L'argomento non è nuovo, ma si evolve come il gioco e la tecnologia che lo accompagna. Alcuni strascichi del tavolo finale del WSOP 2024 Main Event, con Dominik Nitsche che aiuta Jonathan Tamayo grazie al computer tra una mano e l'altra, ritirano fuori alcune questioni irrisolte: quali sono i confini di applicazione dell'etica al poker? Cosa è corretto e cosa non lo è? E che rapporto hanno i poker pro con l'etica? Cerchiamo di capire meglio cosa è successo.
In questo Articolo:
- 1 Dominik Nitsche scatenato su Twitter: "vedere le m***e rosicare non ha prezzo"
- 2 Patrick Leonard: "anche in passato si faceva, non facciamo gli ipocriti"
- 3 Cosa dicono le regole WSOP
- 4 Il parere di Daniel Negreanu
- 5 Dominik Nitsche e il vecchio vizietto del gioco di squadra
- 6 Poker, etica e tecnologia: quale futuro per il giochino?
- 7 Nitsche e gli altri: le domande che dovremmo porci tutti
Dominik Nitsche scatenato su Twitter: "vedere le m***e rosicare non ha prezzo"
Durante il tavolo finale del Main Event WSOP 2024 vinto da Jonathan Tamayo, hanno suscitato polemiche e discussioni alcune foto e screen presi dallo streaming, in cui si vedeva Dominik Nitsche in prima fila, nella "curva" di tifosi di Tamayo, con il computer intento probabilmente a "runnare sims" (ovvero a elaborare simulazioni di mani), con l'intenzione di suggerire al futuro campione alcuni aggiustamenti di strategia.
Per chi non lo sapesse, Nitsche possiede un sito chiamato "DTO Poker", presente peraltro con una patch sulla maglia di Tamayo, che vende vari tool di studio per tornei e cash game basati sulla GTO. Dunque, oltre ad avere una quota del futuro vincitore del Main Event, il tedesco aveva anche un preciso interesse commerciale a far conoscere il suo sito. E questo è uno di quei casi in cui le polemiche fanno comunque gioco.
Da questo punto di vista, la piccata replica di Dominik Nitsche su Twitter sorprende non tanto per il merito, quanto per i toni:
Traduco letteralmente: "Quando hai una quota del vincitore del Main Event, la cosa più bella sono sicuramente i soldi. La seconda cosa più bella è però vedere quanto stiano rosicando tutti i più grossi idioti su Twitter, vedendomi usare un computer in tribuna".
Sono seguiti commenti in serie, alcuni estremamente critici sulla liceità di questo comportamento.
Nitsche ha intrapreso una linea ancora più aggressiva, soprattutto a chi gli chiedeva maggiori info su cosa stessero facendo con quel computer:
"Non sono affari tuoi. Se vuoi saperne di più, il prezzo è di 1.000€ l'ora".
Un atteggiamento sicuramente aggressivo, al di là di considerazioni su dove stia il torto e dove la ragione, o eventualmente in quali proporzioni.
La linea marcatamente "troll", da parte di Nitsche, prosegue incessante. Il tedesco ha anche modificato la sua bio sul profilo X, cambiandola in "Famoso più che altro per avere usato un computer sugli spalti del tavolo finale al Main Event WSOP".

Patrick Leonard: "anche in passato si faceva, non facciamo gli ipocriti"
Qui è intervenuto un altro super top come Patrick Leonard, la cui considerazione ha assunto un altro punto di vista:
"Ogni anno in cui ho guardato il final table WSOP, molti eccellenti membri della community erano lì coi loro computer o cuffie. Parliamo di Seiver, Deeb e tutti gli altri che sono persone rispettate e ritenute affidabili. Prima di quest'anno, nessuno ne aveva fatto un problema. I giocatori dovrebbero andare SEMPRE al loro angolo tra le mani, per ricevere consigli su cosa fare, per certi versi era una delle parti più celebrate e viste positivamente, in un final table.
Il problema è che nel 2024 i tool e i solver sono diventati molto veloci, ma secondo me avere un top pro a dare consigli contro un amatore, in base al flow della partita, insieme a letture di gioco e a tutto ciò che è visibile sugli streaming sono molto più utili di una simulazione GTO, che non riflette nulla della realtà riguardante il gioco contro un amatore. Dominik ha detto che erano simulazioni da software a pagamento (raise-first-in al 100%), esattamente ciò che tutti fanno da almeno 10 anni e probabilmente dall'inizio del poker.
Come community, siamo portati a creare sensazionalismi, Dominik sta recitando molto bene la parte del cattivo, provocando la gente su Twitter. Mi piacerebbe che le WSOP avessero regole differenti e vietassero tutti i dispositivi elettronici, ma non facciamo finta che i computer in tribuna siano una novità".
Cosa dicono le regole WSOP
Patrick Leonard dimentica però un particolare piuttosto importante: quest'anno, in linea teorica, il management delle World Series Of Poker ha intrapreso la linea dura contro l'uso di dispositivi al tavolo. In tal senso, ciò che ha fatto Nitsche forse non le viola in senso stretto, ma nella sostanza sì.
Prima dell'inizio delle WSOP 2024, avevamo già scritto di alcune nuove regole approvate per questa edizione. Tra queste, ce n'era una proprio specificamente dedicata ai dispositivi mobili e all'aiuto dei software.
Inoltre, James Chen su Twitter ha ricordato l'annuncio dato all'inizio di ogni evento WSOP, quest'anno.:
Il parere di Daniel Negreanu
Sempre sull'argomento delle nuove regole introdotte quest'anno dalle WSOP è intervenuto un giocatore un pelino più influente di James Chen:
"Alcuni mi hanno chiesto un parere sulla situazione del computer al tavolo finale del Main Event.
