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Analisi di una mano con Kevin Saul: odds e mani marginali

Il professionista americano Kevin SaulNel giusto contesto di odds e posizione al tavolo, talvolta anche una mano marginale può essere messa in gioco, come ci dimostra infatti il professionista americano Kevin Saul in uno spot del Main Event delle World Series of Poker tenutosi al Rio Hotel and Casino di Las Vegas nel 2009.

Con bui 50/100, i giocatori sui seat 8 e 9 limpano da middle position. Anche Saul decide di vedere con k 5 mentre l’oppo da  small blind rilancia fino a 550.

“Aveva probabilmente due buone carte, visto che aveva raisato da fuori posizione” racconta Saul. “Magari poteva avere A-K, A-Q o JJ+”.

Il giocatore sul seat 8 si adegua per il call mentre il player in seat 9 decide di foldare. “Non avrei partecipato al piatto se l’original limper avesse passato. Invece avevo pot odds per più di 3 a 1 (dovevo chiamare altri 450 su un piatto da 1.500) e quindi ho fatto call anch’io”.

Sul flop scendono 9 6 5 : lo small blind punta 1.000 e il giocatore sul seat 8 butta via le carte. Saul invece si adegua. “Aveva una coppia ed un flush draw, anche se non andavo per il nuts” spiega Kevin, che nel 2007 ha vinto la Bellagio Cup III del World Poker Tour.

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Sul turn arriva un q e Saul chiude dunque il second-nut flush. L’altro fa check e l’americano punta 1.800, subito visti dall’avversario. “Le persone hanno paura delle big bet nelle prime fasi di questo genere di tornei, ma io volevo estrarre valore dalla mia mano. Un paio di giri prima avevo chiuso un trips, e l’altro mi aveva checkato dietro con un full-house. Per la prima ora e mezza nessuno al mio tavolo aveva azzardato troppo post flop, perciò era stato abbastanza facile vincere un sacco di piccoli piatti. Provare a costruirne uno grande era davvero un’impresa, perchè era il Main Event e tutti erano nervosi.”

L’avversario decide comunque di callare: “Poteva avere un’ over-pair oppure qualcosa tipo A-K con l’Asso a picche. Anche un set non era da scartare, in ogni caso avevo già deciso che se sul river fosse scesa un’altra carta a picche avrei check/callato.”

Il river porta invece un 9 creando una possibilità di full-house. L’altro fa check e Saul mette nel piatto 3.200: “Quel nove era una brutta carta, poteva davvero avere in mano un punto superiore al mio. Ma in quella situazione una bet era d’obbligo per me; se avesse rilanciato avrei foldato.”  Ma l’altro invece butta le carte nel muck e Saul si aggiudica quindi un discreto piatto giocato soltanto per le buone odds che aveva all’inizio.

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