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Poker e ludopatie – Gimondi (GDPoker): “Il gioco online è il più controllabile”

Un settore come quello del poker online in Italia, vera sorpresa ed autentico boom in un periodo di crisi economica mondiale, è costretto a portarsi dietro il fardello del pericolo-ludopatie, che comprende sia i luoghi comuni derivanti dall’immagine di fattore-rovinafamiglie radicato nei gangli di un certo sentire comune italico, sia i reali rischi che lo sviluppo esteso della passione per il gioco può scatenare in soggetti potenzialmente fragili.

In questo senso, importante è stato il convegno “Gioco problematico: miti e realtà“, promosso dal gruppo Bwin/Gioco Digitale che si è tenuto oggi a Milano. Nel convegno – del quale ci riferisce Agipronews – sono stati presentati i risultati di alcuni rilievi statistici che fotografano la situazione italiana da diversi punti di vista, naturalmente in riferimento al gioco in generale.

E’ dunque emerso, da uno studio dell’istituto di ricerca Human Highway, che un italiano su due tenta la fortuna al gioco, ma solo l’1,7% ha problemi di ludopatia. Il  campione selezionato è rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra i 18 e i 70 anni. Dallo studio emerge come il gioco mantenga la sua funzione ludica per la maggior parte dei giocatori (46,9% della popolazione, 18,6 milioni di individui) e che la quota di popolazione che manifesta comportamenti ed atteggiamenti riconducibili ad una dimensione ludopatica sia pari all’1,7% (cioè circa 673.000 individui). Esiste poi una percentuale consistente di giocatori esposti – a livelli e con sfumature differenti – al rischio di sviluppare una patologia.

In questo senso, il gioco online si presenta mediamente molto più sicuro e controllabile, anche in una visione preventiva, per questo tipo di problematiche. Ne è convinto l’A.D. di Bwin/Gioco Digitale Paolo De Feo: “Ogni forma di divertimento può generare eccessi. Il gioco online, a differenza del gioco tradizionale, si distingue tuttavia per il fatto che ha la caratteristica di essere nominativo, il che ci consente di poter lavorare su politiche individuali di tutela del giocatore. Ci auguriamo che il nostro impegno possa servire per conoscere meglio e migliorare il settore, e allo stesso tempo che questi studi possano ampliarsi e coinvolgere anche altri operatori”, ha dichiarato ad Agipronews.

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Fausto GimondiGli fa eco Fausto Gimondi, direttore contenuti di bwin/giocodigitale, che ha illustrato i risultati della ricerca della Harvard Medical School sul gioco online, compiuta su un campione di 48 mila giocatori in tutto il mondo e durata tre anni. “Tra i miti da sfatare c’è anche il fatto che al gioco online sia da attribuirsi la crescita del gioco patologico. Se da una parte è più facile giocare online, e se allo stesso tempo internet fornisce una maggiore offerta, la ricerca Harvard afferma che le persone sviluppano la capacità di gestire le opportunità di gioco nel proprio contesto. In altre parole, non esiste un rapporto diretto tra opportunità di gioco e crescita della ludopatia“.

L’online, a differenza di quanto si può pensare, offrirebbe uno strumento di controllo in più per prevenire il rischio di gioco patologico. “Se una persona è affetta da ludopatia – ha proseguito Gimondi – difficilmente può nascondere le giocate online, a differenza di quanto può fare un giocatore al bar davanti a una slot. Il gioco online è perfettamente tracciabile. Internet, al contrario, non è un luogo anonimo”.

fonte: Agipronews

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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