Il pro di PokerStars Chad Brown ha analizzato alcuni errori commessi alle World Series of Poker che gli sono costati un evento $5.000 NLHE. Nella sua carriera, il player residente a Las Vegas ha vinto solo nei tornei live oltre 3,5 milioni di dollari. Ha un'esperienza importante nei tornei dal vivo: gioca nei casinò statunitensi dal lontano 1993.
"Durante una lunga giornata di poker, giocatori anche molti forti cominciano a commettere errori banali, soprattutto negli ultimi livelli. Anche i migliori a volte vanno in debito d'ossigeno nonostante una maggiore abitudine a stare al tavolo per ore. A me difficilmente capita ma è successo quest’estate…".
"Il consiglio – confida l’ex marito di Vanessa Rousso - è duplice: da una parte bisogna individuare giocatori esperti che iniziano a giocare male e capitalizzare dai loro errori, dall'altra è necessario stare attenti al nostro gioco: nella notte potremmo perdere lucidità e iniziare a perdere colpi. In questo caso è meglio alzare il livello di attenzione e, in certi casi, cambiare strategia".
Chad Brown commenta: "nonostante le mie ripetute raccomandazioni, in un evento WSOP, quest'estate sono caduto nella trappola e proprio a causa della stanchezza, le mie prestazioni ne hanno risentito in maniera negativa, condizionando il mio gioco. Il torneo era un 5.000$ NLHE e nel day 1 avevo un discreto stack, sopra average. Negli ultimi due livelli però ero molto stanco e mi è venuto un forte mal di testa. Consapevole di tutto, ciò ho deciso di giocare tight fino alla fine".

Ma qualcosa è andato storto e l'ex attore di Hollywood ha iniziato a commettere errori a catena, non rispettando il piano previsto. Chad analizza con lucidità alcuni passaggi del torneo: "in una mano ho chiamato un raise con j 10. Sul flop la carta più alta è un J, il mio avversario è andato in continuation-bet ed io ho chiamato. Al turn è uscita una carta bassa e l'oppo ha scommesso 3/4 del piatto. Se fossi stato lucido, avrei capito in maniera chiara di essere battuto invece ho chiamato. Al river sono stato fortunato perché un K ci ha indotto al check entrambi. Alla fine ha mostrato A-J ed ha vinto il piatto".
Gli errori però continuano: "in una mano con A-K, su un rilancio, ho deciso di piazzare una 3-bet, in una situazione nella quale generalmente faccio call sul raise dell'opponent". Il giocatore di PokerStars, esprime la sua personale opinione: "Non faccio quasi mai 3-bet con A-K, non amo molto giocare grossi piatti. Ma in questo caso non ho rispettato i piani e lui ha chiamato. Sul fop Q high, il mio avversario ha scommesso, io ho rilanciato e lui è andato al re-raise ed io ho foldato, perdendo altre chips".
"Nell'ultima mano ho chiamato un raise dal cutoff con A-J e sia il bottone che il big blind hanno fatto call. Sul flop A-K-x, l'original raiser ha scommesso, io ho chiamato ma avrei dovuto rilanciare per capire dove stavano i miei avversari. Il bottone ha fatto call. Al turn esce 10, l'original raiser fa check/fold su una mia puntata, mentre il bottone chiama. Al river una carta ininfluente. Io faccio check, il bottone va all in. Devo mettere 18.000 per vincere un pot di 70.000. Chiamo e mi mostra A-10, una doppia coppia. Sono eliminato”.
Chad tira le somme: "Guardando indietro, il mio errore più grossolano è stato quello di non essermi attenuto al piano previsto: ero stanco e volevo giocare più stretto e in maniera meno aggressiva. Bettare per tre volte con AK è un esempio di come non ho rispettato la strategia che mi ero prefissato negli ultimi due livelli. La stanchezza mi ha giocato un brutto scherzo".
"Ho compromesso una grande giornata di poker, avevo fatto una bellissima chiamata con A high che si era rivelata corretta. Negli ultimi due livelli però il mio radar non funzionava. Se ti accorgi di essere in forma in piena notte è giusto schiacciare il piede sull'acceleratore e approfittare degli avversari in difficoltà. Ma quando non stai bene, devi capire di usare il freno e giocare più nitty".