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Daniel Negreanu: il poker e la media oraria

Qual è l’indicatore giusto per misurare i profitti a poker? Per Daniel Negreanu è sicuramente la media oraria, come infatti ci racconta in questo articolo dove ripercorre i suoi primi passi da giocatore professionista.

"La maggior parte delle idee, sul come vivere da giocatore professionista di poker, me le sono fatte diversi anni fa a Toronto. A quei tempi mi giravano per la testa un sacco di pensieri, che poi separavo in buoni o cattivi attraverso un continuo lavoro fatto di errori e nuovi tentativi.

Naturalmente leggere un po’ di libri sul poker mi ha decisamente aiutato, ed una delle cose più importanti che mi chiedevo spesso era: 'ma quand’è il momento di alzarsi dal tavolo? Devo abbandonare quando ho raggiunto l’obiettivo di giornata o quando sto perdendo troppo?' Alla fine sono giunto a conclusione che l’aspetto fondamente è solo quello di spendere tutte le energie che si hanno nel cercare di giocare al meglio ogni possibile mano.

Comunque, nei miei primi passi come poker Pro ero ossessionato dalle statistiche. Mi segnavo tutto delle mie sessioni, anche quanti fumatori c’erano al tavolo. Inoltre avevo il problema di dover conciliare il mio nuovo lavoro con una vita normale. Non pensavo che dormire tutto il giorno e star alzati tutta la notte fosse proprio una cosa standard, così decisi di fare “il turno di giorno”. Andavo nella poker room alle 12, quando apriva.

Però, dopo che magari stavo vincendo 1.200 dollari al 10$/20$ la mia mente iniziava a pensare: 'Quanto vuoi ancora vincere? Non vorrai mica rischiare di riperdere tutto?' e così via. Nel frattempo, a quelli che mi chiedevano come mi stesse andando io rispondevo: “Che ore sono? le 2 del pomeriggio? Bene allora 86 dollari”. Nessuno capiva quello che dicevo, ma in realtà mi stavo allenando a vedere i miei risultati al tavolo in un altro modo.

Sappiamo tutti che le vittorie o le sconfitte non rappresentano il criterio giusto per misurare i profitti a poker. L’elemento fondamentale è la media oraria. In quelle partite io ne avevo una di circa 43 dollari. Quindi per due ore di gioco facevano 86$. Facile,no?

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Capire la differenza tra lo giocare per i risultati piuttosto che farlo per l’ EV mi condusse allo step successivo. Quanto duro voglio lavorare? Decisi di stabilirmi sulle 40 ore settimanali, perchè mi sembrava un valore normale. Poichè ero anche il capo di me stesso, pensai di tenermi libero in tutti i week-end. Quindi dovevo fare 8 ore al dì per 5 giorni.

Per diversi anni ho fatto proprio così: andavo alle 12 e dopo 8 ore mi alzavo. Forse questo non è il modo migliore per massimizzare le vincite, però andava bene per me. Ovviamente qualche volta sono rimasto troppo a lungo in tavoli tight oppure mi sono perso qualche opportunità di guadagno extra dopo le 8 ore, ma alla fine questo sistema mi ha aiutato molto. Sono riuscito ad evitare tutte le trappole più classiche in cui finiscono gli aspiranti giocatori professionisti.

Sapete quanti ne ho visti che segnavano tutte le vittorie su un quaderno, e poi si vantavano di aver chiuso in positivo per 6 giorni su 7. Ho avuto modo di darci un’occhiata a quei fogli, ed in molti casi c’erano tipo 6 vittorie di fila da 100 dollari e poi il settimo giorno un tracollo da -1000$. Che senso ha, allora?

Se anche voi fate in questo modo allora probabilmente vi conviene fermarvi un attimo a pensare. Io ho sempre creduto al “domani è un altro giorno”, quindi mi facevo le mie ore e basta. Il bello è che dopo un po’ di tempo anche altri giocatori hanno iniziato a seguire il mio esempio, tanto che alle 8 di sera tutti i più vincenti si alzavano e se ne andavano.”

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