[imagebanner gruppo=pokerstars] Essere svedesi ed al tempo stesso molto bravi a poker rischia di suonare prevedibile, dunque noioso, a maggior ragione quando riveli che sì, in effetti anche tu ti sei avvicinato a questo gioco grazie a “Rounders”: eppure, malgrado premesse che potrebbero apparire banali, Dolph “jedimaster82” Norris è un professionista che vale la pena conoscere meglio.
Come si intuisce dalla sua data di nascita, sono ormai anni che il ragazzo di Gotheborg si dedica al poker, e forse è anche per questo che è riuscito ad arrivare a giocare i tavoli di cash game high stakes: “Ormai non gioco più per battere Teddy KGB slowplayando una scala – ha scherzato in un’intervista di qualche tempo fa – adesso gioco soltanto per prendere i soldi a ‘st1ckman’ ed altri bumhunters“.
Contrariamente a molti altri professionisti, “jedimaster82” evita con una certa premura di circondarsi di giocatori di poker, trovandoli raramente il tipo di persone con cui avrebbe voglia di passare il suo tempo libero, fatte naturalmente le dovute eccezioni. La sua spiccata ironia e la propensione a spendere i soldi con una certa facilità non devono però ingannare: Dolph Norris è infatti appassionato di filosofia e politica, oltre ad essere un musicista.
“Pensare in maniera critica e mettere in dubbio un sacco di cose è il mio passatempo principale, trovo che l’obbedienza sia uno dei problemi maggiori dell’umanità – afferma – inoltre l’ufficio dove gioco è in un grande studio musicale e mi capita di suonare strumenti, cantare o incidere”. Una libertà per cui certo deve ringraziare il poker, e ne è ben consapevole.
“In futuro mi auguro di dedicarmi ad altro, mi piacerebbe certamente dedicarmi maggiormente alla politica – spiega – ma voglio guadagnare ancora un po’ di soldi, per comprare cose non necessarie come un idiota, in modo da disturbare i vicini o semplicemente andandomene in giro per le strade di Gotheborg“.
Ma come ci si arriva a giocare certi livelli? Lui ci è riuscito così: “A cavallo fra il 2007 ed il 2009 giocavo l’ $1/$2 ed il $2/$4 sia 6-max che heads-up – ricorda – avevo un winrate di oltre 20bb/100 e pensavo fosse normale, avevo troppo rispetto per coloro che giocavano limiti superiori, credevo mi avrebbero distrutto. Poi mi sono reso conto che in realtà le cose non stavano esattamente così ed ho cominciato a giocare a livelli più alti, ma avrei voluto farlo prima”.
La sua carriera, in ogni caso, non è sempre stata tutta rose e fiori: “Ho fallito diversi tentativi, quando ho provato a giocare il $200/$400, e nel 2013 malgrado sia diventato Supernova Elite ho avuto un tremendo downswing – confessa – alla fine sono riuscito a chiudere l’anno in attivo, ma ho runnato per alcune centinaia di migliaia di dollari sotto EV, perdendo 100 buy-in in tre diverse occasioni e più di 50 buy-in altre tre diversi periodi”. Come a dire, benvenuti nel Pot Limit Omaha.
Dando prova della sua irriverenza, in ottobre ha anche messo in piedi una fantastica parodia di Ola “Odd_Oddsen” Amundsgard, approfittando di una mano che avevano giocato contro al PL5000: qui lo svedese finge di girare un video per RunitOnce impersonando il suo avversario, mettendoci in mezzo anche una foto “pseudoporno” (siete avvisati se guardate il video) e lasciandosi andare ad alcuni commenti decisamente divertenti, come quelli che spiegano il (finto) thinking process di “Odd_Oddsen” quando decide di chiamare con un pazzesco herocall al river, che evidentemente non ha fatto impazzire il vero “jedimaster82″…
Su un board che recita 4 8 9 8 a infatti “Odd_Oddsen” ha in mano 7 7 6 5 , per una semplice doppia coppia di otto e sette che dopo l’all-in al river di “jedimaster82” – che nasconde un full grazie a q 10 9 8 – non ha quasi alcuna possibilità di risultare vincente, ma ecco come giustifica il call il finto Ole Amundsgart: “Se chiamo e vinco c’è una possibilità del 10% che jedimaster82 si uccida, che è un risultato molto buono – scherza Norris – purtroppo chiamo e sono molto sfortunato, lasciate che prenda una nota su di lui”. Ed anche la nota si commenta da sola…
Tornando seri o quasi, lo svedese nel 2014 ha deciso di concentrarsi più sulla qualità del suo gioco che sul volume, un approccio che a suo dire lo ha ripagato: “Tra le cose più importanti per avere successo in questo mondo c’è sicuramente la capacità di guardare se stessi ed il proprio gioco in modo obiettivo – conclude – è un’abilità molto utile anche nella vita, ma a quanto pare sono davvero in pochi quelli che riescono a metterla in pratica…”.