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Timoshenko: “Lavallee è il mio favorito per l’EPT di Sanremo”

Yevgeniy Timoshenko all’EPT di Sanremo si è dovuto arrendere al ventunesimo posto, un piazzamento che non può bastare a far esultare un professionista come lui ma che al tempo stesso non gli lascia l’amaro in bocca, visto che lo statunitense è soddisfatto della sua prova, come ci ha confidato nella giornata di ieri.

Sono molto felice di come ho giocato, ero estremamente concentrato. Negli ultimi giorni mi sono trovato con uno stack sotto i 30 big blinds, e così quando ho spillato una coppia di sette sono dovuto andare all-in, ma ho perso contro AK”. Cose che succedono, e così per lui sul piatto sono sparite le fiches e sono rimasti 23.000 €. Come dire, può sempre andar peggio.

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Adesso che è rimasto spettatore di quel tavolo finale che gli è sfuggito non per molto, Timoshenko ha le idee piuttosto chiare su quale sia il nome su cui puntare: “Jason Lavallee è il mio favorito per il tavolo finale, non soltanto perché è il chipleader ma anche perché è un avversario molto duro da affrontare, saprà sfruttare al meglio il proprio stack”. La scelta pare essere buona, visto che il canadese ha alle spalle numerosi piazzamenti dal vivo, e quello che gli manca è solo il successo.

Detto del torneo, inevitabile un parere anche sul Black Friday, che certo sembra ormai una storia a noi distante ma i cui riflessi si fanno sentire decisamente ancora oggi, in particolare oltreoceano: “Credo che il Black Friday sia stato un danno enorme per il poker online. Infatti, penso che anche quando tornerà disponibile negli Stati Uniti servirà diverso tempo prima che torni ad avere i volumi che ha conosciuto in passato“.

Tutto sappiamo da dove è cominciato ormai, e secondo Yevgeniy una volta che le cose si sono mostrate per quello che erano, tutto il resto non è stata altro che una logica conseguenza: “Non credo che Full Tilt fosse uno schema di Ponzi o che fosse gestita da dei mostri, ma certo non riesco a comprendere come sia stato possibile gestire una compagnia che aveva  nei propri conti bancari soltanto il 5% del denaro dei giocatori. Una volta scoperto questo si trattava di una situazione che doveva assolutamente essere fermata“.
 
E visto che ormai la ripresa della poker room è ormai vicina, negli Stati Uniti – tutt’ora esclusi – la ferita rischia di bruciare ancora.
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