Sono davvero in tanti i giocatori di poker texas hold'em che hanno alle spalle una solida esperienza in altri ambiti ludici come gli scacchi, il backgammon o Magic The Gathering. E l’opinione generale è che un approccio multi-gaming possa aiutare di molto ad acquisire abilità teoriche e strategiche più profonde rispetto a quelle sviluppabili in una singola specialità.
Proprio negli scacchi, ad esempio, tante sono le tecniche facilmente applicabili anche al poker, come d’altronde ci ha finora ampiamente dimostrato anche il geniale Jeff Sarwer che - in neanche un anno e mezzo di gioco – ha già collezionato 6 tavoli finali e circa 500.000 dollari in premi.
Vediamone dunque insieme alcune:
Pazienza e concentrazione
Se lanciate immediatamente l’attacco all’avversario, scatenando regina e pedoni contro i pezzi altrui senza alcun tipo di pianificazione, soccomberete in men che non si dica al giocatore più avanzato. Quelli che vogliono fare la stessa cosa nel poker, provando a conquistare tutte le chips in brevissimo tempo, saranno destinati ad imparare la stessa lezione. Ricordate, invece, che alla fine della partita spesso prevarrà colui che, con la giusta disciplina, avrà acquisito un stack all’altezza prevalendo nei piatti più piccoli in attesa di concrete opportunità per accaparrarsi quelli più sostanziosi.
La visione d’insieme
Lo scacchista principiante si focalizza solitamente soltanto sulle proprie mosse e sui propri pezzi. Man mano però che il processo di apprendimento va avanti, la sua visione si allarga di un po’, cominciando a considerare anche l’azione ed i pezzi dell’avversario. Nel poker avviene esattamente lo stesso: si pensa soltanto alle proprie carte senza valutare tutti gli altri elementi del gioco. Ampliate pertanto la vostra visione d’insieme, considerando le possibili combinazioni di carte degli avversari e le loro azioni strategiche messe in atto finora.
Imparate a guardare diverse mosse avanti
Il novizio degli scacchi è in grado di guardare soltanto una o due mosse avanti. Non sa considerare gli effetti a lungo termine della sua azione rispetto alla propria tattica e a quella degli avversari. Nel poker il paragone calza perfettamente nel gioco da torneo: prima di prendere qualunque decisione, fatevi sempre domande del tipo “Che farà il mio avversario se rilancio sul flop?” oppure “Come mi comporterò su lui invece mi 3-betta?” Imparate allora a considerare sempre la vostra prossima mossa, quella del vostro opponent e le conseguenze delle azioni di entrambi.
Aggiustate il vostro gioco in base ai cambiamenti di equilibrioLa scacchiera non è un ambiente statico, bensì un campo di battaglia fluido e dinamico. Man mano che il gioco procede, gli equilibri infatti cambiano: magari vi trovate con meno pezzi dell’avversario ma avete la possibilità di sferrare un buon attacco. Se riuscite ad essere consapevoli di tali variazioni allora potrete aquisire un vantaggio sull’altro semplicemente cambiando marcia.
La cosa vale esattamente anche per il poker: alcune situazioni si modificano e voi dovrete rispondere di conseguenza. Se ad esempio al vostro tavolo arriva un giocatore molto aggressivo, allora forse vi converrà rallentare la vostra azione e magari provare ad intrappolarlo in qualche mano. Se invece perdete un grosso piatto e d’improvviso vi ritrovate short-stack, allora avrete bisogno di selezionare maggiormente gli spot nei quali proverete il colpo del rientro. Ed ancora, quando nei tornei i bui e le ante cominceranno ad aumentare, avrete necessariamente bisogno di adattarvi alla nuova situazione per sperare di raggiungere il tavolo finale.
In definitiva, così come la differenza tra un maestro ed un gran maestro sta nella comprensione dei più minimi – ma critici – dettagli scaturenti sulla scacchiera, nel poker la stessa abilità farà la differenza tra un grande campione ed un giocatore appena capace.