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Intervista esclusiva a Youness Barakat dopo la vittoria al PLO Grand Slam Tallinn: "vi racconto la mia vita da italiano all'estero"

Tra i pokeristi italiani che i giorni scorsi hanno lasciato il segno nei tornei live, c'è anche Youness Barakat. Nello Stivale il trentenne è poco conosciuto visto che vive in Inghilterra da più di dieci anni e la terra d'Albione ha fatto da base alla sua carriera pokeristica.

Dopo il colpaccio da quasi centosessantamila euro al  "The 5k Million" giocato al PLO Grand Slam Tallinn (in alto la foto della premiazione in cui Youness è circondato da Hossein Ensan e Daniel Rezaei, ndr), che ha registrato anche la vittoria di Dario Alioto all'evento mystery bounty, abbiamo contattato Youness per farci raccontare la sua storia. Ecco la trascrizione della nostra chiacchierata.

Gli inizi con il poker

Ciao Youness, per iniziare raccontaci la tua storia.

Ho 30 anni, sono nato in Bulgaria ma sono italiano come mia mamma mentre mio padre è siriano. Sto nel Regno Unito da dieci anni, mi trasferii per studiare all'università matematica e lingue. Giocare a poker mi piaceva da quando ero ragazzino, poi a Londra conobbi un paio di amici che mentre studiavano alzavano qualche bel soldo col gioco e l'ho visto come un buon modo per ottenere indipendenza e pagarmi vitto e alloggio durante gli studi, e anche come prospettiva post laurea per non farmi intrappolare nel sistema corporativo.

Da quanto tempo giochi a poker professionalmente?

Sono un poker pro da otto anni. Mi presi un anno sabbatico per andare in Scozia e lì partii giocando 1/1 live cash game. Non ho più smesso. Finiti gli studi ho continuato a giocare principalmente Omaha, era il 2018-2019.

Una routine che non c'è

Qual è la tua routine di gioco oggi?

Una routine vera e propria non c'è. Ogni mese è diverso. Nell'ultimo anno ho una grande preferenza per i tornei di Omaha, quindi dipende dagli eventi che partono. Per le partite cash, dipende dai personaggi che transitano a Londra nel momento contingente che fanno partire le varie partite.

In Italia hai mai giocato?

Quando vengo a Napoli per le vacanze gioco un po' cash game heads-up online per tenermi in movimento. Ho il vantaggio che i vari regular non mi conoscono. Dal vivo invece no. Mi suona come un po' underground la situazione, nel senso che non si può fare alla luce del giorno.

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Non è proprio così ma da una prospettiva inglese lo può benissimo sembrare. Raccontaci del torneo di Tallinn da cui sei uscito vittorioso.

Era la mia terza partecipazione alle Diamond Series e tutte e tre le volte ho fatto tavolo finale al Main Event da 5k, ho chiuso terzo, quarto e infine è arrivata questa vittoria.

Aver superato il milione di vincite in tornei live è una cosa simpatica, ma non lo ritengo troppo significativo di qualcosa.

Youness Barakat

Delle Series spettacolari

Che ne pensi di queste nuove Series?

Sono davvero organizzate alla grande, ai giocatori offrono un servizio super vip, è tutto spesato, ti vengono anche a prendere all'aeroporto e tu magari sei lì che scendi da un volo Ryanair e trovi la limousine ad aspettarti. Davvero divertente.

Al torneo che hai vinto conoscevi qualche avversario e hai adottato qualche accorgimento strategico in particolare?

All'inizio del final table avevo due short stack a sinistra e due giocatori forti con big stack a destra, questo mi dava l'opportunità di giocare più aggressivo, ho fatto un sacco di tribet bluff contro il finlandese che alla fine mi ha chiamato con una mano di m***a. Io stavo bulllizzando in modo teoricamente corretto, non è che stessi tribettando alla cieca, poi l'ho coolerato colore vs colore ma lui non avrebbe mai dovuto vedere quel flop.

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Il back to back con Hossein Ensan

Come è nata l'idea del deal?

C'era Hossein Ensan che ha vinto un sacco di mani e ha lanciato l'idea del deal. Io volevo qualcosina extra, poi una volta chiuso l'accordo la partita ha preso una piega molto goliardica. Avevamo lasciato 5k a testa per il primo posto, quindi fondamentalmente stavamo giocando per 15k al primo, quando gli amici di Hossei hanno iniziato a portare whisky al tavolo.

Ricordi che Ensan vinse il Main Event WSOP in heads-up contro Sammartino sì?

Certo! Con Hossein avevo giocato per la prima volta a Tirana a gennaio al tavolo finale dello stesso torneo, per entrambi qui a Tallinn è stato back to back. Ci troviamo molto bene e mi pare lo stesso successe con Dario. Diciamo che nel mio piccolo, molto in piccolo, ho vendicato un altro napoletano 🙂 Poi per Hossein sono due biscotti ma è stato comunque divertente.

Conosci altri pokeristi italiani?

In realtà non sono molto connesso coi giocatori italiani, ho più legami con la comunità pokeristica britannica. Alle WSOP l'anno scorso però ho giocato nella squadra di calcio dell'Italia, c'era Mustapha a fare il presidente. Poi a Tirana ho conosciuto Dario Alioto, lo vedevo spesso a premio anche agli EPT e poi l'ho conosciuto un po' meglio.

I traguardi

Oggi come oggi quale è il tuo sogno pokeristico nel cassetto?

In realtà sto già vivendo il mio sogno pokeristico. L'ambizione è continuare a spingere a questi livelli. Tra non molto farò il mio ingresso anche nel circuito Triton. Non so, magari il sogno potrebbe essere vincere un bracciale al 10k omaha, se vinco quello ho vinto tutto.

Con questi risultati a Tallinn hai superato il milione di dollari vinti in tornei live. Che significato ha questo traguardo per te?

Diciamo che è un bel numero da avere ma non lo ritengo troppo significativo di qualcosa, perché puoi pure avere tre milioni di vincite live e comunque essere perdente. I risultati All Time Winning sono falsati, secondo me non è quello il parametro di riferimento per il successo nel poker. Ma detto questo, mentirei se dicessi che non significa proprio nulla.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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