Negli Stati Uniti è in corso una dura lotta di potere per legalizzare il poker online. E’ stata definitivamente bocciata l’offensiva dei casinò di Las Vegas, con il progetto legge presentato negli ultimi giorni di dicembre da Harry Reid, leader della maggioranza al Senato ed eletto – non a caso – in Nevada.
Il Senatore democratico voleva boicottare la leadership di PokerStars e Full Tilt Poker, sfruttando i voti dei deputati in scadenza di mandato. Il ‘golpe’ però è fallito e la potentissima Poker Players Alliance (PPA), associazione dei giocatori e lobby ben rappresentata a Capitol Hill, si sta movendo, sfruttando la nuova composizione del Congresso che registra una larga maggioranza repubblicana alla Camera.
In questo clima di incertezza, con il presidente democratico Obama che dovrà per forza di cose relazionarsi con il partito rivale, ha buon gioco la PPA, associazione trasversale ai due schieramenti politici. Nel contesto bipartisan sta lavorando il senatore John Campbell su un nuovo progetto legge più aperto alle esigenze dei giocatori. Ruolo non secondario sta avendo nello scacchiere politico Howard Lederer, socio influente di Full Tilt Poker. The Professor, da buon stratega, sta supportando l’azione della PPA, nel cui consiglio direttivo ha peso anche l’ex campione WSOP, Greg Raymer.
Campbell è in una posizione strategica essendo membro del ‘House Committee on Financial Services’, la commissione che ha competenza anche in materia di e-gaming. Non a caso, il senatore californiano ha anche lavorato con Barney Frank al precedente disegno che è rimasto lettera morta con la scadenza del mandato a dicembre del 111esimo Congresso, nonostante abbia ottenuto i voti favorevoli del comitato.
Il nuovo progetto prevede l’apertura incondizionata a tutti i players del mondo, l’abolizione o la limitazione del periodo di blackout che avrebbe dovuto tenere in stand-by il gioco online per 15 mesi e l’allargamento a tutti gli Stati oltre ad importanti sgravi fiscali. Inoltre, le società che stanno operando in questo momento negli USA, come PokerStars e Full Tilt, nonostante le restrizioni UIGEA (normativa voluta da Bush sulle transazioni finanziarie), potranno acquisire le future licenze senza alcuna limitazione o svantaggio, come invece aveva previsto Harry Reid, intenzionato ad avvantaggiare i casinò di Las Vegas, suoi sponsor elettorali e prossimi allo sbarco nell’e-gaming.
Campbell ha inoltre previsto che le poker rooms dovranno avere una sede legale negli Stati Uniti. Una delle poche norme restrittive riguarda i minori di 21 anni che non potranno accedere ai siti web. Il problema ancora irrisolto riguarda i sistemi di controllo dell’età dei giocatori.
Luciano Del Frate