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Patrik Antonius in Esclusiva: “negli high roller c’è tanto valore! Ho giocato cash a Macao”

Dal nostro inviato Stefano Atzei

Da diversi anni non ti si vedeva più tanto in giro: come mai hai deciso di tornare in scena e metterti in gioco negli High Roller?

C’è sicuramente molto valore da prendere, sebbene le mie spese siano alte, ma ho sempre dato il mio meglio quando la posta in gioco si alza. Di recente ho giocato tanto cash game, principalmente a Macao, dedicando tanto tempo ad attività extra poker. Per quanto riguarda i tornei ho ripreso l’anno scorso a Monaco e inizialmente non sapevo come sarebbe stato giocare con questi ragazzi, ora invece ho un’idea precisa di chi gioca e come.

Fortunatamente c’è grande fair play e non ho visto nessuno agire in modo scorretto o mettere in scena angle shooting e affini.

Quali sono i tuoi programmi e progetti?

Sto pianificando di giocare più tornei ed essere più attivo via social. Non è facile per me, non l’ho mai fatto, ma ora ho dei professionisti che mi aiutano e tutto viene in maniera molto naturale. Sono molto impegnato nella mia daily routine e non riesco a far tutto da solo. A volte sono i miei assistenti a spingermi a fare qualcosa, organizzare. So cosa fare per essere al top nel poker e ho persone che mi aiutano nella quotidianità. Non è facile per nessuno trovare un equilibrio nella vita, a prescindere dalla posizione.

Com’è il tuo rapporto coi fan?

Devo ammettere di esser stato così tanto tempo fuori dalle scene che mi ero completamente scordato di avere un bel seguito. In molti mi hanno contattato usando i social media, erano così eccitati che tornassi a giocare, sembrava quasi fossero più felici loro per il mio successo di quanto non lo fossi io. I fan sono uno stimolo in più per giocare, rimettermi in discussione e far bene. Voglio aiutare il poker a crescere, fare qualsiasi cosa per migliorarlo. Negli ultimi anni il movimento sembra essersi risvegliato, in tanti giocano cash e tornei e si spera che in futuro alcuni paesi intervengano a livello legislativo per migliorare ulteriormente la situazione.

Sappiamo che hai qualcosa da dire in merito allo shotclock…

Sì, assolutamente. Penso che sia un’ottima soluzione ma bisogna rivedere alcune dinamiche.  Dovrebbero esserci differenti time bank per altrettante situazioni, sia nel preflop che nel postflop. Alcuni sfruttano fino alla fine i 30 secondi a disposizione anche per un semplice fold preflop e questo è terribilmente fastidioso. A me piace il ritmo e quando gli avversari perdono tempo in modo esplicito semplicemente uccidono il ritmo.

Immaginiamo che Isildur1 avesse avuto soltanto 30 secondi di tempo per venire a capo della mano decisiva all’heads-up dello scorso Million, invece dei tre minuti abbondanti che l’hanno spinto a chiamare e vincere il torneo: non sarebbe stato un peccato anche per lo spettacolo?

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Quella è una situazione particolare, in realtà le persone vogliono vedere azione. Il poker è già abbastanza noioso così com’è da vedere, non penso che gli spettatori preferiscano assistere a lunghe attese prima di ogni singola azione. Lo shotclock risulta essere un vantaggio per chi è più veloce ma bisogna usarlo con criterio.

Tornando agli High Roller, nel corso di una recente intervista Phil Hellmuth ci confessò di non sopportare il fatto che qualcuno giochi con percenutali bassissime della sua action: “Stanno sempre a parlare di quanto siano bravi ma giocano coi soldi degli altri” . Tu cosa pensi a riguardo?

Non sono per nulla d’accordo con lui. Non mi interessa con quali soldi gioca la gente, piuttosto vorrei sapere se quel ragazzo che gioca al 20% ha o meno una parte dell’action di quell’altro che a sua volta gioca al 20%, e così via. Perché se ci trovassimo tutti allo stesso tavolo, magari uno dei due potrebbe fare una scelta diversa in un determinato scenario per evitare di eliminarsi a vicenda. E’ qualcosa di molto difficile da controllare ma è un dato di fatto. Per contro posso dire che la correttezza dei giocatori è esemplare, non ho mai assistito a delle giocate sospette.

Seconda parte intervista Patrik Antonius – fine

Leggi qui prima parte intervista di Antonius

 

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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