Marvin Rettenmaier, uno dei torneisti più capaci emersi negli ultimi anni nei tornei dal vivo, a quanto pare ama giocare in Italia. Sarà a causa del buon cibo, del clima, dell'arte? Non proprio...
"MadMarvin", intervistato da PocketFives, sostiene infatti che a suo avviso non si possa dire quale nazione possa vantare i giocatori di poker più alibi, ma nonostante questo si lascia andare ad una battuta: "Se proprio insisti, potrei dirti che mi piace giocare in Italia, e che i miei connazionali sono avversari molto duri da battere".
In effetti, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio dominio dei tedeschi nei principali tornei di poker dal vivo, e nonostante la varianza che domina questa disciplina la faccia generalmente da padrone, pensare che si tratti soltanto di un caso sarebbe certamente miope.
Marvin Rettenmaier, attualmente al primo posto nel ranking del GPI
Quando gli domandano però se sia stato proprio lui ad innescare una sorta di boom nel proprio Paese - visti i successi a stretto giro di posta prima al WPT Championship e quindi alla tappa di Cipro - lui sembra proprio non credere a questa ipotesi: "No ed anzi, credo che un boom debba ancora venire. La mia famiglia e gli amici a casa erano entusiasti dei miei successi, ma a parte questo non so quanto ne sappiano davvero di questo mondo".
Ammette poi che proprio nei tornei dal vivo il field si è molto indurito negli ultimi anni, con diversi grinder che si sono affacciati in Europa intenzionati a lasciare il segno, spesso riuscendoci. Per quanto lo riguarda, Marvin non può certo lamentarsi di come sono andate le cose, ma naturalmente accontentarsi non fa parte del suo DNA: "Sono piuttosto soddisfatto del mio curriculum in questi eventi, ma certo, vincere un braccialetto WSOP sarebbe fantastico".
Ne ha fatta di strada dal 2003, quando in vacanza studio nel Wisconsin conobbe il poker Texas Hold'em: professionista dal 2011, nel poker live dal 2011 ha vinto quattro milioni e mezzo di dollari, cifra che ovviamente farà di tutto pur di vederla lievitare ancora.