La California è forse l’unico stato al mondo che ha un’offerta nel gaming live unica nel suo genere che si differenzia in maniera netta, rispetto a tutti gli altri paesi: vi sono i tradizionali casinò gestiti dai nativi americani affiancati da una rete parallela di card rooms autorizzate (una novantina, tutte riconosciute dal Governo) dove sono i players stessi a tenere il banco in certi tavoli (blackjack e baccarat). Sono un punto di riferimento importante però soprattutto per il poker live statunitense.
In rosso alcune delle card rooms più famose, in blù invece i casinò gestiti dai nativi
Come noto, le tribù indiane gestiscono il business dei casinò, con un’offerta completa di giochi, proprio come a Las Vegas (slot, dadi etc). I nativi hanno creato una lobby molto potente che da anni ha un’influenza marcata nello scacchiere politico di Sacramento ed ora vogliono sfruttare questo potere, per indurre il Governo a legalizzare il poker online.
L’elemento distintivo del gioco live californiano sono però le card rooms: ne esistono di tutti i tipi. Alcune sono dei piccoli locali, con pochi tavoli, altre invece rappresentano realtà importanti e storiche, con un’offerta che può competere anche con alcuni casinò di Vegas (soprattutto per l’action nel cash game).
Un’idea nata spontanea nello stato dell’oro (sono in attività circa 90 club) ma da qualche anno anche il Montana ha copiato il modello californiano, con l’apertura di circa 200 sale.
All’interno di questi “circoli”, si può giocare qualsiasi gioco di carte (sono esclusi invece slot, craps, roulette etc): oltre al poker, i più gettonati sono blackjack e baccarat. La particolarità è che i titolari delle sale da gioco non possono bancare (ma guadagnano dall’affitto dei table games e dal rake nel poker).
Per legge, ad accollarsi il rischio, devono essere i giocatori. La modalità è ” player-against-player“, una sorta di Betfair live. La sala fa solo da garante per gli attori in gioco.
Per questo motivo è nato un business di nicchia gestito da realtà denominate “corporate card room bankers“. Si tratta di corporazioni di giocatori che si assumono il rischio del banco, disponendo di un bankroll importante e di un’organizzazione professionale.
Ad ogni tavolo si siede un giocatore-banchiere professionista che dispone di fiches a sufficienza per agire, di fatto, al posto della casa da gioco. Tutto regolamentato e alla luce del sole.
Il fenomeno merita di essere approfondito (anche in vista di una futura regolamentazione dei circoli in Europea e in Italia) ed è spiegato molto bene nell’articolo, dal titolo eloquente: “Banking Games in California: The Last Gold Rush” di Bill Zender.
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