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Giuliano Bendinelli

Intervista esclusiva a Giuliano Bendinelli: il poker, i soldi, la felicità e il futuro

Ha appena regalato all’Italia una delle gioie pokeristiche più grandi nella sua storia: la picca al Main Event dell’EPT Barcellona. Non potevamo perciò ritardare troppo nel sentire le prime impressioni di Giuliano Bendinelli, raggiunto telefonicamente mentre è ancora a Barcellona insieme alla mamma e qualche amico. Il risultato non è la classica intervista al vincitore, ma qualcosa di più. Un po’ per il personaggio che è il player genovese, un po’ per il momento particolare. La vittoria è stata dedicata al padre, che è scomparso da qualche mese. Tuttavia, trattandosi della sfera più intima per una persona, decidiamo di non trattare l’argomento pubblicamente.

Bendinelli: “è il torneo che sognavo di vincere”

“Se mi avessero chiesto quale torneo sogno di vincere, avrei risposto il Main Event WSOP e l’EPT Barcellona, che è da sempre qualcosa di speciale. Ora ce l’ho fatta.” Sono le prime parole da campione di Giuliano Bendinelli, poco più di 12 ore dopo l’apoteosi vissuta ieri, che lo ha portato a essere il terzo italiano a vincere un Main Event EPT.

Come ci si sente dopo avere centrato un traguardo così importante? Un po’ svuotati?

Svuotato no, ovviamente sono felicissimo anche perché sono consapevole di esserci riuscito nel momento in cui il mio gioco ha raggiunto livelli di completezza mai visti prima.

Infatti stavo per farti proprio una domanda del genere. Una volta Bendi era il tipo di giocatore che si prende un sacco di marginali, mentre a Barcellona sembrava davvero un altro Bendinelli. Cosa è successo nel frattempo?

Non so, forse conta anche la maturità dei 30 anni. Oggi penso di essere un mix abbastanza perfetto tra tecnica ed esperienza, cambiando stile in base alle esigenze del momento. Unico piccolo problema è che non ho più quella voglia di un tempo…

Dobbiamo spaventarci?

Non ho intenzione di abbandonare, ma dopo Barcellona il mio orientamento sarà quello di giocare solo quando ne ho voglia. Questo significherà anche un cambio nella selezione, perché per esempio finora giocavo tutti i tornei da 1k a 5k€, più qualche 10k. Ora invece nel mio schedule entreranno tutti 5 e i 10k, più qualche 25k come ad esempio il PSPC Bahamas, uno dei pochi che ad oggi sono sicuro di giocare.

Il gioco, i soldi e la ricerca della felicità

“In questo senso i soldi appena vinti aiutano, non solo come roll ma anche per avvicinarmi a quello che io identifico come felicità“, dice Giuliano. Chiedo subito un chiarimento.

Sarebbe a dire?

La felicità per me è svegliarsi la mattina e poter più o meno decidere tutto della tua giornata. Voglio passare tutto il giorno in barca? Voglio andare alle Maldive? Voglio giocare a poker? Ecco, essere sempre liberi di fare quello che sento di fare quel giorno. E al contrario, se per esempio ho programmato di giocare un torneo ma quel giorno non ne ho voglia, non lo gioco. Che poi questo incide anche sulla qualità del gioco.

Il giocatore forte che gioca controvoglia molto spesso metterà auto-pilot e per questo si perderà qualcosa per strada. Si torna al discorso sui marginali. Una volta avevo tantissima voglia di giocare e anche per quello tendevo a prendermi dei marginali. Oggi ho un approccio diverso, in questo torneo avevo tanta voglia di giocare e il risultato è stato incredibile.

A proposito di felicità, che giornata è stata ieri?

Ci pensavo prima. Voglio dire, cosa deve capitare per vivere una giornata migliore di ieri? Qualcuno potrebbe dirmi la nascita di un figlio, certo, ma raggiungere questo risultato in questo modo è stato qualcosa da film.

A chip and a chair, Giuliano Bendinelli l’ha vissuta davvero!

E non in un torneo qualunque, ma in uno dei 3-4 tornei più importanti al mondo! La gente mi chiede se pensavo di vincere quando sono rimasto con un buio. Ma io ho esultato come un matto già al primo payjump, non so se si è visto…

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S’è visto…

“My family is very rich”

Un buio, il triple up, la salita, poi il deal durante il quale spunta una frase che è da subito diventata “epic cit.” e trending topic, non solo in Italia: “I don’t care about money, my family is very rich”. Al di là del fatto che sia vero o meno (ed è vero, ndr), in quel momento lo hai detto per impressionare Guerrero e prenderti un qualche vantaggio, o anche per alimentare il tuo storico personaggio?

No, giuro che non c’era nulla di preparato. Tutto è andato esattamente così: nella discussione del deal lui faceva un po’ il tipo, dicendo di essere abituato a giocare per certe cifre, allora gli ho detto quella cosa per rimetterlo un po’ a posto. Del tipo “Bro, se vuoi possiamo giocare anche per il doppio”. Poi certo, eravamo microfonati e tutti hanno ascoltato, ma in quel momento ero solo una persona che cercava di fare il proprio interesse.

Giuliano Bendinelli, il deal, gli avversari e… Ibiza

Sei soddisfatto del deal? Alla fine partivi in vantaggio, anche se gli stack erano un po’ troppo “shallow” e ogni colpo poteva spostare tutto.

Sì, sono soddisfatto. Alla fine ero in vantaggio tipo 1,8 a 1, ma guardiamo i numeri: se avessi perso avrei comunque preso 400k in più rispetto al secondo posto, vincendo ho vinto 200k in meno rispetto al primo. Il saldo è dunque positivo.

Il bendi di 10 anni fa cosa avrebbe fatto in questo torneo?

Sarebbe sicuramente uscito in uno spot a inizio day 4. Eravamo 62 left e io giocavo 75x. Apre hi-jack, 3-betta cutoff, io mi ritrovo AKo sul bottone e cold-4betto. Original raiser folda e tribettor mi clicka (effettua un raise minimo, ndr). A quel punto io foldo AKo, un po’ per deepness e un po’ perché non mi fidavo e oppo era Jaros, che poi ha fatto anche lui final table (5°, ndr).

A proposito, l’avversario più forte che hai incontrato in questo torneo? E quello che magari ti ha deluso?

Direi entrambi Aggro Santos (Scott Margerson, ndr). Sapevo che online ha vinto più di me e avevo aspettative alte su di lui. Infatti si è confermato un grande giocatore, ma a un certo punto 9 left era arrivato 100x e mi aspettavo che cambiasse marcia, invece è stato un po’ troppo passivo e questo un po’ mi ha deluso, ma è molto forte. Uno bravo che non mi aspettavo è invece Costa, il brasiliano che ha fatto 3°: ottimo timing nell’aggressione e bravo anche postflop.

Quante persone hai fatto felici con le quote?

Nessuna, giocavo al 100% e la vincita rimane integralmente a me. Però ora porto tutti a Ibiza.

Immagine di copertina: Giuliano Bendinelli (courtesy Danny Maxwell & Rational Intellectual Holdings ltd)

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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