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Andrea Giacchino e il mental coaching nel poker con il modello che ha aiutato Chiesa, CR7 e la Goggia

Chi frequenta il mondo dei tornei online da qualche annetto, ricorderà probabilmente il suo nickname, “Pramollo”. Oggi Andrea Giacchino non è più un poker pro, ma è presente sotto altre spoglie. No, non è manager di qualche poker room e nemmeno coach, almeno non in senso strettamente pokeristico. Andrea è qui per parlarci di MTT Walker, il suo progetto di mental coaching che non nasce per il Texas Hold’em, ma ad esso è stato adattato in maniera molto interessante dal torinese.

Intervista ad Andrea Giacchino, creatore di MTT Walker

Ti lascio “Pramollo”, ti ritrovo mental coach. Cosa mi sono perso?

In realtà il poker mi piace sempre molto, ma nel tempo ho trovato il modo di farlo collimare con altre passioni e attività di cui mi occupo. MTT Walker nasce proprio da un insieme di passioni che fanno parte di me da anni, quella per il poker ma anche quella per lo sviluppo personale, per la formazione che è poi ciò di cui mi occupo principalmente (formazione aziendale), insieme al digital marketing di cui sono stato anche docente negli istituti superiori. Il progetto si fonda dunque su una parte di formazione pregressa, ma nasce nel 2021, quando mi certificai per il modello SFERA.

Aspetta, bloccati e spiega perché la cosa diventa interessante.

Si tratta di un acronimo che sta per Sincronia, Forza, Energia, Ritmo, Attivazione ed è stato ideato da Giuseppe Vercelli, psicologo e psicoterapeuta che ha una esperienza infinita nel coaching di atleti professionistici. Da anni lavora per la Juventus e ha avuto a che fare con diversi campioni come Cristiano Ronaldo e, per esempio, è stato lui a seguire Federico Chiesa nel percorso riabilitativo dopo i due lunghi infortuni. A proposito di infortuni, Vercelli lavora anche con Sofia Goggia e altri atleti olimpici.

Il modello è strutturato su solide basi scientifiche e prevede un protocollo molto dettagliato. Per dirti, il mio percorso di formazione è durato un anno, tra lezioni frontali e online, tre percorsi di coaching in ambito sportivo, business e life e una tesi finale.

Ti interrompo ancora perché la curiosità mi rode: hai adattato questo modello SFERA al poker o si adatta da sé?

Si adatta da sé perché il modello, a differenza di un metodo, non è qualcosa che può funzionare bene per me o per te ma magari non per qualcun altro. Il modello, per definizione, è una lente di ingrandimento, che serve a analizzare, migliorare, ottimizzare una prestazione.

Anche il poker, come altre attività umane non solo sportive o agonistiche, risponde a certe dinamiche che il modello SFERA aiuta a comprendere, sviluppando una maggiore consapevolezza di sé.

L’aspetto più affascinante di questo modello è che il protocollo prevede un lavoro in profondità su ciascuno dei cinque fattori, che però sono intimamente concatenati.

Parlami un po’ di questi fattori.

Per spiegare il primo fattore, ovvero la SINCRONIA, possiamo prendere ad esempio questa intervista. Se io in questo momento non fossi in sincronia, il risultato dell’intervista potrebbe non essere sufficiente per me. Per sincronia intendo il qui e ora, un equilibrio che non deve poggiare troppo sull’immaginare ma nemmeno troppo sul fare. Ad esempio, se io stessi parlando con te del progetto ma allo stesso tempo stessi pensando a una cosa che mi ha chiesto mio figlio, o a cosa fare nel weekend, non potrei fare una comunicazione efficace. Allo stesso tempo, se io fossi esclusivamente concentrato sul parlare del progetto dimenticandomi chi ho di fronte, cosa potrebbe essergli oscuro o poco accattivante, non sarei comunque efficace. Dalla sincronia nascono i punti di forza, poiché io riconosco di avere determinate caratteristiche e lavoro in modo da farne degli architravi della mia prestazione.

Il modello SFERA e la sua applicazione al poker

Ti blocco di nuovo, perché mi sono messo a pensare a questi fattori applicati al poker ma sono un po’ in difficoltà.

Cerco di fartela breve. La Sincronia potremmo sintetizzarla come il focus, ovvero la capacità di essere “qui e ora” nei momenti importanti. Sui punti di Forza sorvolo perché penso sia intuitivo, visto che non si dà qualcosa di esterno, ma si aiuta a trovare dentro di sé le caratteristiche che possono aiutare a ottimizzare la prestazione.

L’Energia, nel poker, si collega al regime di vita personale, ai bioritmi, all’alimentazione, in generale al rispetto del proprio corpo e al modo per farlo rendere al meglio.

Un fattore che si fatica idealmente a collegare al poker è quello del Ritmo. Eppure, il legame c’è ed è anche importante. Quante volte si parla o si sente qualcuno dire “sei troppo chiuso” o “sei troppo loose”? Al di là delle banalizzazioni, ognuno di noi ha dei ritmi di gioco ideali, o che più si adattano alle proprie caratteristiche.

Infine, l’Attivazione. Questo fattore è una sorta di “cesello” su tutto il resto, perché rappresenta la motivazione e riguarda un po’ più da vicino i professionisti. Negli anni, ho visto tante volte fior di giocatori, molto forti e vincenti, avere periodi di smarrimento, come di vuoto. Questo accade perché si è smarrito il “perché” si fa qualcosa, e da questo deriva anche una minore voglia di studiare e a cascata tutto il resto. Nel modello SFERA, l’Attivazione aiuta a mantenere le lampadine accese a livello motivazionale.

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Il progetto si chiama MTT Walker, ma vale solo per i torneisti?

Pensato per i torneisti, ma è un percorso globale assolutamente valido anche per il cash game.

Ed è pensato solo per i professionisti, o anche per chi volesse semplicemente migliorare il proprio mindset/gioco?

Tutti i livelli dei giocatori di poker possono trarre, secondo me, enorme giovamento da un percorso come quello di MTT Walker. Banalmente, anche a livelli più basilari, una cosa fondamentale è la gestione del tilt. Certo, l’amatore perde soldi perché tilta, ma in generale commettiamo errori grossolani nella stessa identificazione del tilt. Non è solo quando perdiamo un 70-30, sbattiamo il pugno sul tavolo o spacchiamo il mouse. Esiste un tilt più subdolo che entra in gioco ogni volta che ti allontani dal tuo A-game. Per dirti, quando sai che J9s lì lo devi passare e apri, quello è tilt.

Poi, salendo di livello, si fa più profondo e delicato il lavoro sulla gestione delle emozioni. Riconoscerle è importantissimo ed è forse il vero segreto per vincere nel poker.

Consiglieresti MTT Walker più a giocatori online o live? O è indifferente?

In modi differenti, può essere utile a entrambi. Diciamo che nel grinding la parte mentale pesa di più, mentre nel live entrano componenti più accostabili alla componente sportiva.

Quanti siete in MTT Walker e che obiettivi ti sei dato?

Nel mio team posso contare su 6 coach, tutti certificati SFERA. Un punto di forza del mio progetto è il fatto di avere coach che sono già psicologi; dunque, si tratta di un’assistenza estremamente qualificata.  Non ho obiettivi in termini numerici, ma la presunzione di poter aiutare chiunque a migliorare il proprio approccio al gioco e alzare il proprio livello.

Immagine di copertina: Andrea Giacchino

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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