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Vanessa Rousso, quello che non so di lei

Vanessa Rousso al tavoloSi è trattato di un anno magico per lei, questo 2009 che va lentamente a concludersi. Vanessa Rousso, giovane e avvenente PokerStars pro che risiede attualmente a Las Vegas, è riuscita a guadagnare nei primi nove mesi dell’anno 1 milione 300.000 $ di soli tornei, tagliando numerosi traguardi.

Si è infatti imposta nell’evento High Roller dell’EPT di Montecarlo ed è arrivata seconda nel campionato NBC di Heads Up, ottenendo il miglior risultato in questa competizione che una donna abbia mai raggiunto.

Quinta nella speciale graduatoria che vede schierate le donne più vincenti al tavolo da poker, Vanessa Rousso ha ben figurato anche nelle scorse WSOP, andando a premio quattro volte ed ottenendo così il suo miglior risultato in questa competizione.

E dire che all’inizio della sua carriera non era riuscita a centrare risultati tanto eclatanti. Ma evidentemente, i grandi giocatori fiutano l’acqua pura a distanza, se è vero che fu il compianto Chip Reese a predire in tempi non sospetti che Vanessa avrebbe avuto una brillante carriera, confidandolo a Barry Greenstein. Casualità o intuizione, nei due anni successivi la Rousso avrebbe collezionato qualcosa come quindici tavoli finali in altrettante rassegne pokeristiche di primo piano, diventando la Lady Maverick che noi tutti ormai conosciamo.

Eppure, evidentemente da buona donna riesce ancora a trarre in inganno molti blasonati colleghi maschili, visto che la sua tattica all’Heads Up Championship pare aver funzionato tanto bene. La Rousso è stata capace di prevalere in questa competizione – nell’ordine – su Doyle Brunson, Phil Ivey, Paul Wasicka, Daniel Negreanu e Bertrand “Elky” Grospellier. Qual è stata dunque questa tattica vincente?

Vanessa all'ultimo evento NBC, in cui e' giunta secondaPer quanto possa suonare banale, fingere debolezza:E’facile per me crearmi un’immagine scarsamente competitiva, non rilanciando molto dal bottone nelle prime fasi ma attendendo che i bui diventino più alti. In questo modo sembra che io non tenga in considerazione il vantaggio della posizione, diventando più aggressiva e imprevedibile nelle fasi cruciali”. In quella rassegna, ha dovuto arrendersi solo di fronte ad Huck Seed, un avversario comunque di tutto rispetto.

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Paradossalmente, chi sembra più metterla in crisi al tavolo da poker sono proprio le donne: “Mi confondono quando sono al tavolo. Sono riuscita a piazzarmi soltanto una volta in un torneo riservato a sole donne, credo giochino diversamente questo tipo di manifestazioni rispetto a quelle tradizionali. Sono molto più aggressive di quanto non lo siano gli uomini, mi spaventano!.

Ma il poker non è tutto, nella vita. Oltre a coltivare numerosi interessi, quali gli scacchi o la batteria, ha recentemente preso la licenza di volo ed ha anche studiato l’italiano nella scorsa estate: “Mi piace l’idea di auto realizzarmi, di continuare a migliorarsi, non solo nel poker ma nella vita in generale. E’ un concetto che esiste anche nel buddhismo, e nonostante io non la sia lo trovo molto condivisibile”.

Tuttavia l’obiettivo finale, per un giocatore professionista come lei, rimane pur sempre quello di un braccialetto WSOP: “Penso che ne vincerò più di uno, di qui ai miei novant’anni. Dire quanti sarebbe assurdo, sarebbe come voler predire il futuro. Credo che se continuerò ad applicarmi sempre di più nei tornei, migliorando ancora, il risultato prima o poi dovrà arrivare”.

Una filosofia, questa del mettersi continuamente in discussione cercando di migliorarsi costantemente, che anche alla luce dei suoi recenti, eccellenti risultati ci sentiamo di sposare in pieno.

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