Vai al contenuto
tom dwan mano wesley fin

Come ha pensato Tom Dwan nel piatto televisivo più grande di sempre

Maggio 2023, Tom Dwan a uno streaming del Casinò Hustler vinse il piatto cash game più grande di sempre in una diretta di poker.

In un video, 'durrrr' ha spiegato il processo di pensiero che in game lo ha portato a chiamare. A quanto pare fattori esterni allo spot hanno avuto il loro bel peso.

Un piatto da record

Ma prima di vedere il thinking process di Dwan ripercorriamo la action dello spot andato in scena allo streaming del casinò Hustler.

Partita 500$/1.000$ con bb ante 3.000$, hijack apre 7.000$, da bottone Wesley Fei tribetta 30.000 con A K , da utg dopo aver messo lo straddle Tom Dwan spilla Q Q e cold 4-betta 100.000$.

Dopo il fold di hijack Fei va in 5-bet a 275.000$, chiama Dwan. Su flop 3 8 8 Dwan check-chiama la cbet di Fei dimensionata a 125.000$.

La stessa action si ripete sul 5 turn, con la second barrel di Fei a 350.000$. Sul river 6 dopo il check di 'durrrr' Fei va all-in, Dwan alla fine chiama e incassa il giga pot da 3,1 milioni!

Il contesto

In apertura del video Dwan spiega il contesto in cui è arrivata la mano. In precedenza aveva giocato uno spot contro Doug Polk che aveva 45s, Wesley Fin aveva visto le carte e gli aveva detto 'mi piace questa mano'.

Dwan tirando a indovinare aveva pensato "a qualche mano suited ragionevolmente connessa" e quando aveva capito di aver avuto ragione era entrato in fiducia.

"Quando ho giocato la mano contro Wes ho pensato che ero un po' dentro alla sua testa, che potevo un po' capire quello che stava pensando e quale era il suo mindset."

Lo zampino di Polk

All'inizio della mano in questione poi succede il contrario della mano precedente, ossia Polk vede le carte di Fin. Secondo Dwan questo fatto altera tutta la dinamica perché senza l'intervento di Polk non avrebbe fourbettato e si sarebbe limitato a chiamare la tribet.

"Contro la maggior parte delle persone, se fosse andata in raise-reraise lo stesso spot in squeeze, con gli stessi stack, avrei controrilanciato, ma contro Wes nello specifico invece non credo che lo avrei fatto".

Consigliando all'avversario di non tribettare, Polk ha involontariamente influenzato la linea di Dwan.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Quando sei persuaso della read...

Da mesi infatti Fei stava giocando uno stile molto chiuso ma in quel caso Dwan ha avuto la sensazione che volesse cercare il bluff "da una volta su mille."

"Ricordo che dopo aver controrilanciato ho pensato che se avesse shovato avrei chiamato, che è una cosa insana quando hai uno stack di 1.500bb no? Quando lui ha mini5bettato ho pensato 'oh, fuck!' Avrei potuto foldare preflop e poi al turn, ma mi sembrava davvero in piano di bluffare per diverse cose che aveva fatto nel corso della mano. Ero davvero persuaso di questa read."

...E il comportamento avversario te la conferma

Dwan dice poi che la read è diventata granitica al river.

“Quando lui è andato all-in sapevo che avrei chiamato, ma ho comunque preso del tempo per vedere se Wesley mi convinceva o se cambiava qualcosa. In queste situazioni devi comunque pensare un minuto prima di chiamare. Così sono andato a prendere una bottiglietta d'acqua e quando sono tornato è stato divertente, lui aveva la testa appoggiata sul tavolo come a nascondersi, ho pensato 'oh che m***a, dai su!". Se avessi avuto il dubbio che potesse avere gli assi o i re, in quel momento me lo sarei tolto”.

Valutare la linea sul comportamento dell'avversario

Ma per Dwan a spostare è stato soprattutto un altro comportamento di Fei, anch'esso involontariamente innescato da Polk:

“Wes ha fatto finta di niente quando Doug ha detto di aver visto la sua mano. Ho giocato mani significativamente più grandi di questa in cui qualcuno aveva visto le carte di un altro: sempre c'è stata almeno una occhiata fugace per registrare la cosa. Invece Wesley stava immobile, sembrava volesse evitare la realtà. Per me c'erano davvero poche spiegazioni possibili a questo comportamento. Specialmente se avesse avuto coppia di re o di assi sicuramente avrebbe guardato la persona che diceva di aver visto le sue carte. Non aveva senso. Se avesse avuto una buona mano avrebbe potuto cercare di fare qualcosa per ricevere un call, invece si nascondeva. Per mesi Wes non aveva mai bluffato ma in questa mano ero sicuro che potesse bluffare, per come si era mosso e comportato dall'inizio alla fine dello spot."

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI