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Poker Proibito, chissà  perché

Il famoso giornalista Cesare Lanza, scrittore sul quotidiano nazionale “Libero” di Vittorio Feltri e su LaMescolanza.com, è stato contattato da GrandeAlba (moderatore del forum) e ha deciso di scrivere un articolo sull’irruzione della guardia di finanza al torneo di Amalfi.
Trovate tutte le news in merito nel nostro forum e l’articolo scritto sul quotidiano di seguito.

“POKER PROIBITO,CHISSA’ PERCHE’ di Cesare Lanza ” Libero

Mi informano ( grandealba@tiscali.it , le notizie sono pubblicate sul sito www.AssoPoker.com ) che ad Amalfi un torneo di poker è stato bloccato dalle forze dell’ordine. Alcuni lettori chiedono un mio commento. Ebbene, sarebbe stupido e ingiusto prendersela con gli agenti della Finanza, che hanno bloccato lo svolgimento del campionato e hanno accertato l’identità dei giocatori. Perché hanno fatto il loro dovere, secondo le leggi che debbono far rispettare. E, secondo legge, il gioco d’azzardo è proibito, in Italia.
Fatta questa doverosa premessa, la prima riflessione riguarda le storture della legge. Il gioco d’azzardo è davvero proibito? E allora perché esistono (sulla base di concessioni attribuite, con motivazioni molto discutibili, durante il fascismo o nel caos immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale) quattro casinò? A Campione d’Italia, Saint Vincent, Sanremo, Venezia. E perché l’autorizzazione non è concessa ad altre località turistiche, che da tanti anni la inseguono? La legge non dovrebbe essere, per diritto costituzionale, uguale per tutti? E perché sono state autorizzate le sale bingo? E perché, da sempre, sono tollerate le sale private in cui si gioca a tombola (cioè, il bingo), tornei, campionati, ecc?
Ci vorrebbe una legge-quadro persuasiva, ispirata a principi equi e validi per tutti. Ma non è semplice.

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Qualcuno dovrebbe spiegare perché lo Stato, che si indigna e per legge proibisce il torneo di poker ad Amalfi, è poi lo stesso Stato che lucra sul lotto (tre estrazioni alla settimana!) e sulle lotterie. Che sono, come qualsiasi persona dotata di intelligenza sa bene, una tassa indiretta: un modo per spennare i polli che inseguono il sogno, e poco importa se qualcuno si rovina o addirittura si ammazza, quando – ad esempio – il 53 non esce sulla ruota di Venezia.
La seconda riflessione riguarda i falsi moralismi, le ipocrisie, i bigottismi. I cittadini, se vogliono (come succede altrove), hanno diritto al gioco e lo Stato dovrebbe limitarsi a controllare che il gioco sia svolto correttamente, senza riciclaggi di denaro, senza usure, senza infiltrazioni della malavita: ricavandone proporzionate tassazioni nell’interesse della comunità. E scoprendo che il gioco, se gestito con intelligenza, può essere uno strumento e un buon motore per lo sviluppo del turismo e dell’occupazione.
Lo hanno capito non solo negli Stati Uniti e in Inghilterra e in Germania, ma anche in tutti i Paesi confinanti con l’Italia o a noi vicini, dalla Spagna alla Francia, dalla Svizzera all’Austria, dalla Slovenia alla Croazia , dalla Grecia a Malta.
Dovunque, si è capito. In Italia, no: chissà perché (io un’idea ce l’ho e l’ho già espressa mille volte). 

 cesare@lamescolanza.com

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