Sembrava l’uomo delle occasioni mancate, e invece Steve O’Dwyer ha scelto proprio il giorno più atteso per trovare la giusta consacrazione nell’olimpo del poker: è lui il campione dell’ EPT Grand Final 2013, quello che verrà ricordato per il final table più titolato e prestigioso di sempre, oltre che uno dei più spettacolari.
“THE HAIRY BEAST”, MA CHE FATICA! – Di solito, quando un giocatore vince dopo essere partito da chipleader del tavolo finale, si suole parlare di “coast to coast“. In realtà, anche in considerazione della particolare durezza di questo tavolo, non si può certo dire che sia stato così semplice, per “The Hairy Beast”. Così viene chiamato nell’ambiente O’Dwyer, per via di quella chioma fluente che gli conferisce un’aspetto quasi bonario, ma che nasconde una incessante “fame” di chips al tavolo.
Rimasto quasi sempre nelle posizioni di testa, Steve ha vissuto un momento di forte difficoltà nella fase 3-handed, dove è rimasto a lungo lo short stack dietro a Lodden e Pantling che sembravano avere innestato una marcia in più.
LODDEN SI OUTPLAYA – Poi il norvegese si infila in una brutta situazione da solo, 4bettando O’Dwyer con Q e 10 off e poi chiamando il push di quest’ultimo, che ha 66 in mano e vince il coinflip che lo riporta sotto, mentre Lodden subisce un duro colpo che poi pagherà più avanti.
Eppure sembrava la sua giornata, quando ha scoppiato le QQ di Negreanu con 99 grazie a un 9 sul turn. Una circostanza molto fortunata per Lodden, che di contro ha compromesso gran parte delle chance di Daniel Negreanu.
NEGREANU PIÙ FORTE DI TUTTO – Proprio il kidpoker era fra i più attesi ieri, con la possibilità di essere il sesto giocatore nella storia a centrare la triple crown. Chi conosce un po’ Daniel e la sua mania per le statistiche sa che il campione canadese teneva a questo traguardo molto più che ai 1,2 milioni di euro del primo premio. Nonostante ciò, l’essere sempre colloquiale e sorridente come a un sit’n’go della stampa è per lui qualcosa di naturale, e anche dopo i due crudeli scoppi che hanno mandato in fumo le sue speranze (in precedenza un AK vs 910 di Mercier con due 9 sul flop) il sorriso e la battuta non sono mai venuti meno.
Per questo, nel momento del coinflip perso con lo stesso Lodden che ne ha decretato l’uscita in quarta posizione, Negreanu non è apparso per nulla come uno sconfitto. Fuor di retorica, di personaggi come lui il poker avrà sempre bisogno.
90 EPT, 90 VINCITORI – Il Grand Final di ieri presentava anche una doppia chance di vedere concretizzata un’impresa mai riuscita: quella di vedere un giocatore aggiudicarsi due tappe del circuito. Jake Cody e Jason Mercier erano anche due candidati eccellenti a cui affidare queste speranze, ma nè l’inglese nè lo statunitense hanno avuto modo di recitare un ruolo di primo piano, terminando rispettivamente 5° e 7°. Per la cronaca, con l’uscita di Cody è divenuto ufficiale un dato curioso: su 90 EPT disputati si hanno 90 vincitori diversi.
PANTLING, UNA SETTIMANA DA DIO – Nel frattempo, se ne andavano senza lasciare particolari tracce Levy (8°) e Schwartz (6°). Pantling conferma di avere attraversato la settimana più fortunata della sua vita, di cui noi italiani – e soprattutto Dario Sammartino – avevamo avuto una viva dimostrazione già durante il day 3. Il canadese ha visto molte carte anche ieri, legando parecchi board e andando vicino al successo finale. Parlando con franchezza, però, una sua vittoria avrebbe un po’ “involgarito” il ricordo di questo bellissimo e storico tavolo finale.
Giunto in heads up in vantaggio (8,7 a 7,2 milioni) su O’Dwyer, Andrew è andato sotto risalendo poi con tenacia. Dall’altra parte c’era però un giocatore che aveva già visto passare troppi treni importanti senza riuscire ad acciuffarli. Così O’Dwyer si è messo lì ad attendere l’occasione giusta per castigarlo, senza fretta. Il momento arriva sul turn 8 8 j 4 , quando si finisce ai resti con Pantling in vantaggio forte dei suoi k 5 , e O’Dwyer un po’ sorpreso ad inseguire con 8 10.
Un 8 al river disegna uno spettacolare poker, mettendo così il sigillo su un heads up e su un torneo che verrà ricordato a lungo.
L’IRLANDA BRINDA… AL BLACK FRIDAY – Tra l’altro, l’Irlanda trova il suo primo titolo EPT, e lo fa in una maniera quantomeno bizzarra. Nelle vene di Steve O’Dwyer scorre infatti sangue irlandese, ma lui è nato e vissuto negli Stati Uniti. Le conseguenze del black friday lo hanno portato a richiedere ed ottenere anche il passaporto irlandese, in modo da potersi stabilire a Dublino e continuare così a giocare online. Non tutto il male viene per nuocere, d’altra parte…
Ecco il payout dell’EPT9 Grand Final: