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Rocco Palumbo: “liquidità condivisa? Idea positiva ma con la Francia sarà un macello, se giocheranno gli stranieri”

Italia e Francia stanno studiando da mesi un progetto di liquidità condivisa nel poker online. La maggior parte degli appassionati interpellati vorrebbe un mercato unico con il field dot com. Ma il futuro del poker online italiano sembra andare in un’altra direzione: la strada scelta dai Monopoli porta a Parigi.

Abbiamo chiesto un prezioso feedback a chi conosce molto bene il poker francese ed internazionale: Rocco Palumbo, uno dei giocatori italiani di MTT più talentuosi, con diverse presenze nella prestigiosa top 10 mondiale di PocketFives. RoccoGe ha vinto sulle rooms.fr circa mezzo milione di euro tra PokerStars.fr e Winamax.fr ed ora parla di liquidità in esclusiva per Assopoker. “Si penso – ammette – di avere le idee molto chiare, considerando che gioco su tutti i siti”.

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Rocco Palumbo e Luca Pagano durante l’ultimo EPT Malta

Rocco, la tua impressione sul field francese?

C’è da dire che ad oggi la situazione sia italiana che francese è a dir poco difficile. Però quella transalpina è molto più tragica, almeno per quanto riguarda il field negli MTT online.

Per quale motivo?

Può sembrare paradossale ma in Italia vanno meglio le cose perché è un mercato totalmente chiuso. Non ci sono stranieri.

In Francia invece è diverso…

Il poker online francese è aperto ai residenti europei (che vivono nei mercati non regolamentati, ndr) e di conseguenza nelle rooms .fr vi è un’altissima percentuale di regular stranieri, anche americani che hanno conto europeo aperto ad hoc: questo non è un aspetto positivo per la liquidità.

Quindi, negli high roller meglio Pokerstars.it rispetto Stars.fr?

Senza dubbio. In Italia mediamente il field è più numeroso negli high roller. A parte quando ci sono le series visto che in Francia possono mettere tutti i buy-in che vogliono.

La liquidità francese quindi negli MTT è peggiore della nostra per quanto concerne questa fascia di giocatori?

Si, se paragoniamo il torneo serale giornaliero durante la settimana, per fare un esempio, in Italia facciamo circa 300 giocatori, in Francia un centinaio. Certo, è sempre meglio di nulla, però sulle .fr c’è una buona percentuale di regular stranieri, circa il 30% (i dati sulla rake prodotta dagli stranieri è circa il 25%, ndr).

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Livello tecnico più complicato sul .fr?

La base francese si sente, ma i regular stranieri non vanno sottovalutati anche perché si confrontano con il .com da 20 anni, quindi sono più abituati ad un certo tipo di scontro ed hanno un’esperienza importante.

Nonostante sia un mercato aperto, perché la Francia ha una liquidità peggiore della nostra negli MTT online, almeno negli high stakes?

Prima di tutto, essendoci una rake più alta (per via della tassazione, ndr) nel cash game molti giocatori amatoriali sono andati rotti velocemente. Inoltre – ed è questo l’aspetto a cui bisogna fare più attenzione – molti regular stranieri negli MTT hanno astratto più soldi da quel mercato.

Puoi far un esempio per i nostri lettori?

Se un giocatore straniero su .fr vince un Sunday Million o un Main Event di FCOOP, quel denaro non rientrerà mai più nel mercato interno. Al contrario, se vincerà un francese si. Quindi nel lungo periodo diventa un problema grosso per la liquidità ed in Francia ne hanno risentito molto.

Come ben sai, l’Italia si appresta ad un accordo con la Francia, è questa l’ipotesi più credibile al momento. Cosa ne pensi?

Se sposiamo la politica francese, con l’ingresso degli stranieri, diventerà un macello. I regular del com faranno una strage: si confrontano da decenni con un field notevolmente più competitivo. Non c’è storia. Noi per forza di cose siamo un po’ indietro.

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La tua esperienza d’altronde insegna o sbaglio?

Io quando sono andato a giocare sul com, non ero un brutto giocatore ma non ero abituato a fare la guerra. Ci ho messo due anni per capire che vento tirasse da quelle parti.

I primi mesi sono stati difficili?

Ho preso delle grandi mazzate, soprattutto mentali. Non perdevo tantissimo, ho avuto swing più violenti quando sono migliorato. Ma era difficile mentalmente perché non toccavo palla. Ho perso cifre normali, ma mi rendevo conto che non avevo possibilità.

Difficoltà di che tipo riscontravi?

Post flop mi mettevano in difficoltà costante. Sul .it difficilmente succede, si tratta di un percorso lungo che bisogna fare per gradi.

In teoria, la liquidità come la vedi? E’ un’ipotesi interessante per i players italiani?

Per me è comunque un’ipotesi molto positiva. In una prima fase il beneficio ci sarà: il NOS (Night on Stars) potrà fare circa 400 giocatori (300 italiani e 100 da PokerStars.fr) ma non escludo che il field sia anche più numeroso. Certo, c’è il rischio che il 30% possano essere pro stranieri… Ma il poker ha bisogno di un allargamento dei confini.

Le tue previsioni sul futuro del settore?

Il poker non muore mai, ma c’è bisogno di una liquidità allargata. Chi sta facendo soldi oggi li farà anche in futuro, ma il field va esteso, seppur con le necessarie cautele.

In un mondo ideale, se potessi scegliere per il bene dei players italiani, sceglieresti un mercato solo tra i nostri connazionali e i francesi?

Si, senza gli stranieri. Sia chiaro, io preferisco il com e i mercati con maggiore liquidità, anche perché ci sono più giocatori amatoriali. Ma per chi è abituato a giocare sul .it la cosa migliore è giocare solo contro i cugini francesi. Sotto il profilo concettuale sono però contrario ai mercati ghettizzati.

Con la Slovenia fuori dai giochi, dove ti sei trasferito per giocare sul com?

Ho preso casa in Svizzera, lavoro là. Io sarei più contento se venisse regolamentata liquidità con field .uk e .com. E’ giusto pagare le tasse che vanno pagate, possibilmente alla fonte, ma è necessario regolamentare il mercato e farlo nel migliore dei modi. Io sono costretto a spostarmi, ma i giocatori amatori non possono farlo e quindi il poker perde potenzialmente una bella fetta di clienti.

Nella seconda parte dell’intervista Rocco Palumbo ci spiegherà perché è preferibile liquidità con il .com anche per i players italiani

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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