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I concessionari preannunciano ricorsi: Leo Vegas: “andiamo in Corte Europea, ban non costituzionale, chiederemo i danni”

Iniziano a muoversi i concessionari che non ci stanno al ban totale ed assoluto previsto dal Decreto Dignità e voluto dal Movimento 5 Stelle che va solo contro il gioco online (ovvero solo il 5% della spesa dei giocatori italiani). Un provvedimento che non tutela nessuno ma che crea solo delle grosse distorsioni sul mercato, creando delle discriminazioni legali palese sul mercato. Si preannunciano una serie di ricorsi e richieste di risarcimenti danni ingenti.

Niklas Lindahl country manager di Leo Vegas Italia

A preannunciarlo è anche Niklas Lindahl, Managing Director Italia di LeoVegas Gaming, colosso svedese quotata alla borsa di Stoccolma e al Nasdaq, che opera in Italia con una regolare concessione ADM: “ricorreremo alla Corte di Giustizia Europea, abbiamo investito molto e rischiamo dei danni pesanti”. Si prevedono risarcimenti danni ingenti, considerando gli investimenti fatti dalla multinazionale scandinava in Italia in questi anni. Ma sarà solo la prima azione giudiziale di una lunga serie. Questo il comunicato stampa:

“Invitiamo il Ministro Di Maio a rivedere una proposta che non rispetta la Costituzione italiana e non aiuta in alcun modo a risolvere il problema della ludopatia, tema molto serio che andrebbe affrontato senza slogan populisti e azioni ad effetto, ma che anzi potrebbe portare ad effetti esattamente contrari. Vietare la pubblicità dei giochi online da parte di società serie come LeoVegas – che ha ottenuto regolarmente la licenza da parte dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) e garantisce il pieno rispetto della regolamentazione italiana in materia di gioco a distanza – non potrà mai essere la soluzione a quella che è stata definita sommariamente “azzardopoli”, senza fare le dovute distinzioni e gli approfondimenti necessari”.

“Da un punto di vista puramente politico, questo decreto promuoverà considerevolmente il gioco d’azzardo illegale, poiché la possibilità di fare pubblicità è il principale vantaggio degli operatori con licenza rispetto agli operatori non autorizzati. Gli operatori senza licenza continuerebbero a fare pubblicità sui siti web e sarebbe molto difficile far rispettare il divieto nei loro confronti e dei loro affiliati, mentre gli operatori autorizzati sarebbero obbligati a rispettare il divieto. Ciò vanificherebbe gli sforzi compiuti dall’autorità italiana per il gioco d’azzardo durante almeno l’ultimo decennio per regolamentare il gioco d’azzardo online. Come dimostra la storia, qualsiasi forma di proibizionismo ottiene l’unico risultato di avvantaggiare modus operandi illeciti, trascinando i consumatori in zone d’ombra da cui è difficile uscire.

Sotto il profilo giuridicoquesto divieto è così ampio e poco approfondito che potrebbe impedire qualsiasi comunicazione al pubblico da parte degli operatori di gioco online. Infatti, a differenza degli operatori fisici che hanno sale da gioco/negozi di scommesse sportive nelle strade, attraverso le quali attirare i giocatori, gli operatori di gioco online sono obbligati, in base all’accordo di licenza con i Monopoli di Stato, a commercializzare i loro prodotti solo attraverso canali di comunicazione a distanza. Ciò significa che tale divieto impedirebbe agli operatori di svolgere effettivamente la loro attività, mentre l’attuale legge sulla pubblicità del gioco d’azzardo italiano regola solo le fasce orarie e i canali TV. Ed è proprio sotto il punto di vista giuridico che il Decreto Dignità sembra non essere costituzionalmente valido, poiché:

•  Gli operatori sono titolari di una concessione pubblica in base alla quale è stata loro riconosciuta la facoltà, e l’obbligo, di offrire i giochi regolamentati e che sono stati pagati dagli operatori, stabilendo anche obblighi in termini di livelli di servizio. Se gli operatori non possono comunicare al pubblico i propri giochi, sulla base di condizioni che non erano in vigore al momento dell’assegnazione delle loro licenze, si può affermare che un termine essenziale delle condizioni di licenza sia cambiato e nasce l’opportunità di rivendicare potenziali danni;

