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Carte segnate al final table One Drop: WSOP chiarisce il giallo ma Doyle Brunson attacca

Doug Polk e Haralobos Voulgaris avevano denunciato l'impiego di carte segnate durante il final table del One Drop $111.111 delle World Series, scatenando sui social parecchie polemiche.

Si era intuito che si era trattato di un grave ma spiacevole errore involontario da parte degli organizzatori che non aveva compromesso l'esito del torneo, anche perché Polk e gli altri presenti al tavolo (compreso Dario Sammartino) avevano preteso il cambio dei mazzi appena si erano accorti di tale irregolarità.

Il chiarimento delle WSOP sulle carte segnate

Pochi giorni dopo, Seth Palansky, vice presidente della comunicazione delle WSOP, aveva chiarito l'equivoco a Cardschat: "Le carte risultavano agli occhi dei giocatori segnate a causa di un mal funzionamento del mescolatore automatico al tavolo. Abbiamo fatto un test con delle carte normali (Copag, ndr) ma quelle del tavolo televisivo sono di dimensione più larga perché sono speciali (Rfid)". Le carte Rfis contengono un micro chip funzionale alle grafiche per lo streaming del tavolo e sono di dimensione diversa.

Palansky ha concluso: "quando il problema è stato denunciato, abbiamo sospeso l'action e sostituito i mazzi ed anche il miscelatore. Meno male che il problema si è verificato ad inizio delle WSOP".

Tutto chiaro, nessuna mala fede da parte di nessun giocatore e regolarità del torneo preservata considerando che tutte le carte erano danneggiate.

 

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La maledizione delle carte

Organizzare una manifestazione con così tanti eventi non è affatto facile ma il rapporto tra le World Series ed i fornitori di carte non sembra fortunato. Due anni fa era accaduto un incidente simile con le carte Modiano ed ora nel mirino delle polemiche sono finite le Copag. E' bene dirlo che si tratta due aziende rispettabili e che godono di ottime referenze, ma qualcosa è andato storto lo stesso.

Nonostante l'intervento pubblico di Seth Palansky, in questi giorni i pro hanno continuato a buttare benzina sul fuoco e non si è capito bene se il pericolo sia ancora incombente. A giudicare da quello che i protagonisti scrivono su Twitter, il problema forse non sembra essere risolto del tutto.

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Le polemiche di Glantz e Brunson

Il primo a lansciare il sasso nello stagno è stato Matt Glantz che durante il $10.000 Razz Championship ha twittato: "ho sentito dire in giro che venivano ancora utilizzate le carte che si segnano facilmente. Qualcuno può confermarlo?".

Solo illazioni che però sono state sufficienti a Doyle Brunson per scatenare una dura polemica su Twitter:

Arriva anche la puntualizzazione dello stesso Glantz a seguito delle parole di Doyle: "io non sto boicottando. Sto solo scegliendo di non giocare eventi dove le carte segnate contano di più, come per esempio il $10.000 2-7 NL".

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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