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Poker live: si gira pagina? Tornei solo low stakes

Il Governo ha alzato bandiera bianca di fronte all’opinione pubblica: i tornei di poker sportivo live non verranno disciplinati, nonostante sia sempre in vigore una legge ordinaria che prevede – come noto – la pubblicazione di un regolamento da più di quattro anni.

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Sarà curioso capire quali saranno i futuri indirizzi giurisprudenziali in materia amministrativa: è palese l’ineffettività delle leggi del 2009 e del 2011 (che prevedeva il bando). Il Consiglio di Stato muterà indirizzo dinanzi all’evidenza dei fatti? La Cassazione lo ha già fatto, dando una decisa spallata al sistema pianificato nel lontano 2009. E’ un segnale forte. Come noto i supremi giudici però "consigliano" solo tornei low stakes.

E’ il tramonto del texas hold’em live “commerciale” tanto caro all’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. L’unica strada è la regolamentazione sportiva e dei passi da gigante (soprattutto da un punto di vista “politico”) sono stati compiuti in questi ultimi mesi, ma è logico che il progetto andrà in porto solo se vi sarà un’autodisciplina interna e un senso di responsabilità forte da parte del movimento.

Come detto, la partita si gioca soprattutto a livello internazionale ma in Italia c’è bisogno che i circoli riacquistino credibilità a tutti i livelli (niente cash game e montepremi folli) in un momento di effettiva vacatio legis (logica conseguenza della forte presa di posizione della Cassazione e dell’immobilismo della pubblica amministrazione).

Nel frattempo, in attesa di notizie dal Comitato Olimpico Internazionale, la FIGP ha presentato un progetto studiato ad hoc per la futura regolamentazione in ambito sportivo, valorizzando proprio il concetto di competitività (la filosofia è semplice: più classifiche, intrattenimento e meno attenzione ai payout).

  • Si cambia pagina?

Isidoro Alampi fa un appello: "“E’ il momento che tutti agiscano con responsabilità invece di rimanere alla finestra ad aspettare e criticare. Il poker sportivo o lo si fa tutti assieme o non ci sarà mai...”. Il presidente di FIGP ha descritto i punti chiave del progetto: "Vogliamo diffondere in Italia lo sport del poker. Da oggi si cambia pagina. Ci sono tantissime realtà che di poker sportivo hanno poco o nulla. Il poker sportivo non è quello che si trova oggi sul territorio.Chiudiamo il passato e ripartiamo con un progetto sportivo nuovo. L'obiettivo del gioco è la competizione e far valere il proprio talento in una competizione sportiva, conquistare posizioni in classifica, cambiare categoria e dimostrare la propria abilità. I montepremi devono passare in secondo piano".

  • Tornei low stakes

“La base di partenza è l’ultima sentenza della Cassazione: i tornei saranno open con buy-in medi da 40€ e 50€. L'entità delle quote d'iscrizione sarà graduale in base al livello di competenza regionale del torneo (provinciale, regionale e di livello nazionale) e può arrivare ad un massimo di 250€. Oggi i pokeristi sono circa due milioni ma dimentichiamoci i tornei da 100.000€ di montepremi garantiti. Ci saranno solo club che organizzeranno eventi con buy-in low. I premi non saranno convertibili in denaro contante. Si potranno vincere ticket. Ci sarà un controllo degli ispettori molto attento. Le iscrizioni ai tornei dovranno essere autorizzate da un sistema centralizzato che metteremo a disposizione anche delle autorità. Non è previsto alcun movimento di denaro nel rispetto della normativa anti riciclaggio”.  

  • Inquadramento del personale

"Secondo nostre stime – denuncia Alampi - sono 10.000 i posti di lavoro nel poker che oggi sono nel sommerso e che devono essere regolamentati. Non esiste una rappresentanza unitaria in questo settore e uno degli obiettivi del nostro progetto è proprio questo. Dobbiamo cercare una soluzione per i 10.000 lavoratori impiegati nei circoli. La soluzione va ricercata attraverso i manager sportivi associati, un sindacato che riguarderà i responsabili di impianti sportivi e di club”.

  • Fiscalità e dilettantismo

“Riguardo alla fiscalità, ci sarà una differenza di status sostanziale per i giocatori dillettanti e professionisti. Ma del professionismo parleremo solo in una seconda fase, a riconoscimento avvento. Garantiamo – assicura -  un sistema di controllo per tutte le attività dei club, con un monitoraggio costante e trasparente come avviene con una poker room online ma le carte saranno distribuite live. Abbiamo presentato il progetto al CONI ed abbiamo ottenuto i primi riscontri. Nei primi mesi del 2014, il poker verrà riconosciuto come disciplina sportiva nell’ambito del CIO. Da quel momento il poker italiano entrerà nella casa dello sport”.