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Analisi di una mano con Jeff Madsen: il triple-barrel bluff

Jeff MadsenUno dei modi per mettere a segno un bluff efficace è quello di puntare nello stesso modo in cui si farebbe nel caso si avesse davvero una mano forte. Quello che è più difficile da fare, però, è capire quando è il momento d’insistere con l’azione e quando è invece il caso di abbandonare, come ci dimostra Jeff Madsen in una mano del World Poker Tour Championship – torneo da 25.000 dollari di buy-in ospitato dal Bellagio di Las Vegas nello scorso 2009.

Con bui 1.500/3.000 e ante di 400, il giocatore professionista Chris Bell limpa da middle-position e Madsen lo segue con 10 3 . “Quelle non erano certo carte buone” spiega Jeff – vincitore nel 2006 di ben due braccialetti WSOP. “Tuttavia avevo un sacco di chips. Inoltre mi ritengo piuttosto bravo nel gioco post-flop e quindi ho deciso di andare a vedere come evolveva la cosa”.

Gli avversari sui bui entrano a loro volta in gioco e quindi, in un piatto a 4, sul board arrivano 5 2 5 . Tutti fanno check e la parola torna nuovamente a Madsen, che decide di puntare 8.000 e che vengono successivamente visti soltanto da Bell, già piuttosto abituato allo stile aggressivo di Jeff e consapevole del fatto che lo stesso sarebbe in grado di agire in quel modo anche con il nulla assoluto.

“Lo mettevo su una coppia piccola” racconta ancora Madsen, membro tra l’altro del team di professionisti di Full Tilt Poker. Sul turn arriva allora un k che, almeno potenzialmente, chiude il progetto a colore. Bell fa ancora check e Madsen spara allora un secondo colpo da 18.500 chips. “Il K era una scary card e quindi, se davvero lui aveva una coppietta senza quadri, avrebbe sicuramente foldato. Nel caso contrario, invece, avrei probabilmente bluffato anche sul river”.

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Bell chiama ancora e il dealer distribuisce un 9 per un board finale con 4 carte di quadri. Chris va nuovamente di check e Madsen, come preventivato, mette dentro altri 33.000 per un triple-barrel bluff. Bell ci riflette un attimo e poi annuncia il call girando 8 8 , che naturalmente si rivelano buoni e che gli permettono di accaparrarsi il sostanzioso piatto.

“Il river mi sembrava davvero una buona carta per bluffare ancora, perchè almeno nel 50% dei casi lui non poteva avere un altro quadri. Comunque Chris ha fatto bene a vedere con l’8″ conclude poi Jeff Madsen.

“Quando mi trovo coinvolto in mani del genere, a volte mi sembra già d’intuire che gli altri folderanno. In altri casi, però, mi succede di ritrovarmi a sperare che lo facciano, e questa non è una buona cosa, soprattutto quando qualcuno ha già fatto call sul flop. In questa particolare mano avrei dovuto sicuramente abbandonare la mia azione, anche se quando il board diventa scary mi viene sempre la tentazione di provare a buttar fuori qualcuno dal piatto. Se anche a voi capita lo stesso, vi consiglio di non provarci sempre. Io, in genere, mi spingo fino ad una double-barrel, ma soltanto se credo che l’avversario sia ragionevolmente debole.”

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