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LuckyChewy: come sfruttare l’errore di un avversario

Se fate meno errori degli avversari allora probabilmente vincerete del denaro. Può sembrare ovvio detto in questo modo, ma è comunque il concetto base di parecchi top player fra i quali rientra senza dubbio anche Andrew “LuckyChewy” Lichtenberger, giovane professionista americano di cui andiamo a riportarvi uno spot capitatogli al WPT Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic – torneo da 10.000 dollari di buy-in ospitato nel 2010 dal Bellagio di Las Vegas.

Con bui 3.000/6.000 e ante di 500, Lichtenberger apre di 15.000 da middle position con 7 7 . Nick “agriffrod” Mitchell, pro dell’online molto rispettato, chiama dal bottone e lo stesso fa anche il giocatore sul big blind. Il flop porta a q 4 e tutti checkano.

Il turn è un 7 che regala il set a LuckyChewy ma apre anche un flush draw. L’oppo da grande buio checka di nuovo: “Ero naturalmente felice di aver beccato un altro 7” racconta Lichtenberger. “Chiunque con un AA o KK avrebbe probabilmente rilanciato pre-flop e nessuno aveva puntato sulle prime tre carte comuni. Adesso dovevo sicuramente bettare perché altrimenti rischiavo che Nick checkasse dietro regalando così outs gratuite per mani come i gutshot. Inoltre, dovevo far crescere il piatto, per cui ho puntato 25.000, ossia la stessa size che avrei utilizzato se avessi voluto bluffare.”

Mitchell rilancia immediatamente fino a 68.000 mentre l’avversario di big blind decide di foldare. “Era diventato uno spot strano per me perché se non avessi avuto io quel punteggio avrei messo l’altro proprio su 77” continua Lichtenberger, che oltre a giocare è anche uno dei coach di LeggoPoker. “Con quella mano avrebbe checkato flop e rilanciato al turn. Non ero preoccupato che potesse avere un flush draw perché penso avrebbe callato turn. Ritenevo in realtà che stesse bluffando, e quindi ho deciso di chiamare per permettergli di bluffarmi anche sul river.”

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Andrew aggiunge dunque le chips necessarie ed il river è un 5 . Check a Mitchell che spara una bet di altri 89.000 restando con circa 180.000 chips. “Con quello stack a disposizione, la size era corretta. Se stava bluffando la sua puntata doveva corrispondere all’ammontare che avrebbe investito in caso di value-bet. Pensavo che avevo buone possibilità di essere davanti: lui poteva avere un set di 4 o magari uno di Q.

Data la struttura lenta di quel torneo, sarebbe stato sciocco perdere tutte le mie chips contro una mano migliore dopo che lui l’aveva giocata in quel modo. Allo stesso tempo, non pensavo ci fossero più combinazioni di mani peggiori che avrebbe giocato con quell’action. Se pushavo e perdevo, sarei rimasto con soltanto 50.000 chips. Chiamando solamente me ne sarebbero avanzate 250.000 in caso di disfatta.”

Lichtenberger decide allora per un call e si aggiudica il piatto quando Mitchell mostra a k . “Non è stata una bella idea, la sua, quella di checkare al flop con top pair top kicker. Ha certamento perso valore oltre ad aver regalato una free card agli avversari.”

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