Questa settimana AssoPoker si concede un caffè con Alessandro De Michele,aliasi 'woodimello', che i giorni scorsi ha acceso il tifo azzurro con una deep run al Monster Stack WSOP Circuit Rozvadov, dove poi ha chiuso in 13° posizione.
Era da un po' che non avevamo l'occasione di seguire una tua deep run in streaming!
In realtà qualche apparizione più o meno fugace era capitata di recente, avevo fatto un paio di tavoli finali consecutivi.
A Rodzvadov ci hai creduto davvero?
Certo! In linea di massima, il giorno dopo, l’adrenalina scema e lascia spazio a qualche riflessione a freddo. C'è ovviamente un po' di amarezza: quando arrivi agli ultimi due tavoli di un torneo con oltre 1500 persone, hai sempre un solo obiettivo in testa. Ovviamente la mancata vittoria lascia un po’ l’amaro in bocca, ma allo stesso tempo rafforza la consapevolezza di poterci presto riuscire nuovamente. Peccato per alcune situazioni non ottimizzate verso fine day 2.
Ossia?
Avevo un tavolo non semplice ma in cui c’erano due giocatori pronti al decollo… Uno era un signore danese che sembrava essere particolarmente insofferente, un altro era invece un classico missile terra-aria pronto a lanciarsi alla prima mezza occasione utile. Bene, in un contesto simile, avere la fortuna di spillare tre volte coppia di assi nel giro di due livelli dovrebbe consentirti di volare nel count, ma di fatto il tutto si è concretizzato in un quasi nulla di fatto: in due occasioni ho solo vinto i bui, nella terza occasione ho tribettato lungo da small blind sul danese in “steaming”, che però ha foldato preflop. Un peccato perché massimizzare anche solo uno di questi tre spot mi avrebbe fatto chiudere verosimilmente nella top 3 del count di fine giornata.

Hai comunque chiuso in top ten, peraltro insieme all'altro azzurro Michele Tocci.
Sì, ho giocato con Michele per qualche livello del day 2 anche se non ricordo spot particolari in cui ci siamo incrociati. A inizio day3 eravamo allo stesso tavolo e alla mia destra c’era anche il giocatore più “caldo” del casinò, ovvero Dorian Melchiors, un reg francese che pochi giorni prima aveva vinto il Mini Main Event e piazzato altre deep run. Averlo alla mia destra con una buona dotazione di stack poteva essere una situazione profittevole. In effetti nei primi due spot in cui è stato coinvolto ha girato entrambe le volte 8 high al river, perdendo una volta contro di me con K high in blind war, una contro la second pair di Michele. Insomma un inizio difficile per lui e buono sia per me che per Michele, ma purtroppo - almeno per me – la musica è cambiata poco dopo..
Cosa è successo poi?
Da 28 left siamo finiti a 24 left nel giro di poco, anche grazie a un flip vinto da me contro uno short (AK>99). Rimasti in 24 c’è stato il redraw che mi ha portato a invertire la posizione precedente con Dorian, ora alla mia sinistra. Purtroppo un tizio asiatico non meglio precisato si è esibito in un triplo carpiato che Greg Louganis spostate proprio, Dorian ne ha approfittato e ha ripreso stack e fiducia, per poi azzopparmi in una mano un po’ sick.
Raccontacela...
Blinds 150k-300k, da utg Dorian apre x2, da utg+2 flatta un signore olandese di esperienza, classico tipo da field medio/mediocre di Rozvadov; io da big blind gioco 38x e decido di completare con QJo.
Flop QJ5 con due cuori, donkbetto mezzo pot per varie ragioni, tra le quali l'idea che il board potesse aver hittato il range di flat di utg+2, soggetto che sarebbe tranquillamente
andato rotto con mani come KQ.
Invece la mano va in tutt'altro modo: Dorian chiama, l'olandese "poco volante" folda. A complicare lo sviluppo dello spot arriva un 2 di cuori che chiude il progetto di colore. Decido di checkare, Dorian betta 2,3M, circa il 60% pot. Ora, il range di bluff di Dorian qui dovrebbe essere pressoché inesistente - le uniche combo "sensate" di bluff a questo punto potrebbero essere solo AKo con cuori, o AT con A cuori - ma nonostante ciò decido che check-foldare sarebbe una linea troppo weak e dunque gioco.
