Durante l'EPT di Vienna che lo ha visto poi arrendersi al 15esimo posto, Johnny Lodden ha tirato fuori dal cilindro un herocall spettacolare che merita certamente di essere raccontato.
In sala sono rimasti una trentina di giocatori, siamo nel 22esimo livello su bui 8.000/16.000 ante 2.000: il norvegese apre da cut-off a 25.000 con uno stack di circa mezzo milione con 9 8 , ma sullo small blind Miroslav Alilovic 3-betta fino a 62.000. Lodden lo copre, seppure di poco, e chiama: "So che quel giocatore è capace di farlo praticamente con qualsiasi mano - ha spiegato a PokerNews.com - quindi metto in posizione".
Il flop è q 6 5 , ed entrambi decidono di checkare. Il turn è il 9 , e qui Alilovic decide di check/raisare la puntata di Lodden: il norvegese mette nel piatto 57.000 fiches, ma il rilancio è di 120.000. Il pro di PokerStars non si lascia comunque intimorire: "Sono convinto che il mio nove sia buono, ha check/raisato molte altre volte mostrando aria". Ma il river non lo aiuta.
Cade infatti il 8 , che gli consegna doppia coppia ma soprattutto mette in tavola la quarta carta di quadri, che chiude anche progetto di scala: Alilovic va all-in per poco meno di 300.000 fiches, ma Lodden snappa e si vede girare k j , per un bluff totale.
"Sicuramente potrebbe avere una mano come a k - ammette Lodden - ma ero piuttosto sicuro che al turn stesse bluffando, e credo che se avesse hittato una coppia si sarebbe limitato a checkare". Per questo Lodden è convinto che lo small blind sia polarizzato fra nuts ed air, e la sua storia in sostanza non lo ha convinto: in questo caso ha avuto ragione.