Vai al contenuto

Gus Hansen: ‘Mi mancano i tornei in cui ero io il migliore’

Si possono avere opinioni diverse sul Gus Hansen giocatore, ma a livello personale il danese è sempre uno spasso: lo ha confermato anche in una recente intervista, dove ha parlato fra l’altro di WSOP che lo hanno visto tutt’altro che protagonista, almeno ai tavoli dei tornei.

Ha infatti partecipato solamente al Poker Player Championship da 50.000 dollari ed al Main Event, impegnato com’era non soltanto a giocare ai tavoli di cash game high stakes, ma anche più semplicemente a divertirsi con parenti ed amici: una ragione niente male per stravolgere i propri programmi, che inizialmente lo volevano più presente ai tavoli del Rio.

Immancabile anche una domanda sui suoi pessimi risultati online, che ormai sono diventati da tempo una costante. In molti sarebbero stati infastiditi da una domanda del genere, anche perché nel suo caso è un tema che gli viene rinfacciato spesso, ma lui non può che rispondere con stile.

“Ultimamente ho perso molto denaro, non è un mistero, ma la buona notizia nel perdere cinque o dieci milioni di dollari online sta nel fatto che puoi permetterti di perdere dieci milioni – ha dichiarato ai microfoni di PokerNews.com – ho subito un colpo, solo se fossi un miliardario non sarebbe così, ma le cose vanno ancora bene”.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

“I’m a vodka guy, plain and simple”

E come già aveva detto in passato, smettere di giocare non è un pensiero che gli passi per la testa: “Sono sempre stato un giocatore, che si trattasse di backgammon, poker o altro. In futuro potrò magari farlo di meno, o viaggiare meno frequentemente, ma non sono come Daniel Negreanu, che gioca 270 tornei l’anno“.

Anche la sua visione, su come sia cambiato il mondo del poker negli ultimi dieci anni, oscilla sempre fra ironia e qualche stilettata: “Mi mancano i tornei dove io ero il migliore – scherza – adesso ci sono così tanti ottimi professionisti, non credo di sminuire leggende come Doyle Brunson o Chip Rheese nel dire che oggi si tratti di un altro gioco. Lo stesso Brunson, che continua ancora oggi a giocare, è probabilmente migliore di quanto non fosse nel 1985″.

Lui che è poi un appassionato dello sport in generale e del tennis in particolare si lascia andare ad una metafora che sottolinea il concetto: “Bjorn Bork è stato un grande giocatore per i suoi tempi, così come Nadal lo è nei suoi, ma vedendoli giocare capisci che si tratta proprio di un altro sport. Quanto ai giovani, alcuni credo che dovrebbero imparare semplicemente a comportarsi come si deve. Non è così difficile, come direbbe uno dei miei comici preferiti basta non essere degli stronzi…”. Giusto per non essere fraintesi.

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI