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Casino, di Martin Scorsese

Casino” è un film di Martin Scorsese del 1995, che vanta nel cast attori del calibro di Robert De Niro, Joe Pesci e Sharon Stone: una pellicola basata sulla biografia di Frank “Lefty” Rosenthal, è ambientata nella Las Vegas degli anni Settanta in un intreccio fra potere, vizio e perdizione.

Considerato il terzo capitolo della saga sulla mafia del regista americano – che aveva già diretto “Mean Streets” nel 1973 e “Quei bravi ragazzi” nel 1990 – si tratta di un film che racconta un perverso triangolo fra Sam Rothstein, l’amico Nicky Santoro e l’affascinante Ginger McKenna.

Il primo, interpretato da Robert De Niro e genio delle scommesse, viene premiato dalla “famiglia”, che gli affida un casinò di Las Vegas. Grazie alla sua intelligenza e meticolosità gli affari vanno a gonfie vele, ma le cose si complicano quando si innamora di Ginger McKenna, e parallelamente qualcuno decide di affiancargli un angelo custode dai metodi piuttosto rudi, un Joe Pesci come al solito impeccabile in questi panni.

I due uomini diventano sempre più potenti e rispettati a Las Vegas, ma se l’amore è eterno finché dura ed il crimine non paga, nulla di buono si profila all’orizzonte per ciascuno dei protagonisti, seppure con sfumature diverse…

L’ascesa e il declino di questi uomini in una Las Vegas degli anni Settanta ripresa a tutto tondo da Martin Scorsese – sia nel suo lato più scintillante ed affascinante che in quello più paradossale ed ambiguo – danno vita ad un film che mescola sapientemente dialoghi al vetriolo, violenza e una recitazione davvero notevole, che valse ad esempio a Sharon Stone la nomination all’Oscar nel 1996.

Notevole anche la colonna sonora, che vanta brani come “I ain’t superstitious“, “Walk on the wilde side” o “Those were the days“, capaci di fare la gioia di qualsiasi appassionato di musica blues e non solo.

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Un elemento caratterizzante del film è la presenza della voce fuori campo, così come in “Quei bravi ragazzi”: i dialoghi avvenuti in carcere fra alcuni boss di Chicago e Nicholas Pileggi, autore del libro da cui è stato tratto il film e coautore della sceneggiatura, convisero Martin Scorsese a puntarvi di nuovo.

A ricreare gli ambienti della Sin City di quegli anni fu chiamato un italiano, Dante Ferretti, che poi vincerà il nastro d’argento per la scenografia (al pari di Gigi Proietti, che nella pellicola italiana si occupa del doppiaggio di Robert De Niro).

Nonostante insomma non possa essere considerato un film sul poker, “Casino” è assolutamente da vedere, tanto per gli appassionati di Las Vegas, che per quelli di Martin Scorsese, oltre che di una Sharon Stone assolutamente ipnotica.

In the casino, the cardinal rule is to keep them playing and to keep them coming back. The longer they play, the more they lose, and in the end, we get it all”.

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