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Verso la riapertura: come raggiungere l’equilibrio tra grinding e real life

Equilibrio e programmazione

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La vita da grinder

Se per ritorno alla vita normale consideriamo tutto quello che facevamo prima del lockdown, quella dei giocatori di poker live e online, non è esattamente la stessa delle persone, chiamiamole così, comuni. 

In più di un’occasione, voi che vi sedete e vi alzate dai tavoli online, vi sarete probabilmente detti che le vostre vite sono cambiate di poco. 

La quotidianità del professionista di poker è spesso fatta di tante ore passate di fronte al pc per effettuare le proprie sessioni, intervallata da qualche uscita con gli amici e, magari, un viaggetto per non perdere dimestichezza coi tornei live, possibilmente dentro a qualche poker room non distante dai luoghi di villeggiatura. 

Una questione di equilibrio

Tutto questo preambolo solleva l’eterno dilemma se sia possibile ottenere un equilibrio tra il poker e la propria vita privata lontano dal feltro. 

Come è possibile raggiungere un quieto vivere quando le notti si trasformano in mattine, si mangia a determinati orari e talvolta ci si addormenta sulla scrivania? 

Digitando “equilibrio tra vita professionale e vita privata" su Google, troverai molti articoli con i passaggi per raggiungere tale equilibrio, dove trovarlo e come ottenerlo. Leggere questi articoli fa sembrare che l'esercizio fisico sia spesso il modo più efficace per andarci a braccetto. Ma ciò che funziona per la maggior parte delle professioni potrebbe non essere realistico per il folle mondo del poker.

Come lo affrontano i professionisti

È risaputo che Negreanu, durante i suoi soggiorni alle WSOP ha un programma prestabilito che segue a menadito. Mangia più sano della maggior parte del tempo e si concentra sul raggiungimento degli obiettivi che si prefigge attraverso le sue intenzioni pre-WSOP. "L'intenzione non è un obiettivo. Non sono affatto attaccato al risultato. Sta semplicemente iniziando la mia giornata e mi piacerebbe viverla esattamente come la programmo”, dice il canadese.

Natasha Mercier, moglie di Jason Mercier, aggiunge: "Prima ancora di rimanere incinta, mi sono sempre assicurata di mantenere un equilibrio tra gioco e vita privata. Con o senza famiglia, avevo sempre bisogno di un momento speciale per godermi il tempo libero. Di solito ci immergiamo duramente durante una trasferta pokeristica per poi prenderci una settimana di relax completo. E per relax, intendo full immersion, non una sola mano di poker”. 

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Liv Boeree crede che fare viaggi naturalistici la aiuti nel suo gioco, e lo ha dichiarato in passato a Brandi Williams di PokerNews:Mi piace uscire dalla città il più possibile durante i tornei live. Divento matta se passo troppo tempo in casa, o in albergo. Mi sento sempre rinvigorita dopo un'avventura, e questo ovviamente aiuta mentalmente il [mio] gioco. Ho necessità di uscire e fornire a me stessa una nuova prospettiva sulla situazione!

Anche Dan Shak crede che prendersi del tempo libero sia importante, come ha detto prima di partire da Las Vegas alla fine delle WSOP di alcuni anni fa. "Una parte di me vuole continuare a giocare, ma la parte razionale e intelligente mi consiglia una pausa, non sono più il più giovane. Ho intenzione di prendermi sempre un break più o meno lungo alla fine delle mie trasferte pokeristiche, per poi tornare più forte."

Conclusioni

La morale derivante da questo articolo è trovare un equilibrio tra il poker e la vita reale, iniziando a creare degli spazi al di fuori del gioco che, come abbiamo visto, può essere diverso per ognuno di noi.

Nel rispondere alla domanda se esiste un equilibrio tra poker e vita, la risposta è sì, se lo desideri e se definisci ciò che l'equilibrio significa per te e quelli che ti supportano. 

Un buon punto di partenza potrebbe essere la volontà di tralasciare un torneo o due, a volte lasciandosi il poker alle spalle trascorrendo più tempo con le persone che contano di più.

Piano piano troveremo la nostra misura. 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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