•  Tale divieto rischia di andare oltre quanto consentito dalla Costituzione italiana che preserva la libertà di fare affari. La Costituzione italiana prevede che la libertà di fare impresa non possa essere in contrasto con “l’utilità sociale” e non possa danneggiare “sicurezza, libertà e dignità umana”. Ma se lo Stato ha deciso di regolamentare il gioco d’azzardo, anche impostando un regime di licenze dedicato, è giunto alla conclusione che il gioco d’azzardo in sé non è dannoso. Al contrario, il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo impedirebbe agli operatori di giochi online di gestire la propria attività che è stata espressamente autorizzata dallo Stato, che ha concesso una licenza dedicata a ciascun operatore e obbliga de iure gli operatori a offrirli;

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Il progetto di legge prevede che il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo non abbia un impatto sugli introiti finanziari pubblici. In questo senso, si riportano i dati ufficiali dei Monopoli di Stato rielaborati da Maurizio Fiasco, Presidente dell’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, secondo i quali l’Erario dello Stato italiano nel 2017 ha incassato 304.673.167 di euro solamente dai giochi online e il payout restituito ai giocatori, cioè la percentuale della raccolta che in media viene restituita ai giocatori sotto forma di vincita/premio, si è attestato a circa l’80 per cento. Se si considera l’intero settore dei giochi e delle scommesse (fisici e a distanza), le entrate erariali per il 2017 sono state di circa 10 miliardi (10,5 per cento della raccolta totale). Si dovrebbe considerare che se gli operatori di gioco d’azzardo online non possono comunicare la propria attività al pubblico, ciò avrà inevitabilmente un impatto sulle entrate fiscali (a beneficio degli operatori senza licenza). Inoltre, gli operatori che detengono una licenza potrebbero presentare un reclamo per ottenere il rimborso delle spese di licenza e degli investimenti che porteranno a controversie considerevoli fino alla Corte Costituzionale e persino davanti a tribunali europei con potenziali danni che lo Stato potrebbe essere obbligato a rimborsare. Ciò significa evidentemente che la bozza attuale non può essere approvata in quanto non ha una copertura finanziaria.

“La proposta del Ministro Di Maio è pericolosa e controproducente sia per i cittadini italiani che per lo Stato, oltre a non avere le condizioni costituzionali” ha aggiunto Niklas Lindahl, Managing Director Italia di LeoVegas Gaming.

Comprendiamo e condividiamo la preoccupazione sulla ludopatia, ma non è danneggiando gli operatori autorizzati dall’AAMS che si risolve questo problema. Anzi, LeoVegas è una garanzia per i propri utenti perché nasce dall’idea di coniugare intrattenimento e sicurezza, per offrire occasioni di svago e divertimento regolamentate in Italia dall’AAMS. Sappiamo che alcune persone possono sviluppare problemi legati al gioco e per questo LeoVegas ha come priorità il gioco responsabile e mette a disposizione dei suoi utenti la piattaforma LeoSafePlay. Esercitiamo controlli severi sui nostri giocatori, se vediamo un comportamento compulsivo o pericoloso blocchiamo l’account e contattiamo la persona per capire come possiamo aiutarla per tornare a un normale comportamento di gioco. Inoltre, offriamo al giocatore la possibilità di auto-bloccarsi dal nostro sito e anche su ogni altro sito di gioco in Italia. Abbiamo anche un programma di finanziamento delle terapie e delle cure necessarie. Abbiamo sviluppato uno degli algoritmi più avanzati in Europa per rilevare comportamenti compulsivi e non responsabili legati al gioco. Come azienda il nostro interesse non è certo rovinare le persone economicamente, ma permettergli di giocare e divertirsi in maniera responsabile. Esattamente come avviene nel settore degli alcolici. La regolamentazione, quindi, è fortemente voluta da società come la nostra che, va ricordato, paghiamo allo Stato rilevanti imposte e abbiamo ottenuto regolari licenze, cambiare le regole sulla pubblicità adesso vorrebbe dire rendere irregolari le licenze concesse dai Monopoli di Stato, oltre a danneggiare gravemente tutto il mondo della pubblicità e dei media” ha concluso il Managing Director Italia di LeoVegas Gaming”.

Come detto, Niklas Lindahl, ha anche preannunciato ad Agimeg anche azioni legali: “Si colpiscono solamente gli operatori legali, che tutelano il giocatore e pagano le tasse allo Stato. Eun decreto che va contro la costituzione e se il Governo proseguirà su questa linea ci rivolgeremo alla Corte europea. Abbiamo infatti acquisito una licenza e fatto investimenti importanti, non possiamo essere danneggiati in questo modo. Ritengo che sul tema si possa raggiungere un compromesso: dobbiamo fare come nel Regno Unito, dove la pubblicità sul gioco esiste, ma le regole sono ancora più severe”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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