Per far bella impressione sull’avvenente Caroline, il giovane Justin s’era inventato grandi abilità nel poker e persino di aver insegnato a giocare a Doyle Brunson. Davvero troppo per il buon vecchio Texas Dolly…
“Parecchi anni fa scrissi che il poker è un gioco di persone. Se ve lo ricordate allora potete strapazzare i vostri avversari, se invece ve lo siete dimenticato allora che il Signore abbia pietà delle vostre anime.
Dovete imparare a riconoscere chi sono le persone che stanno giocando contro di voi in un preciso momento. Ed a volte, esse appaiono diverse da com’erano il giorno prima.
Lungo la strada per Amarillo, nel 1961, nel tratto più lungo e desolato che un uomo possa mai immaginare, la mia macchina cessò di funzionare. E non c’era neanche una mucca all’orizzonte.
Poi, incredibilmente, una Cadillac nuova di zecca mi si fermò di fianco ed un tipo mi chiese se avevo bisogno di un passaggio. Il suo nome era Justin ed anche lui giocava a poker nel circuito. Sinceramente, il suo stile troppo conservativo non mi aveva mai impressionato, tuttavia era una ragazzo simpatico, a modo e di solito modesto, anche se non proprio in quel momento.
Seduta sul sedile di fianco c’era una splendida donna di nome Caroline. Justin indossava bei vestiti con gemelli sontuosi e non corrispondeva affatto al tipo che la settimana prima andava in giro con un'auto scassata ed un abbigliamento sciatto.
Durante il viaggio per Amarillo, continuò a vantarsi delle sue abilità nel poker e di quanti soldi aveva vinto. Anche Caroline partecipò al discorso pregando Justin di raccontare di nuovo come aveva insegnato a giocare anche a me. Appena lo disse, lui sembrò alquanto imbarazzato; ma poi, convinto che tenessi per me la verità, riprese a pavoneggiarsi con la tipa.
Rimasi tranquillo per un bel po’ fin quando lui non si allargò troppo dicendo a Caroline di quanto bravo era stato a bluffarmi per ben tre volte la settimana precedente. Ok che mi aveva salvato sulla strada, ma lui non era mio amico ed il mio obiettivo divenne allora quello di togliergli un po’ di soldi nella prossima partita di poker.
Alla prima occasione, lui si sedette con 10.000 dollari. Con Caroline alle spalle iniziò a vincere qualcosa mentre lei gli diceva che era il migliore ed altre amenità del genere. Quando finalmente provò a bluffarmi, feci call immediatamente. Sapevo che quello era il momento buono anche se raramente avevo visto Justin fare lo stesso in precedenza. Ma quello non era il solito Justin, era diverso. Dovete giocare contro l’avversario che vi sta di fronte in quel momento; se notate un cambiamento allora quello che ha fatto in passato non importa. Se piove, usate l’ombrello; 30 precedenti giorni di sole non cambiano questo consiglio.
Avevo fatto call all’istante perché volevo renderlo nervoso se avevo indovinato che era in bluff. In effetti ebbi ragione e lui spiegò a Caroline che avrei potuto chiamare soltanto una volta su un milione. “O mio Dio” esclamò lei portandosi le mani alla bocca mentre tutti quei soldi passavano dalla mia parte. “Stai zitta” le gridò Justin che poi si alzò e praticamente non lo vedemmo mai più.
La lezione di oggi è che mi sono adattato al nuovo Justin. Lo avevo visto nella Cadillac mentre fingeva di essere qualcun altro. Per cui, appena arrivati al tavolo da poker ho ignorato tutto quello che già sapevo sulle sue tendenze. Ecco dunque come si gioca a poker con la gente: se le persone cambiano, voi vi adattate. Il profitto sta tutto là.”