Vai al contenuto
check-raise

La dinamica del check in the dark nel poker: perché non è quasi mai una buona idea

Non è esattamente una strategia e forse non è nemmeno spesso utilizzato come una vera e propria intenzione di programmare una mano, ma il check in the dark è quella azione che spesso mette in crisi chi apre la mano e non ottiene informazioni dopo l'uscita delle carte comuni.

Cos'è il check in the dark

Chi attua una moove di questo tipo, lo fa anticipando l'eventuale continuation bet del giocatore che ha fatto un'azione aggressive prima di una delle quattro strade che compongono una mano di poker: pre-flop. flop, turn e river.

Se volete un esempio pratico di una mano nella quale esso può essere attuato, immaginate un giocatore che apre da middle o late position, voi vi trovate sul Grande Buio e siete gli unici a chiamare.

Prima che venga girato il flop dal dealer, prendete la decisione di bussare al tavolo, per cui checkare, per non dare punti di riferimento al vostro avversario.

Di solito il CITD, presuppone una mano che ha bisogno di essere migliorata sul board, di solito non fortissima, e che serva a capire come si è messi nel colpo contro il range di apertura del proprio avversario, per poi agire dopo la presa di posizione dell'original raiser stesso.

Le coppie basse

Non sono pochi i giocatori che ricorrono al check in the dark quando spillano una coppia medio bassa, orientativamente dagli 8 in giù, e non la si vuole giocare in modo aggressivo per non gonfiare troppo il piatto e non incorrere ad una eventuale 4Bet dell'OR che potrebbe metterci in difficoltà.

Non è possibile, o almeno non lo è nella stragrande maggioranza dei casi, effettuare questa mossa nel poker online, visto che buona parte delle poker room non annovera questa possibilità e dà l'opzione ai players che giocano fuori posizione di fare la loro mossa solo nel momento in cui viene mostrato il board comune a tutti i partecipanti alla mano.

In un torneo live, o in una sessione di cash game live, invece, è invece possibile decidere di ricorrere a questo espediente in tutte le sue forme, visto che la manifestazione di volontà da parte dei giocatori può essere espressa in qualsiasi momento dello svolgimento del colpo.

Se doveste fare una domanda specifica ai giocatori sull'uso di questa mossa, con ogni probabilità essi avrebbero qualche difficoltà a rispondervi nel merito.

Come scritto in precedenza non ci sono ragioni solide che permettono di dare un certo valore al Check In The Dark, solitamente è semplicemente utilizzata per aggiungere patos alla mano e provare a mettere in difficoltà il vostro avversario, ma va da sé che è sovente un segno di debolezza che non porta a niente di concreto, per cui, nella maggior parte dei casi, sconsigliabile.

Non vogliono semplicemente puntare

Un atteggiamento di questo tipo prefigura la manifestazione di volontà da parte del giocatore che lo vuole attuare, di non avere nessuna intenzione di voler giocare il colpo in modo aggressivo e questo è un vantaggio per qualsiasi avversario.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Inoltre ci sono delle dinamiche in cui è profittevole uscire in puntata su flop particolari, sui quali, per valore o per bluff, leadare ai danni di un original raiser può essere piuttosto profittevole.

In qualche caso potrebbe essere utilizzata con profitto da giocatori occasionali che, dopo l'eventuale continuation bet dell'aggressore, oppongono resistenza con un check-call o addirittura un check-raise, dando l'impressione, peraltro spesso supportata dai fatti, di aver centrato il flop in maniera piuttosto importante e scoraggiando ulteriori puntate nelle street successive. Ma anche in questo caso, insistiamo, vi è la possibilità di perdere valore.

Per tutti questi motivi la mossa in questione è spesso intrapresa da giocatori amatoriali che non sanno bene cosa fare della propria mano, per cui lasciano il pallino del gioco agli avversari sperando semplicemente di trovare un board amico.

Le coppie piccole e i suited connectors giocati timidamente fuori posizione, sono le mani che fanno da paradigma a questo tipo di scelta, ma la verità è che stanno gridando a tutto il mondo che posseggono una mano in virtù della quale non vorranno mai puntare, ma saranno ben lieti di chiamare la prima strada, o addirittura creare una dinamica di check raise.

Il check in the dark dei giocatori più forti

Se è vero come è vero che difficilmente vedrete utilizzare questa mossa da parte dei giocatori più forti, soprattutto alle prese coi loro "simili", è altrettanto vero che essa potrebbe trovare profitto per mettere in difficoltà avversari assolutamente meno skillati.

La differenza con la categoria precedente, è che un giocatore di qualità ha già in testa come vorrà costruire la propria mano in relazione alla eventuale continuation bet dell'original raiser e con ogni probabilità la saprà calibrare anche e soprattutto in relazione al board.

Per cui occhi aperti, lasciate questo tipo di conduzione della mano ai giocatori più forti, se non avete idea di quello che state per fare. Il poker è un gioco di informazioni, meno ne date, soprattutto se non siete Phil Ivey, e meglio è.

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI