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mateos vs zinno

Come ha pensato Adrian Mateos contro Anthony Zinno 31 left al 10.000$ 6-max WSOP

Entrare nella testa dei professionisti di poker per capire come pensano mentre stanno giocando. Oggi vediamo il processo di pensiero messo in atto da Adrian Mateos contro Anthony Zinno in uno spot del Championship 6-max WSOP giocato lo scorso anno a Las Vegas.

Il torneo è a 31 left, il field è ostico (al tavolo c’è anche Davidi Kitai) e si lotta per ogni singola chips.

La mano

Blinds 10k-15k con bb ante, 19° livello di gioco. Zinno apre 35k da hijack, Mateos difende il grande buio con 7 8 .

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Flop 5 J 7 Mateos check, Zinno bet 25k, call.

Turn K check, check.

River 6 check, check. Zinno gira coppia di nove e incamera il pot. Mateos uscirà poi in 24° posizione per 26.638$, Zinno dovrà dire addio ai sogni di bracciale in 14° posizione per una moneta di 39.529$.

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Come ha pensato Adrian Mateos

Al flop

Trovo la middle pair, in questa mano vado sempre a fare check-call. Ha puntato poco, su questo flop avrebbe dovuto puntare di più con la maggior parte delle mani che ha. Pago, sì.

Su questo 6 river io ho pochi bluff.

Adrian Mateos

Al turn

Il re è una brutta carta per me perché avvantaggia il suo range. Visto che ha puntato poco al flop credo che punterà al turn molto spesso, anche con mani più deboli della mia. Certo, per la mano che ho io sarebbe meglio che checkasse… Bene, decide di checkare.

Al river

Sul 6 river io ho pochi bluff, ne ho sempre qualcuno per via della sua bet piccola al flop ma non penso che la mia mano sia abbastanza buona per piazzare una value bet né così pessima da doverla bluffare. Credo che le migliori opzioni per me, qui, siano il check o una piccola bet. Ma forse il check è meglio: checko. Zinno checka dietro, vediamo se vinco… No, ha coppia di nove. Penso che Anthony non abbia massimizzato il suo valore, dopo quella bet così piccola al flop secondo me avrebbe dovuto puntare un’altra strada.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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