Come volevasi dimostrare. Si potrebbe riassumere così, a costo di essere tacciati di un perbenismo che non ci appartiene, quello che è successo a Ilari “Ziigmund” Sahamies. Come racconta lo stesso finlandese dalle pagine del suo blog, nella giornata di ieri - la prima in cui da tre mesi a questa parte non ha giocato sotto gli effetti dell’alcool - Ilari ha registrato una vincita di un milione di dollari.
"Ho giocato male l’ultima mezz’ora, e così ho perso 200.000 dollari – scrive Sahamies – ma sono comunque soddisfatto. L’altro giorno ho vinto 200.000 dollari, ma ero ubriaco quindi tutto si riduceva a semplice azzardo, e non potevo essere affatto soddisfatto di questo”.
Ilari è famoso come bevitore e in generale come festaiolo almeno altrettanto che come giocatore di poker, tanto che sono ormai proverbiali i suoi downswing dovuti a sessioni giocate completamente e letteralmente fuori di sé. Nonostante un talento cristallino, gli avversari di “Ziigmund” sono comunque molto forti e nemmeno un fuoriclasse come lui può permettersi di concedere loro il vantaggio di sedersi al tavolo annebbiato o deconcentrato, pena pesanti batoste.
Spesso Ilari si è ripromesso di giocare solo quando è in perfette condizioni, sia fisiche che di concentrazione, ma non si può dire che abbia la stessa determinazione e forza di volontà di quella macchina per uccidere che risponde al nome di Patrik Antonius. E i risultati, pur eccellenti per entrambi, lo dimostrano.
Sono quindi capitate spesso ricadute, durante le quali “Ziigmund” piombava fatalmente negli stessi errori. L’ultima volta era successo poco prima dell’EPT di Londra, come vi avevamo raccontato (leggi QUI per saperne di più). Una sessione che aveva lasciato anche in un top player come lui amarezza, dubbi e sconforto.
Quel momento adesso sembra tuttavia superato: “Penso di essere tornato a provare delle buone sensazioni verso il poker, staremo a vedere. Quello che ho vinto negli ultimi due giorni è venuto praticamente tutto da degli scontri heads up contro David Benyamine, il che può significare tre cose: che io abbia giocato bene, che David abbia giocato male o che io sia stato fortunato. Credo che la prima sia la ragione principale, e che l’ultima non sia una ragione affatto. Adesso ho acquisito maggiore freddezza e cercherò di giocare solo quando sarò nelle migliori condizioni per farlo. Dopo Londra sono in positivo, anche se non so esattamente di quanto, ma non importa. Quello che conta è che riesca a giocare nuovamente un buon poker”.
Ennesimi buoni propositi, quindi, ma riuscirà a mantenerli anche in futuro? Cosa dovrebbe essere cambiato rispetto al passato?
Di certo di batoste il buon “Ziigmund” ne ha date e ne ha prese ai tavoli, e certo se si fosse seduto sempre al massimo delle sue potenzialità il suo bankroll oggi potrebbe contare su molti dollari in più. Che anche lui, finalmente, lo abbia capito?