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Cambiare il nickname: su Winamax si può

Il mercato del poker è in continua evoluzione, e così possibilità un tempo impensabili oggi sono realtà: in particolare, su Winamax sarà possibile cambiare il proprio nickname ogni sei mesi, una misura già introdotta anche da PartyPoker.

Come riportato da PokerFuse.com, i vertici della compagnia hanno spiegato che questa misura non intenda contrastare il bumhunting - ovvero la caccia ai giocatori occasionali da parte dei regular, in particolar modo negli heads-up - e che consentirà di mantenere lo status VIP già raggiunto sulla poker room.

Winamax - che in Francia è leader del mercato, e non ha mai fatto mistero di ambire ad espandersi anche altrove nel futuro - inizialmente aveva previsto che questo cambio fosse praticabile ogni tre mesi, ma si è scontrata con un muro di obiezioni da parte dei giocatori, che l'hanno spinta a rivedere la posizione iniziale. Secondo i dati di PokerScout.com, la poker room francese è all'ottavo posto mondiale in termini di traffico.

Si tratta di una misura volta ad allungare la "vita media" - in termini pokeristici evidentemente - dei giocatori occasionali ma anche dei regular più deboli. In questo modo, infatti, non solo sia Sharkscope che i vari HUD dovranno ricominciare da zero a trackare quel giocatore, ma anche tutte le vecchie note che gli avversari hanno preso su di lui andranno irrimediabilmente perdute.

Il mercato, che negli ultimi anni ha visto una flessione della popolarità del poker online e quindi fatica più che in passato ad attrarre nuovi giocatori, si appresta quindi a tutelare quelli esistenti anche con misure più forti.

Su iPoker ad esempio sono comparsi tavoli anonimi, e Bodog è andata ancora oltre: già alla fine del 2011, con un aggiornamento ha cancellato tutti i nickname, nonché la possibilità di usare HUD e prendere note, diventando una poker room fortemente orientata ai giocatori occasionali. C'è da dire che questa misura, con tutta probabilità, nasce anche dal fatto che Bodog accetta fra i propri player pure gli statunitensi.

Naturale chiedersi se presto o tardi PokerStars o Full Tilt Poker non prendano direzioni analoghe: forse non ne hanno bisogno, o forse è soltanto questione di tempo.