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Il re Doyle Brunson abdica: 'mai più Main Event!'

Doyle Brunson, The Legend, ha vinto dieci braccialetti, compresi due Main Event, torneo che ha contribuito a rendere popolare. Ma il feeling sembra essersi spezzato. 

Quando TexasDolly si laureò campione del mondo, nel 1976 e nel 1977, il poker era un’altra cosa, i field erano a dir poco ristretti (rispettivamente 22 e 34 players), nulla a che vedere con i 3.768 partecipanti del day 1C del 2014 (giorno record di iscrizioni per la storia del torneo). Tra questi Doyle non c'era. 

Il suo commento è stato fin troppo laconico: "Per tutti quelli che me lo hanno chiesto: non sto giocando il Main Event. Le ore sono dannatamente lunghe". A 80 anni, diventa difficile sostenere 12 ore di gioco al giorno.

Solo 12 mesi fa, Doyle aveva scritto una delle pagine più appassionanti delle WSOP, con la sua deep run, terminata in 408esima posizione. Brunson ha insomma chiuso in bellezza e quella, sarà con ogni probabilità, la sua ultima partecipazione al Main, uno dei tornei più duri e stressanti sotto il profilo psicofisico, con quasi 12 ore di gioco al giorno per una settimana interna (per i fortunati che arrivano al tavolo finale).

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L'anno scorso, al termine della splendida avventura, Doyle commentò stremato: "mi sento come se un camion mi fosse piombato addosso"

Il player texano quest'anno ha giocato il 50.000$ Poker Players Championship, con un field di un centinaio di giocatori ma non è andato a premio. Il suo ultimo ITM rimane proprio al Main Event dell’anno scorso.

 

 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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