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Negreanu provoca Hellmuth: "Day Off al Day 6 delle WSOP? Bisognerebbe arrivare almeno al Day 4!"

Nei giorni scorsi vi abbiamo dato conto delle parole di Daniel Negreanu che ha parlato di tutta una serie di argomenti che gli stanno da sempre particolarmente a cuore, primo tra tutti quello dei giocatori che impiegano un tempo esagerato prima di prendere la loro decisione, dinamica che è ovviamente prerogativa del poker live e non del poker online.

Daniel Negreanu sulla polemica scatenata da Phil Hellmuth

Vi ricorderete che nei giorni scorsi Phil Hellmuth aveva lanciato un'invettiva sull'assegnazione del WSOP Player Of The Year a Shaun Deeb, cosa che, a suo parere, è sbagliata, poiché un premio di quel tipo andrebbe assegnato ad un giocatore che ha vinto almeno un braccialetto, figuriamoci due come quelli messi al polso da Michael Mizrachi durante la 56esima edizione delle World Series Of Poker. E che tornei, visto che ha vinto il suo quarto Poker Player Championship e il Main Event.

Per Negreanu, la cui seconda parte dell'intervista è apparsa su Poker.org, è decisamente difficile trovare un meccanismo che faccia felici tutti: qualcuno rimarrebbe sempre scontento a prescindere da quale decisione si prenda.

Una soluzione potrebbe essere quella, secondo il pensiero del campione canadese, di assegnare molti più punti per la classifica POY a chi vince tornei importanti come quelli vinti da "The Grinder", ma dall'altra parte le regole erano chiare per tutti fin da ben prima che iniziassero le WSOP, per cui nessuno può lamentarsi a posteriori.

In sostanza non si può rimproverare Deeb per aver approfittato di un regolamento che era chiaro a tutti fin dall'inizio.

Un giorno di riposo in più al Main Event?

La seconda polemica innescata da Phil Hellmuth, riguarda la richiesta di una giornata di riposo in più per i giocatori che riescono a fare una deep run che li porti alle giornate finali del WSOP Main Event e qui Negreanu si diverte a stuzzicare il suo avversario di mille partite.

Prima di pensare ad un ulteriore giorno di riposo per chi arriva al Day 6 del Main Event, sarebbe meglio riuscire ad arrivare almeno al Day 4

Daniel Negreanu

A supporto di questa sua simil seria affermazione, Negreanu fa proprio l'esempio del vincitore del Main Event che, nonostante non sia esattamente più un ragazzino, Mizrachi è del 1981 e ha compiuto 44 anni, "The Grinder" ha giocato tutta la notte cash game, finendo alle 8 del mattino, per poi presentarsi al Day 6 con soli 30/40 minuti di ritardo, per poi triturare tutti gli avversari e costruire uno stack che poi gli è servito per mettere al polso il braccialetto.

Secondo il canadese questa è la natura del Main Event, forse un po' selvaggia, ma va benissimo così, inoltre c'è un giorno di riposo prima del Final Table, per cui non c'è il bisogno di un altro Day Off.

Un pensiero ulteriore Daniel Negreanu lo dedica a tutti gli accorgimenti che i giocatori prendono per coprirsi il collo, gli occhi o la bocca, come sciarpe o foulard, occhiali da sole coprenti o mascherine, cosa che il canadese permetterebbe solo nel caso in cui fosse data la possibilità di utilizzarne uno per volta.

C'è il COVID? Usa solo la mascherina. Hai problemi con le luci troppo forti? Usa solo gli occhiali da sole. Hai problemi di freddo con l'aria condizionata? Va bene una sciarpa, ma solo quella. Se utilizzi tutte e tre questi accorgimenti, probabilmente non lo stai più facendo per problemi insormontabili, ma perché magari sai di offrire troppi tell ai tuoi avversari.

Phil Hellmuth courtesy Pokernews & Jazmyn Le

Il finto All In e la chip unica tenuta dietro

Negli ultimi tempi, nemmeno tanto recenti, si è sviluppata quella dinamica da parte di alcuni giocatori, che puntano una size altissima, lasciandosi dietro una sola chip, di solito dal valore esiguo, senza andare in All In.

"Quando hai il punto e ti chiamano, è fantastico e fai un piattone. Ma quando stai bluffando, puoi salvare quella chip e poiché puoi vincere la mano successiva, questa chip può essere molto preziosa. Da questa prospettiva, quella azione ha senso", dice il canadese.

"Il problema è che crea dinamiche a favore degli angle shooter ( i giocatori che approfittano delle pieghe del regolamento per ottenere un vantaggio, ma che rimangono all'interno del regolamento, ndr ). Diciamo, per esempio, che faccio questa azione al turn, ma lascio una chip dietro. Il nostro avversario chiama e gira le sue carte perché non ha visto che ho lasciato una chip. Ora io ho visto le tue carte e quando arriva il river posso vedere che ho perso e posso salvare quella chip. Secondo voi è un'azione che rimane all'interno del regolamento?"

Negreanu pensa a una opzione regolamentare, come quella di non poter scommettere oltre il 90% delle proprie chips, se no si è automaticamente in All In, ma è difficile, secondo il suo parere, trovare una soluzione che vada bene per tutte le stagioni.

Secondo "DNegs" una soluzione va trovata, perché anche se il regolamento accetta nelle sue pieghe una dinamica di questo tipo, a suo parere rimane comunque un abuso da combattere e, possibilmente estirpare.

Il falso All in

Questa che è a tutti gli effetti considerata una strategia di gioco, si verifica quando un giocatore spinge in avanti praticamente quasi tutte le sue chip, dando l’impressione visiva di andare all-in.

Tuttavia, tiene volutamente dietro una o più chip, spesso di piccolo valore (anche una singola fiches minima), in modo che tecnicamente la sua puntata non sia all-in.

Lo scopo è indurre l’avversario a prendere decisioni sulla base di un’informazione falsa o fuorviante, facendo credere che il rischio sia quello di fare un all-in, quando invece resterebbe un’ulteriore azione possibile in seguito.



Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.