La mia impressione è che ciò fosse già contro le regole varate quest'anno, per cui non si possono avviare simulazioni o tabelle durante il gioco, ma solo durante le pause e fuori dalla Tournament area.
Ricordo l'annuncio mandato tantissime volte, perciò non sono proprio certo che non ci sia già una violazione di questa regola.
Comunque sia, se ciò non fosse ancora abbastanza chiaro, si tratta di qualcosa che deve venire vietata da ora in avanti.
In base a ciò che ho compreso di questa regola, guardare solver o tabelle tra una mano e l'altra non è permesso.
Che qualcun altro guardi solver e ti dica la soluzione tra una mano e l'altra, allo stesso modo non dovrebbe essere permesso.
Non mi risulta che qualcuno al tavolo si sia lamentato di nulla, ma se qualcuno degli avversari avesse chiamato il floor per chiedere un ruling, non vedo come questi avrebbe potuto permettere che tutto ciò continuasse."
Dominik Nitsche e il vecchio vizietto del gioco di squadra
Questa vicenda richiama alla mente quanto accaduto ormai 7 anni fa. Infatti, mi è tornato in mente un editoriale che avevo pubblicato nel novembre 2017, che aveva Dominik Nitsche protagonista anche allora. In quel caso, il fortissimo tedesco aveva appena vinto il 111.111€ High Roller for One Drop, alle WSOPE di Rozvadov. Lo aveva fatto sconfiggendo in heads up il tedesco Andreas Eiler, ex calciatore divenuto pokerista, ma certo con uno skillset non paragonabile a quello di un top player.
In quel caso, vale la pena ricordarlo, Nitsche aveva ammesso di avere condiviso hand history e strategie, in pausa cena, con Steffen Sontheimer e Christoph Vogelsang, anche loro tedeschi e che erano usciti rispettivamente 5° e 6° dallo stesso torneo. Dunque, tre professionisti molto forti avevano unito tutte le info a disposizione di ciascuno per venire a capo di un heads up contro un amatore, per quanto bravo.
Da tutto questo emergeva una linea di condotta spregiudicata, impossibile da qualificare come vietata, ma senza alcun dubbio sleale. Qui, però, gira il grande dubbio etico intorno al poker, che a sua volta si potrebbe anche allargare alla vita fuori dal giochino: quali sono i confini tra ciò che è lecito e ciò che è giusto?
Poker, etica e tecnologia: quale futuro per il giochino?
La velocità con cui progredisce la tecnologia rende i dibattiti di appena qualche anno fa ormai obsoleti, ma bisogna pur sempre cercare di trovare un modo per affrontare le questioni. Come ci si dovrebbe porre nei confronti di un comportamento come quello di Dominik Nitsche?
Ci siamo già occupati diverse volte dei problemi legati alla RTA (Real Time Assistance) nel poker online, e ai modi con cui l'industria ha cercato e sta cercando di porvi rimedio. Ormai, le tecnologie improntate sull'intelligenza artificiale hanno accelerato a dismisura la velocità con cui i vari tool forniscono informazioni sulla miglior linea da tenere in determinati spot, date delle condizioni di partenza.
Nitsche e gli altri: le domande che dovremmo porci tutti
La battaglia del poker odierno è difficile, perché non è una guerra tra un bene e un male ben definiti. Una volta eravamo convinti che il problema fossero solo i multiaccounter e quelli come loro, che vincono soldi barando in un modo o nell'altro.
Oggi, invece, i contorni sono molto più sfumati e la vicenda di Nitsche e del suo computer a sfornare range in mondovisione ne sono l'esempio più lampante. Non perché il tedesco sia equiparabile a uno dei tanti imbroglioni che hanno popolato e continuano a popolare il mondo del poker: Nitsche è e rimane un campione e giocatore di livello stratosferico, ma la sua idea di integrità del gioco appare un po' cabriolet.
Il punto di vista del vincitore di 4 braccialetti WSOP non sarà dissimile da quello di altri, fra top player e giocatori molto forti e vincenti. Sintetizzando al massimo, "se io sono più smart di te a usare la tecnologia e applicarla al gioco, perché mai dovrei smettere di farlo?"
Nitsche, con il suo computer, ha fatto esattamente i suoi legittimi interessi: ottimizzare al massimo le chance di monetizzare la percentuale di action che aveva su Jonathan Tamayo, e al contempo pubblicizzare implicitamente il proprio sito.
Oltre a quelli personali e legittimi di Nitsche, esistono però gli interessi pubblici, o meglio istituzionali: quelli di chi governa il movimento-poker, chi organizza gli eventi e cerca di diffondere il poker facendolo conoscere a un pubblico sempre più vasto.
Del resto, l'integrità del gioco è un bene supremo ma sottovalutato, uno di quei valori di cui si percepisce l'importanza solo quando vengono meno, o sono fortemente minacciati.
Per capire le possibili ricadute di quanto accaduto con Nitsche e Tamayo, dovremmo provare a immaginare un final table in cui tutti i partecipanti abbiano un team sugli spalti a fare il tifo e a lanciare simulazioni per suggerire aggiustamenti di strategia. Che spettacolo diventerebbe, il poker? Quanta gente sarebbe incentivata ad avvicinarvisi e continuare così ad alimentare il settore?
E più in generale, per quanto la gente accetterà di idolatrare personaggi che - in modo più o meno esplicito - le sottraggono dei soldi con condotte eticamente discutibili?
Datevi delle risposte e, magari, fatecele sapere.
Immagine di copertina: Dominik Nitsche e Jonathan Tamayo consultano il computer del tedesco durante l'heads up (Alicia Skillman & PokerNews)