Negli Stati Uniti verrà presentato un nuovo disegno di legge per regolamentare il poker online con importanti implicazioni a livello mondiale e restrizioni significative per le principali rooms a favore solo dei casinò del Nevada. Una notizia che potrebbe influenzare i futuri scenari europei ed italiani, per due ragioni: la prima è che società come PokerStars e Full Tilt Poker, saranno – nei prossimi due anni – ancor di più incentivate ad investire nel nostro paese e nel Vecchio Continente. Il nuovo disegno legge favorirà solo le lobby dei casinò di Las Vegas e potrebbe sancire la fine della deregulation dei siti .com operanti soprattutto in Nord America.
Il secondo motivo è che se il progetto verrà accolto dal Congresso USA (e a livello politico ci sono tutte le condizioni), i players statunitensi verranno isolati dal resto del Mondo per i primi due anni, non vi sarà più un mercato di ‘liquidità’ internazionale ma solo interna, come avviene in Italia ed in Francia ed in altri paesi nordici (vedi Finlandia ad esempio). Così i giocatori a stelle e strisce potranno giocare solo tra di loro: Tom Dwan potrà giocare contro Phil Ivey e Daniel ‘jungleman12’ Cates ma non contro i finlandesi Patrik Antonius (residente a Montecarlo) o Ilari ‘Ziigmund’ Sahamies, per fare degli esempi. Il mercato USA sarà bloccato a giocatori stranieri e viceversa.
Come è noto, negli Stati Uniti, Barack Obama, durante i primi due anni della sua presidenza non è riuscito a trovare il consenso all’interno della sua maggioranza per far passare il disegno legge di liberalizzazione del gioco online, a causa di una forte contrapposizione interna del partito Democratico. Con le recenti elezioni, di fatto, la Casa Bianca ha perso il controllo del Congresso: la Camera è passata nelle mani dei Repubblicani. Così il presidente, per governare, è dovuto scendere a compromessi con il partito dell’opposizione ed in questo ambito si inserisce il nuovo disegno legge, in particolare nel pacchetto dei tagli fiscali che Obama ha concordato con i Repubblicani.
L’iniziativa è partita dal leader della maggioranza al Senato Harry Reid, eletto nel distretto del Nevada e accusato, un mese fa, di essere stato rieletto grazie all’appoggio dei casinò di Las Vegas ed in particolare da Caesars Entertainment (ex Harrah’s Entertainment) e MGM Resorts International.
Secondo alcuni senatori, la futura legge sarà un modo per creare un monopolio online controllato solo dai casinò del Nevada e del New Jersey, stato che ha appena regolamentato il gioco su internet.
Non a caso, a poche settimane dalla sua nomina nel Congresso USA, il senatore ha presentato un disegno legge spudoratamente a favore delle sale da gioco che, da tempo, hanno programmato investimenti massicci nell’online per contrastare la crisi che sta colpendo Las Vegas e Atlantic City.
A Capitol Hil stanno circolando due versioni del progetto di legge che hanno entrambe come finalità quella di introdurre la proibizione del gioco d’azzardo online, la regolamentazione del poker su internet ed il rafforzamento delle norme UIGEA sui pagamenti e le transazioni bancarie nei confronti dei siti web dedicati al gambling. “Prohibition of Internet Gambling, Internet Poker Regulation, and Strengthening UIGEA Act of 2010” è la denominazione del disegno legge. L’intento è quella di creare un sistema centralizzato di controllo a livello federale, con il rilascio di concessioni quinquennali rilanciate dal Dipartimento del Commercio.
Secondo la seconda versione, quella più morbida, verrebbero ostacolate in maniera evidente le maggiori poker rooms che operano nella Federazione. La bozza del decreto è ancora in fase di elaborazione ma ad alcuni senatori è già stato fornito un testo.
Ecco le principali novità:
- Sistema di licenze della durata di cinque anni.
- Sospensione della licenza per due anni per gli operatori che non hanno operato negli ultimi cinque, con una concessione di un casinò fisico.
- Per chi opera senza licenza anche per un giorno è prevista una pena detentiva di cinque anni ed una multa di un milione di dollari.
- Per i primi tre anni, i giocatori statunitensi potranno giocare solo tra di loro.
- E’ previsto un periodo di blackout di 15 mesi per il rilascio di qualsiasi licenza.
- Ogni singolo Stato è libero di decidere se applicare o meno il sistema normativo federale.
Inutile dire che il disegno legge appare iniquo e volto a favorire solo le potentissime lobby dei casinò di Las Vegas ed Atlantic City e penalizzerebbe non poco PokerStars, Full Tilt Poker ed altre rooms impossibilitate nei primi due anni di poter operare regolarmente e quindi tagliate fuori dal mercato.