Quando si pensa al poker, e in particolare a quello che si gioca all’interno della case da gioco, si possono valutare tante cose, ma la risposta che esso possa avere sull’impatto ambientale in termini di inquinamento, non è esattamente in cima ai pensieri dei giocatori.
Eppure, ad un’analisi un pochino più approfondita, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in virtù degli appelli che si moltiplicano in ogni parte del mondo, la possibilità che ognuno di noi possa compiere piccoli gesti quotidiani che aiutino la causa che porti ad un modo di pensare e di agire che riduca l’impronta ambientale dell’uomo che, nel corso degli ultimi decenni, è stata devastante.
Cosa fare per aiutare il nostro pianeta
Nei giorni scorsi è apparso su Poker.org, uno splendido articolo di Maris Catania, safer-gambling e ricercatrice certificata per una migliore sostenibilità del pianeta originata dal gioco del poker, che ha messo alcuni puntelli piuttosto importanti rispetto alla questione.
L’analisi della ricercatrice è partita dall’impegno che alcune tra le compagnie più importanti del mondo in fatto di organizzazioni di tornei, segnatamente WSOP e WPT, si stiano muovendo, o lo hanno già fatto, in questa direzione.
A fare da pioniere sono state le WSOP e la Caesars, che hanno istituito fin dal 2008 la CodeGreen, atta a inserire tutta una serie di iniziative che, seppur nel loro piccolo, hanno provato a dare una mano in questo senso.
Dall’uso decisamente ridotto della carta in sede di registrazione dei tornei, ormai quasi totalmente effettuate sotto forma digitale, fino al carpooling e all’incentivo dei mezzi pubblici per l’arrivo alle strutture nelle quali si gioca per ridurre le emissioni dei gas di scarico delle automobili, fino ad arrivare ad una drastica riduzione dell’uso delle acque reflue e un più attento risparmio delle materie prime, grazie all’utilizzo, per esempio, dei bidoni di distribuzione dell’acqua, sempre più presenti a margine dei tavoli da gioco, da preferire all’acquisto di bottigliette nei bar dei Casinò dove si giocano le WSOP.
I risultati di un migliore impatto ambientale
Caesars ha così comunicato, con dati alla mano corredati da certificazioni, che ha ridotto le emissioni di gas serra del 23% dal 2011, riducendo contestualmente il consumo di acqua dell’11% dal 2008 e deviando 58.000 tonnellate di rifiuti dalle discariche solo nel 2017.
Le WSOP hanno inoltre iniziato a collaborare con la One Drop Foundation nel 2012 per fornire acqua sicura e servizi igienico-sanitari alle comunità bisognose in tutto il mondo. Il loro impegno è tangibile, con eventi come il “Big One for One Drop” che raccolgono fondi per cause caritatevoli.
Tale torneo, come abbiamo già dato conto nei giorni scorsi, tornerà a vedere la luce nelle prossime settimane proprio a Las Vegas, i cui primi iscritti sono stati resi noti la settimana scorsa, ma sotto un’altra organizzazione, il World Poker Tour.
“C’è sempre un ronzio palpabile nell’aria durante il pre-up dell’affare one-million-dollar“, ha affermato Alexandre Meunier, Chief Marketing and Events Officer della One Drop Foundation. “L’entità del buy-in, del montepremi, ma anche dei fondi che sono diretti alla causa dell’accesso all’acqua sicura, rende il Big One l’evento più importante se parliamo di ecosostenibilità“.
Dal 2012, gli eventi di poker One Drop hanno generato più di 25 milioni di dollari per sostenere la causa globale dell’acqua pulita.
Cosa possiamo fare di più
Se a fronte di queste organizzazioni e queste prese di coscienza, non corrisponde però un impegno individuale di ciascuno di noi, allora le soluzioni alle quali si vuole arrivare, subiscono una battuta d’arresto.
Soprattutto da parte dei giocatori più in vista dei circuiti più importanti al mondo, dovrebbe essere messa in atto una presa di posizione che faccia da volano a risvegliare nella comunità pokeristica un comportamento virtuoso.
“Campagne di eco-consapevolezza“, scrive ancora Maris Catania, “workshop educativi e mostre verdi possono inoltre svolgere un ruolo significativo nella promozione della sostenibilità all’interno della comunità del poker. I tornei hanno il potenziale per diventare più di semplici eventi competitivi; possono diventare piattaforme per un cambiamento positivo su una scala che supera di gran lunga le capacità di qualsiasi singolo giocatore.“