il tempo passato a giocare on line perchè anche se dovesse succedere un mese poi difficilmente lo rivedrò più. Tarare l’offerta sulle esigenze del giocatore è fondamentale in qualunque business on line: se vado su Amazon per acquistare uno Swatch la volta successiva che accedo alla pagina non troverò la pubblicità di un Rolex.

La tua esperienza professionale nel mondo dei casinò ha consolidato le tue convinzioni sulla necessità di de-iperprofessionalizzare il poker rendendolo più amateur-friendly? Se sì, in qual modo?
Il poker deve risolvere la sua storica contraddizione intrinseca: vuole essere un fenomeno di massa o un fenomeno di nicchia? Se – come io ritengo sia – il poker è un fenomeno di massa allora promuovere, come per anni è stato fatto, esclusivamente la cultura del professionismo è stato un errore marchiano. Il professionismo è un lavoro per pochissime persone, e tranne rare eccezioni è un’attività con un ciclo di vita particolarmente breve. Che senso ha per un fenomeno di massa creare dei modelli di emulazione di nicchia?

Alessandro ‘Wodimello’ De Michele, secondo Guerra un testimonial ideale per il poker

A me sembra ovvio che si è voluto importare il classico modello del Testimonial sportivo, ma il target di riferimento di uno sport è completamente diverso da quello del poker. Torniamo al discorso di prima, capire chi è e cosa vuole il giocatore di poker on line: c’è sicuramente una fascia 18-25 che molto spesso si approccia al poker per trovare un riscatto rispetto ad un mondo del lavoro che lascia sovente poco spazio alla meritocrazia, ma poi c’è la stragrande maggioranza di giocatori che hanno un lavoro, una famiglia ed una buona posizione sociale. Mi chiedo: perchè uno così dovrebbe voler diventare un professionista?

Me lo chiedo anch’io. Qual è la tua risposta?
Il modello emulativo che andava spinto maggiormente era quello esperienziale del “Campionismo”, l’idea che grazie al poker online chiunque poteva vivere un’esperienza intensa come quella di vincere uno o più grandi tornei. In Italia abbiamo avuto tanti esempi di giocatori fortissimi, con grandi risultati che hanno deciso di mantenere il loro lavoro. Penso ad Alessandro De Michele che poteva essere un testimonial eccezionale per qualunque poker room e che invece ha dovuto vincere una difficile competizione per avere una sponsorizzazione. Parliamo di una persona che ha sempre lavorato e che ha coltivato la passione per il gioco ottendendo grandi risultati sia on line che live. Quello per me è il modello ideale da promuovere insieme a quello del professionista, che però vedrei meglio come Tutor o Coach.
Invece il modello del Team Pro come abbiamo visto è stato via via abbandonato dalla grande maggioranza delle room e purtroppo non è stato sostituito, lasciando il poker povero di ambasciatori e portavoce.

Ma secondo te non si può favorire una tipologia di clienti senza necessariamente penalizzarne un’altra?
Non considero una strategia alternativa all’altra. Se favorisco l’amatore creo i presupposti per un modello liquido e sostenibile da cui il professionista non può che trarre vantaggio. Il “vero” professionista perde non quando gli tolgo qualche punto di rakeback o modifico le classifiche, ma perde quando non trova action ai tavoli.

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Peraltro anche il mondo dei professionisti è molto variegato e contiene varie categorie di giocatori verso cui bisogna fare i dovuti distinguo. Ci sono professionisti che hanno capito le logiche di business e lavorano per la sostenibilità  per il lungo periodo: parlo dei Prop Player e dei Mass Grinder. Poi ci sono numerosi giocatori che invece fanno solo selezione e Bum Hunting: sono pratiche lecite, per carità, ma si scontrano con quelle che sono le logiche del business. Noi vendiamo intrattenimento, i tavoli sono offerti per il divertimento dei giocatori ed i giocatori hanno tutto il diritto di sedersi senza doversi considerare “prede”.

Hai già qualche idea per il PPTour?
Essere l’unica poker room Italiana che continua a promuovere il suo circuito di tornei live è motivo di grande vanto. Tieni conto abbiamo in carico l’intera organizzazione dell’evento, dalla sistemazione in hotel all’organizzazione della copertura televisiva per tutta la durata del torneo, e da quanto ho potuto leggere e vedere di persona ogni tappa ha pienamente soddisfatto le aspettative dei giocatori: questo soprattutto grazie al grandissimo lavoro di Ivan Fantasia e dell’intero team.
Consci della qualità della nostra offerta, per la prossima tappa abbiamo deciso di rilanciare con un’edizione speciale, per chiudere l’anno alla grande.

 

Che anteprima ci stai dando?
Vogliamo consentire al maggior numero possibile di persone di conoscere dal vivo, e non solo attraverso la tv, il nostro evento. Per questo abbiamo messo a disposizione dei nostri giocatori 150 pacchetti garantiti dai nostri satelliti on line,  dal buy in accessibilissimo di 15 € e con la possibilità anche di qualificarsi al satellite a partire dai freeroll. La tappa si giocherà a San Marino, una location facilmente raggiungibile da qualunque parte di Italia ed avrà un buy in di 550 Euro, così da consentire anche a chi non riesce a qualificarsi di partecipare. I satelliti on line partiranno dal 28 Settembre.

Chiudiamo tornando all’online. Pause sincronizzate e hand-4-hand: puoi ipotizzare una tempistica di rilascio per migliorare l’offerta MTT di People’s Poker sotto questi due aspetti?
L’esperienza mi ha insegnato a non promettere quello che so che non posso mantenere, quindi preferisco evitare di darti dei tempi, ma preferisco darti una garanzia: il mio impegno totale, da amante nel gioco, per lavorare su tutti quegli aspetti del software che migliorino il divertimento del giocatore.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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