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Big One For One Drop: perché ci sono soltanto 56 posti?

Il prossimo 29 giugno, alle World Series Of Poker, prenderà finalmente il via il Big One For One Drop, torneo di beneficenza che conobbe la sua prima edizione nel 2012 e consegnò ad Antonio Esfandiari un primo premio da 18.346.673 $, visto il buy-in da 1.000.000 $ versato dai 48 partecipanti.

In questa occasione il numero massimo di posti a disposizione è di 56, di cui diversi già "prenotati" tanto da professionisti conosciuti e rispettati che da giocatori proveniente appositamente da Macao, gli unici che verosimilmente non dovranno preoccuparsi di vendere un gran numero di quote prima di potersi sedere.

Il fatto che un torneo pensato per fare anche della beneficenza e dall'alto tasso di spettacolarità, non soltanto per via del buy-in ma anche per l'alta concentrazione di giocatori famosi coinvolti, abbia stabilito un CAP al numero dei partecipanti potrebbe apparire controintuitivo, visto anche che naturalmente non si tratta di un torneo heads-up.

Road to Campione

Molti professionisti di spicco - vengono in mente i nomi di Bertrand Grospellier e Nick Schulman, ma la lista è certamente più lunga - non hanno ancora deciso se prendervi parte o meno, ed una delle ragioni è che pur essendo tentati dall'idea di prendervi parte non sono affatto sicuri di poter vendere abbastanza quote, un po' perché non si sono mossi con anticipo ed un po' perché stiamo pur sempre parlando di centinaia di migliaia di dollari da "piazzare" in giro per un singolo evento.

Per questo motivo, è facile immaginare come per alcuni di loro sarebbe un bello smacco se, una volta deciso di partecipare all'ultimo minuto, si vedessero la porta sbattuta in faccia a causa del raggiungimento del CAP. Nonostante questo, c'è qualcuno convinto che questa sia stata una scelta assolutamente necessaria: mister Antonio Esfandiari in persona.

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"Penso sia cruciale che ci sia un limite alle iscrizioni, perché se tutti i più forti giocatori potessero iscriversi liberamente gli uomini d'affari sarebbero meno incentivati a prendervi parte - ha spiegato a bluff.com - anche se in generale non si tratta di persone così sprovvedute. Alcuni sanno giocare piuttosto bene, altri meno, ma in generale tutti hanno molta voglia di imparare e col tempo sono già migliorati. Per questo penso che quest'anno sarà più dura".

Da campione uscente non può sottrarsi a prendervi parte, nonostante arrivare nuovamente fino in fondo sia naturalmente piuttosto difficile: "Bisogna comunque credere di poter vincere, quando si decide di giocare - sottolinea - magari la maggior parte delle volte non succede, ma quando accade è magnifico. Per questo motivo sì, mi concederò un'altra chance al One Drop, e ovviamente lo vincerò".

Un pronostico in cui magari neppure lui è capace di credere davvero fino in fondo, ma chissà: magari era lo stesso anche due anni fa.

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