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Il concetto di anti-range applicabile a tornei di poker e cash game

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A cosa ci riferiamo quando parliamo di range

I giocatori più giovani, hanno cominciato fin da subito a familiarizzare con il concetto di range, motivo per cui i loro sforzi mentali sono stati rivolti a quel ventaglio ipotetico di mani in possesso dei loro avversari.

Non sentirete mai un buon giocatore di poker, soprattutto se appartenente alle nuove generazioni, dichiarare amenità del tipo “ti mettevo su AK”. 

Indovinare la mono combo di un avversario è impresa assai ardua e se ci si riesce non si è dei maghi, si è stati, per una volta, fortunati rispetto alle altre centinaia di volte in cui sbaglieremo. 

Il concetto anti-range 

Una delle più illuminanti menti che scrivono di poker, Ashley Adams, ha elaborato qualche anno fa un concetto importante che è poi servito a giocatori e coach per affinare le loro tecniche di lettura. 

Trattasi di tutto ciò che ruota attorno all’Anti-Range che, come suggeriscono le due paroline, si riferisce al range di mani che il nostro avversario DIFFICILMENTE STA GIOCANDO. 

La prima cosa da mettere in risalto è che porre il nostro avversario su un range non è molto differente dal suo processo di eliminazione.

La differenza è che familiarizzare col concetto di anti-range significa poter pensare anche alle mani specifiche eliminabili dal range di villain.

Ecco un esempio

Supponiamo che tu stia giocando ad una partita di €2/€5 No Limit Hold’Em con stack effettivi da €500. 

Da UTG decidi di limpare con 3 3 , da MP arriva il raise a €15 di un nostro avversario e da bottone un giocatore molto convenzionale 3-betta a €45 originando il fold dei Bui. 

La tua scelta è quella che €45 sia un prezzo corretto per cercare il tuo set al flop visti gli stack molto profondi dei giocatori nel colpo. 

Il call arriva anche dall’original raiser. 

Il flop lo missiamo completamente: a 6 2 . MP segue il nostro check e da bottone arriva una puntata da €100.

Prima di buttare velocemente le nostre carte, ragioniamo. 

Oltre al fatto che sarà molto difficile settare da ora in avanti, la size è bella profonda e ciò limita di gran lunga le opzioni di call.

Inoltre c’è l’incognita del terzo giocatore che potrebbe aspettarci al varco. 

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Proviamo con l’anti-range del nostro avversario

Sebbene non si abbia la sicurezza che il nostro avversario non possegga una monster hand come sta rappresentando, al contrario possiamo eliminare quelle mani che sicuramente non ha. 

Con certezza la 3-Bet pre flop prefigura la totale mancanza dal suo ventaglio di mani come coppie piccole, quindi i 6 e i 2. 

Possiamo eliminare anche gli assi: una continuation bet così lunga non dovrebbe avere lo scopo di scoraggiare gli avversari dal piatto con il nuts: non ci sono draw pericolosi né di scala e nemmeno di colore e i suoi assi non avrebbero alcuna necessità di protezione.

Le combo che hanno generato un set fanno parte del suo anti-range. 

Ci sarebbero delle possibilità con un check-raise a €200/240 di portare a casa il piatto. 

Stessa situazione se, in caso di semplice nostro call al flop e di bianca al turn, uscissimo noi in puntata con una size vicina o superiore a €200… 

Attenzione però, l’Anti-Range non è una pallottola magica che funziona con tutto e con tutti, il nostro avversario potrebbe uccellarci semplicemente indovinando lettura a sua volta su di noi e chiamando con una combo che avevamo escluso dal suo range, come gli assi giocati in modo molto aggressivo. 

Oppure ancora potrebbe chiamare con una mano che non abbiamo escluso dal suo range: AK spesso, AQ/AJ meno, potrebbero essere due di queste. 

Probabilità e informazioni

Come in quasi tutte le dinamiche del poker, le decisioni che dobbiamo prendere fanno riferimento a informazioni incomplete e/o imperfette, il che significa che occorre fare affidamento alle probabilità e non alla certezza. 

Comprendendo l’anti-range, il ventaglio di probabilità su cui contare per le nostre decisioni si allarga, restringendo così quello dei nostri errori. 

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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