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Stu Ungar

Cosa sono e come sono cambiati i livelli di pensiero nel poker moderno

Vi ricordate i tempi in cui passavano i video delle primissime vittorie ai Main Event WSOP coperti dalle telecamere, in cui battagliava gente come un giovanissimo Phil Hellmuth, o Johnny Chan contro Eric Seidel, o il mai dimenticato Stu Ungar, ancora oggi considerato da molti il più grande giocatore di tutti i tempi. 

Ne è passata di acqua sotto i ponti e da quegli anni sono stati molteplici i cambiamenti che hanno influenzato il modo di giocare a poker, a partire dai massimi livelli fino ad arrivare alle partite domestiche. 

Essendo in continua evoluzione, il gioco moderno si è portato dietro, oltre alle strategie di puro carattere tecnico, anche tutta una serie di riflessi facenti capo al meta game e alle implicazioni psicologiche che influenzano i livelli di pensiero tra i giocatori, rendendoli sempre più specifici.

L'History

Affinchè questo tipo di dinamica intervenga in maniera decisiva sull’esito di una mano, ci deve essere una componente fondamentale tra i protagonisti che la giocano: l’history. 

In presenza di colpi già intercorsi tra i players, a quel punto, se trattasi di esseri pensanti come dovrebbe essere tra pokeristi, è necessario porre l’attenzione su tutta una serie di congetture e ragionamenti che vanno al di là del puro comportamento scaturito da calcoli matematici, comportamenti osservati fino a quel punto al tavolo, eventuali tells eccetera.

L’esempio più classico è quello che ci vede protagonisti di tre mani di seguito in un tavolo di Cash Game NLHE $1/$2. 

Per due volte di seguito ci capita di 3-Bettare sullo stesso giocatore che apre da Late Position e noi, una volta da Bottone e una da CutOff osserviamo il suo fold molto conservativo. 

Ora agiamo da HiJack e ci vengono consegnate dal dealer 9 10 e, per la terza volta di seguito, il nostro avversario decide di aprire ad una size piuttosto standard, facciamo $5. 

Come dovremmo comportarci? Esiste un modo sistematico da seguire in questa situazione? 

No, dipende tutto da come siamo riusciti a leggere il flow della partita e, soprattutto, la reazione che Villain può avere rispetto alla nostra decisione.

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Metagame - Livello 0

Capiamo che Villain (il nostro rivale), non ha una grande dimestichezza con il modus dei suoi avversari, ecco che, rispetto a ciò che faremo, pure se fosse la decima 3-Bet di seguito, egli, a parità di valore della mano, proseguirà a foldare, cambiando moove solo nel caso in cui la sua mano sia migliore delle situazioni precedenti. In questo caso non è male agire con l’ennesima 3-Bet.

Metagame - Livello 1

Ci accorgiamo che con ogni probabilità Villain reagirà in modo diretto alla nostra 3-Bet, pensando che stiamo allargando troppo il nostro range e saremo costretti a foldare ad una sua eventuale 4-Bet. In questo caso è sempre meglio, con questa mano, decidere di foldare ancor prima di pensare ad una 3-Bet. 

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Metagame - Livello 2 

Villain capisce che siamo consapevoli dei suoi aggiustamenti del Livello 1, per cui sa che un’eventuale ulteriore nostra 3-Bet questa volta sarà fatta per valore. Consigliabile in questo caso 3-Bettare. 

Metagame - Livello 3

Villain pensa che ad una nostra 3-Bet noi penseremo ad un ennesimo fold, aspettandoci una reazione non aggressiva, una reazione da meta-game. In questo caso, con ogni probabilità, metterà in atto una 4-Bet. Meglio foldare. 

 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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