E arriviamo al river...
Un 5 che paira il board. A questo punto ho 6.8 M a t300k, meno di una pot-sized-bet, e voglio evitare di dover callare per tutto il mio stack al river. Opto per una stopping bet da 1.7 M
che peraltro - seppur raramente - avrebbe potuto tradursi anche in thin value, le volte che trovo il mio avversario con AQ. Dorian chiama e gira K3 cuori incassando il pot.
A quel punto?
Alla fine della mano mi ritrovo con meno di cinque milioni di chips, ossia 17x, poi arrivo al tavolo televisivo con 15x. Il redraw non sembrava nemmeno malaccio visto che avevo Michele a destra. Ho fatto qualche steal finché non mi sono ritrovato questo KT con 12x da big blind sulla apertura di bottone, che poco prima aveva fatto una fatica enorme a raise/callare AK per 13x nello spot in cui aveva eliminato Michele. Quindi ho pensato che potesse foldare tanta tanta roba. Invece mi ha chiamato con AT mettendoci una vita peraltro e torneo finito.
Oggi quanto giochi dal vivo?
Se c'è qualcosa di interessante e non troppo distante, cerco di partecipare. Poi circa una volta al mese vengo a Rozvadov, mi trovo bene al King's e soprattutto sono "affezionato" ai giocatori che si trovano alla partita di cash Omaha 5$-5$.

E qui esce il 'Woodimello' squalo!
Diciamo che le trasferte generalmente sono abbastanza profittevoli; vero che intorno al King's non c'è davvero nulla da fare, ma come posto per una full immersion pokeristica va decisamente bene. Per me è comodo perché prendendo il volo Bergamo-Praga, in circa 4 ore di viaggio passo da casa al King's.
Online come ai vecchi tempi?
Durante la pandemia ho ripreso a giocare online un po' più intensamente, ma non con la stessa "garra" di anni fa, anche perché su punto it il traffico è decisamente calato.
Ripensando ai vecchi tempi qual è la 'sliding door' più importante che ti viene in mente?
Probabilmente la più importante della mia carriera è arrivata all'inizio del tavolo finale del primo PGP che ho vinto. Parliamo di settembre 2011, in fondo assieme a me erano arrivati giocatori come Daniele Amatruda, Irene Baroni, Matteo Sbrana, Fabio Bianchi, Max Forti e Carlo Andreini (recente vincitore dell'IPO dei record a Sanremo). Fu lui probabilmente ad aprirmi la sliding door.
Come?
No dai, un po' la sto ricamando: forse, più che lui, ad aprire la sliding door fu la mia immagine… Con Carlo avevo giocato tutto il day 2 di quel torneo, girando sempre e solo vero, spesso con mani molto forti. A inizio tavolo finale, sulla sua apertura da utg flattata dall'unico giocatore occasionale di quel tavolo, da bottone scelsi di 3bettare AK pronto a giocarmi il resto perché comunque gli stack non erano troppo profondi. Carlo mise sotto QQ. Poi vidi che erano stati foldati preflop sia un asso che un re. Avesse chiamato non sarebbe stato un coinflip e chissà come sarebbe andata a finire….
A volte le vittorie passano dagli errori altrui.
Nel caso specifico onestamente penso sia ingeneroso parlare di "errore"; fu sicuramente un fold piuttosto nitty, ma come accennavo, probabilmente dettato da history e dunque da un'assegnazione di range di 3bet strettissimo. Generalmente però. senza dubbio gli errori altrui e i "non errori" propri sono ingredienti immancabili per vincere. Poi quando inizi a vincere prendi fiducia, "ti illumini" in un certo senso e non credo sia un caso che dopo quel PGP abbia vinto in serie il Dream Job organizzato da Pokerstars e un'altra tappa del PGP nel giro di 3 mesi. Chissà se Carlo avesse chiamato, come sarebbero andate le cose.
