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Nick Schulman

Nick Schulman: “A 21 anni ho bruciato $1 milione a Las Vegas. Che belli i tempi di ‘Rounders’!”

Nick Schulman oggi è un pokerista di successo, frequentatore abituale della Bobby’s Room del Bellagio e torneista formidabile con più di $8,6 milioni vinti in carriera – e stiamo parlando solo di poker live.

Ma come molti colleghi, anche il professional poker player americano è passato attraverso brutte esperienze che lo hanno formato. Esperienze che spesso sono fatali a molti, ma che talvolta aiutano a forgiare carattere e mindset.

Di recente, Nick Schulman si è raccontato ai microfoni di CardPlayer, in un lungo podcast di cui vi riportiamo i passaggi più interessanti.

Dalla tromba al biliardo…

La vita spesso è fatta di sliding doors. A 11 anni, Nick Schulman suona la tromba e ha pure una band. Chissà, magari avrebbe potuto fare il musicista, se verso i 15 anni non si fosse innamorato perdutamente del biliardo.

“Avevo 16 anni e mi ritrovavo già a giocare partite di biliardo da $1.000”, racconta Shulman. “Quella vita mi piaceva da matti. Ero uno dei più giovani, ma all’epoca la scena dei tornei underground di biliardo a New York era fervida. C’erano un paio di tornei settimanali fissi. L’atmosfera era molto divertente”.

Ovviamente quello di Schulman non è un esempio da seguire, ma la sua è una storia molto comune tra i newyorchesi che verso la fine degli anni 90 si affacciavano all’adolescenza: “Comunque avevo il mio codice d’onore. Non ero uno di quei giocatori che fingevano di non saper giocare per poi spennare il pollo di turno.

Vi ricorda qualcosa? E questa non è soltanto l’unica similitudine tra il biliardo e il poker agli inizi del boom: “I migliori giocatori di biliardo cercavano di non farsi riconoscere. Usavano nomi finti, si spostavano ogni 6 mesi. Arrivavano in un posto nuovo, perdevano qualche partita e poi si mettevano a spennare i malcapitati che ci giocavano contro scommettendoci”.

… fino al poker

Proprio in un club di New York Nick Schulman scopre il Texas Hold’em: “C’era una partita nel retro del locale. Avevo 16 anni e un amico che col poker già ci viveva. Ho cominciato per divertirmi: non pensavo che avrei potuto guadagnare col poker, volevo solo giocare perché vedevo questo tavolo di No Limit Hold’em (era un Sit and Go) e tutti che si divertivano”.

Di nuovo, una sliding door: “La prima volta che ho giocato questo Sit and Go l’ho vinto: credo sia soprattutto per quello che ho pensato che il Texas  Hold’em fosse grandioso. Forse, se avessi perso, non ci avrei mai più giocato.

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Il passaggio al poker online fu cosa naturale: “A 18 anni iniziai a giocare su Ultimate Bet. All’inizio ebbi una buona run, ma poi le cose iniziarono ad andare male. Ricordo che pensai: ‘Caspita, sembra proprio che io non possa vincere’. Poi capii che non era solo colpa della varianza e della mia tendenza all’azzardo: fui coinvolto anche io nello scandalo dei superuser.

 

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Nick Schulman tra New York e Las Vegas

La chiacchierata tra Nick Schulman e il giornalista di CardPlayer prosegue toccando l’argomento New York e le famose partite di poker underground. “Tra i 18 e i 21 anni giocavo a New York in queste partite. Non era come essere al Mayfair, ma simile. La scena newyorchese era così vibrante. C’era gente che veniva persino dal Connecticut e da Boston”.

Una scena che secondo Schulman è stata ben dipinta da Rounders – Il Giocatore: “Ecco, magari non c’era la mafia russa ai quei livelli – io non ho mai giocato contro un Teddy KGB per intenderci – però il resto del film è davvero accurato: sul serio si giocava ovunque, c’erano partite nei retro dei ristoranti e dei barbieri”.

L’esordio sulla scena torneistica internazionale è indimenticabile: “Ricordo i primi tornei. Non ero così nervoso perché ero abituato a giocare partite di livello. Un giorno andai al Foxwoods con un amico, che mi convinse a giocare un satellite per il WPT World Poker Finals. Io non lo volevo neanche giocare: alla fine quel torneo lo vinsi e intascammo $2,1 milioni.

Con la metà di quel denaro, poco più di $1 milione, Nick Schulman va a Las Vegas: Se potessi tornare indietro nel tempo e parlare col me stesso di allora, eviterei quell’errore. Bruciai tutti i soldi in pochi mesi. Non fu tanto per le scommesse sportive o per gli acquisti sfrenati. Feci moltissimo staking e andò male. Lo staking ti distrugge se non lo tieni sotto controllo”

La peggior bad beat e la peggior sconfitta

Schulman ricorda anche il colpo più brutto mai inflitto a qualcuno giocando a poker: “Online, cash game No Limit Hold’em $25/$50. Board 2-4-4 tutto di picche. Era l’epoca in cui mi piaceva ogni tanto andare direttamente all-in su board accoppiato, in spot in cui difficilmente il mio avversario poteva aver ricevuto aiuto.

Era un piatto controrilanciato pre-flop, quindi decisi di andare all-in per 180 big blind con J 6 . Lui chiamò e mi mostrò gli assi. Turn e river furono due 6. Non vi dirò chi è, oggi è un giocatore ancora attivo ma credo che quel giorno lo mandai broke. Fu particolarmente un brutto colpo perché non lo meritava: mi aveva intrappolato bene con gli assi”.

Tornando a quel milione di dollari bruciato a Las Vegas, Nick Schulman ha svelato di aver avuto momenti persino peggiori: “Un giorno stavo giocando contro un famoso banchiere e ho avuto una sessione sfortunatissima. Persi molti soldi”.

L’americano non dice quanti, ma possiamo solo immaginare…

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