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Gabriele Re analizza una blind war al tavolo finale SCOOP: "La parte istintiva voleva fare una cosa, quella razionale un'altra"

Può capitare nel momento di presa delle decisioni che le due parti della Natura umana entrino in conflitto. Seguire il cuore o la mente?

In una analisi video pubblicata sul suo canale YouTube, Gabriele 'KingMaVE911' Re ha rivelato che il dubbio lo ha assillato in una blind war giocata lunedì scorso al tavolo finale del Monday Special SCOOP di PokerStars (poker).

Quando l'istinto lotta contro la mente

Il regular e coach mtt lo ha detto nella introduzione della sua interessante analisi.

"Secondo me questo è uno degli spot più interessanti di tutto il tavolo finale. Ricordo in game di aver avuto una sensazione strana, come se la parte istintiva della mia mente volesse fare una cosa e la parte razionale ne volesse fare un'altra. In questi casi scegliere a quale delle due parti vogliamo effettivamente affidarci è sempre difficile".

Ecco il video-replay della mano in cui Gabriele apre A 4 small to big e riceve il call dell'avversario con 8 A : le carte comuni saranno poi 6 9 4 A K ma con top two 'KingMaVE911' non riuscirà a massimizzare il suo valore.

Il raise preflop

Gabriele inizia la sua analisi dicendo che nel preflop sia il raise che il complete sono opzioni buone.

"Giochiamo 25x effettivi, è uno spot che secondo me preflop con A4o può essere mixato fra raise e call, sono due opzioni entrambi valide. L'all-in invece dal mio punto di vista è un po' esagerato. In game sono andato per il raise perché mi aspetto che un avversario come questo tenda ad "under tribettare bluff", "undershovare bluff" e "under difendere" (ossia che tribetta in bluff, shova in bluff e difende, meno di quanto dovrebbe) quindi di base negli spot in cui l'avversario è più aggredibile tendo ad alzare le mie frequenze di open".

Il check al flop

'KingMave' spiega poi perché, dopo aver trovato la bottom pair sulle prime tre carte comuni, abbia deciso di non andare in continuation bet.

"Al flop decido di checkare con bottom pair top kicker perché secondo me non è uno spot in cui possiamo bettare ad altissime frequenze. Ovviamente se qui checkiamo A4 vuol dire che tendenzialmente andremo a checkare tutte le nostre bottom pair. Lui decide di checkare back."

La battaglia che inizia al turn

Sul turn che gli dà doppia coppia, Gabriele entra in una dimensione conflittuale.

"Su questo turn inizia la battaglia fra le due parti che vi ho detto prima, ovvero quella istintiva e quella razionale. Quella razionale mi diceva 'Gabri è uscito un asso, una carta che hitta bene il tuo range di open, una carta che in generale migliora la tua equity e la equity del tuo range, quindi è una carta su cui vuoi avere delle frequenze di bet, di conseguenza il tuo valore migliore lo vuoi andare a bettare'.

La parte istintiva invece mi diceva 'Non lo so, ho l'impressione che una mano come A4 voglia essere più checkata che bettata, per esempio una mano come AQ invece la metterei in bet a frequenze più alte di A4'.

In game ho deciso di affidarmi al mio istinto. Nella mia testa il ragionamento è stato 'ok, le volte in cui lui ha un asso, sia che io betti sia che checki, tendenzialmente prenderò del valore perché lui inizierà a bettare. Le volte in cui invece lui non ha asso e ha una mano ipotetica come QJ - QT - JT - K8 - KT, ossia quelle mani che difende e poi checka back flop, molto spesso tendenzialmente quando io checko per la seconda volta sull'asso, un player di questo tipo potrebbe secondo me tramutarle in bluff.' Quindi mi aspettavo di prendere valore dai suoi Ax sia in check che in bet, ma di prendere del valore extra dai suoi ipotetici bluff che avrei fatto foldare se avessi puntato, mentre checkando avrei potrei indurlo.

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Ovviamente era un check per chiamare, era abbastanza scontato per me che quando decido di checkare per farlo bluffare non andrò in check-raise perché gli farei mettere sotto tutti i bluff, voglio solo check-callare sperando che continui a bluffare river."

Il mancato valore al river

Il K al river non è una bella carta per Gabriele, non tanto perché hitta il suo range, quanto perché potrebbe portare l'avversario a evitare dei bluff quando ha trovato valore di showdown.

"Penso a mani che potrebbe benissimo avere come K8-KT, non ero felicissimo del K in ultima strada e anche per quello non ho puntato: lui ha snap-checkato.

Ovviamente quando lui decide di snap-checkare questo tipo di mano la mia condotta diventa sbagliata perché la sua mano a mio modo di vedere è una valuebet obbligata al river, è una mano troppo forte per essere checkata, però se lui missa queste valuebet ovviamente il mio trapping perde di efficacia, perché fuori posizione poi al river dovrò checkare e se lui non valuebetta quello che dovrebbe valuebettare a questo punto da parte mia è meglio bettare turn e poi bettare river."

Col senno di poi

Gabriele ci ha poi inviato un ulteriore audio di commento alla mano.

"Il ragionamento non è neanche così estremamente complicato, ovvero in game, come ho spiegato, avevo una parte istintiva di me che per qualche motivo mi spingeva a tenere questa linea un pochettino più tricky e particolare. Ma a posteriori, soprattutto vedendo poi come ha giocato il mio avversario, ovvero che ha missato una value bet pulita al river, ovviamente la mia linea perde di tantissimo la sua EV, e diventa molto più profittevole fare bet-bet turn river per prendere appunto due strade di valore da quel tipo di range o da quel tipo di mani che può avere il mio avversario. L'errore appunto è stato pensare che le persone riuscissero a value bettare in maniera corretta le loro top pair al river. Invece il field, probabilmente, in questi tavoli finali di un certo calibro tende a scegliere linee un pochettino più chiuse."

La video-analisi

Ecco il video con l'analisi completa di Gabriele.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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